sixty-four

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Le ore scorrevano velocemente tra un succo di frutta e un drink, tra le strade di Boca che raccontavano quella che era la nuova vita di Harry. Una vita che Ben era venuto a conoscere.

Ben era arrivato ormai a Boca da qualche giorno, quasi una settimana, e aveva incontrato il riccio già due volte. Non aveva però ancora detto a questo quale fosse il motivo che lo aveva spinto a compiere quel viaggio, d'altro canto però neppure Harry gliel'aveva mai chiesto.

Quel pomeriggio i due si erano incontrati in un bar poco distante da casa del riccio, non che Ben sapesse dove abitasse a Boca e soprattutto con chi, e gli aveva raccontato che cosa era successo in Argentina dopo la sua partenza. Quella che doveva essere una semplice mezz'ora passata insieme si trasformò in ore intere senza che nessuno dei due se ne rendesse conto.

Harry e Ben finirono per parlare della loro vecchia vita insieme, dei loro progetti futuri e di come stavano vivendo quel periodo delle loro vite, in nessuno di questi argomenti però uscì fuori il nome di Louis. Louis. In quelle ore il riccio sembrava essersi totalmente dimenticato di lui, non aveva neppure accennato al suo ex compagno che aveva incontrato qualcuno, che era felice con quel qualcuno.

Harry si era dimenticato di Louis.

Il cielo si era lentamente oscurato mentre Louis se ne stava alla finestra in attesa di vedere il cancello bianco aprirsi, di vedere la famigliare sagoma di Harry percorrere il vialetto pieno di ciottoli, circondato dall'erba del giardino, per far ritorno da lui. Il tempo però passava e di Harry neppure l'ombra.

Erano passate diverse ore da quando il più grande aveva iniziato ad attendere il ritorno di suo marito, questo però non sembrava voler far ritorno. Louis lo aveva chiamato tante volte ma il suo cellulare risultava essere spento, aveva anche chiamato al bar dove si sarebbe svolto l'incontro ma la cassiera gli aveva detto che era andato via ore prima in compagnia di un uomo che lui aveva riconosciuto come Ben.

Per un momento il liscio pensò di uscire e andare a cercarlo, poi però non lo fece, Harry sembrava felice di incontrare Ben e lui non voleva rovinare la sua felicità, anche se ciò significava che quello che non poteva essere felice era proprio lui.

Erano quasi le dieci quando la porta di casa si aprì e si richiuse subito dopo, il canticchiare allegro del riccio risuonò nella casa quasi del tutto buio, solo le abat-jour in salotto erano accese, seguito subito dopo dai suoi passi diretti verso l'unica fonte di luce della casa.

-"Niño!" Esclamò allegro il minore, non appena entrò in salotto, e corse verso il ragazzo seduto sul divano.

Le mani del minore cercarono di prendere il volto di Louis ma questo si spostò rapidamente.

-"Che ti prende?" Gli chiese confuso il minore e aggrottò la fronte.

La fresca aria che aleggiava in casa, dovuta al condizionatore, fece rilassare Harry che era decisamente accaldato, la canotta rossa quasi era attaccata al busto per il troppo caldo.

-"Resterò con lui circa mezz'ora, se possibile anche meno." Disse Louis scimmiottando la voce del suo compagno.

Louis stava imitando le parole che il riccio gli aveva detto a pranzo, dopo aver ricevuto la chiamata da Ben.

Il riccio sospirò e si passò una mano tra i capelli, precedentemente coperti da un cappello nero.

-"Sei arrabbiato perché sono rimasto un po' di più con Ben?" Gli chiese.

-"Un po' di più?!" Ripetè il più grande alzando il tono della voce. "Harry sono quasi le dieci di sera!" Urlò e colpì il bracciolo del divano bianco.

Harry sobbalzò ma non indietreggiò, non abbassò neppure lo sguardo.

-"Non urlare." Disse Harry. "Sono rimasto qualche ora con lui, non vedo perché dovresti farne un dramma." Aggiunse e si strinse nelle spalle. "Ora sono qui, qual è il problema?" Gli chiese, minimizzando la questione.

Il liscio sgranò gli occhi mentre l'altro parlava, stava davvero minimizzando la questione in quel modo?

-"Ti ho chiamato almeno trenta volte!" Esclamò il ragazzo e strinse i pugni sul bracciolo candido del divano.

-"Avevo il cellulare scarico."

-"Ho anche chiamato il bar e mi ha detto che eri andato via con quello lì!"

-"Prima di tutto quello lì si chiama Ben." Rispose il più piccolo mantenendo il suo tono pacato. "Seconda cosa, davvero hai chiamato il bar solo per sapere che cosa stessi facendo?!" Chiese mostrando, per la prima volta da quando era tornato, una nota di rabbia nella voce.

-"Non ho chiamato per sapere che cosa stessi facendo ma solo perché ero preoccupato per te!" Replicò Louis. "Mi avevi detto che saresti tornato presto e invece guarda che ore sono!" Esclamò e indicò l'orologio a cucù poco distante da loro.

La stanza era poco illuminata, dalla posizione in cui si trovava Harry non riusciva a vedere oltre la testa di Louis, non avrebbe neppure saputo dire dove si trovasse Blue in quel momento. Gli occhi di Louis brillavano alla luce delle abat-jour mista a quella della luna. Brillavano di rabbia.

-"Louis non sono un bambino!" Disse il riccio, alzando la voce a sua volta. "Posso decidere autonomamente quando tornare a casa!" Aggiunse. "Posso prendere le mie decisioni senza l'aiuto di nessuno!"

-"Non quando a casa c'è qualcuno che ti aspetta!" Rispose il più grande. "Non quando scegli di condividere la tua vita con qualcuno!" Aggiunse. "Non ti chiedo di non fare determinate cose, ti chiedo solo di avvertirmi!" Esclamò.

-"Non mi sembra che tu mi avverta quando fai determinate cose!"

-"Quando non ti ho avvertito di ciò che stavo per fare?!"

Harry si ammutolì di colpo, si pentiva di aver detto quelle parole, non ricordava che Louis gli avesse mai nascosto qualcosa.

-"Beh..." Borbottò. "Di sicuro qualche volta l'hai fatto e per questo motivo io non lo so!" Esclamò e incrociò le braccia al petto. In quel momento doveva sembrare davvero patetico.

Al liscio scappò un risolino, non voleva litigare con Harry, era solo preoccupato per lui.

-"Haz." Lo chiamò e si avvicinò a lui per poggiargli una mano sulla spalla nuda. "Io sono solo preoccupato per te, voglio che tu stia bene." Disse. "Lui ti ha ferito e io non voglio che succeda ancora." Aggiunse con il tono di voce più dolce possibile.

Il più piccolo in quel momento riusciva a vederlo chiaramente, vedeva i suoi occhi che tanto lo facevano impazzire, le labbra morbide che tanto amava e sentiva il calore del suo corpo. Lo guardò attentamente prima di rispondere.

-"Anche tu l'hai fatto." Rispose. "Anche tu mi hai ferito." Aggiunse. "Anche tu mi hai tradito." Continuò. "Che cosa ti rende diverso da lui? Solo perché mi hai detto che mi ami e ora mi aspetti preoccupato? Credi di essere tanto diverso da lui?" Gli chiese. "Secondo il tuo ragionamento non dovrei stare neanche con te. Perché anche tu mi hai ferito, forse anche più di Ben."

Louis sentì la terra svanire sotto i suoi stessi piedi, il suo viso avvampò per poi perdere ogni colore. Il ragazzo indietreggiò come se fosse appena stato schiaffeggiato in pieno viso.

-"Davvero Harry?" Sussurrò mentre indietreggiava sempre di più. "L'altro giorno mi hai detto che io ero diverso, ora invece sono peggio di lui?" Continuò. "Io ero solo preoccupato per te, ma a quanto pare a te dà fastidio questa mia preoccupazione..."

Il riccio solo in quel momento si rese conto della gravità delle parole che aveva appena detto. Aveva appena offeso Louis, la persona che amava e che lo amava, per un uomo che non aveva più niente a che fare con la sua vita.

-"Lou, no..."

-"Tranquillo, Harry." Disse Louis e si avvicinò alla scala in legno. "Non ti darò più fastidio con la mia stupida preoccupazione. Stai con Ben se è ciò che vuoi, io non posso impedirtelo." Aggiunse e salì i primi gradini. "Buonanotte."

Married? | l.s. ♛Where stories live. Discover now