forty-four

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La festa si era conclusa nel migliore dei modi, Louis era riuscito a far dimenticare al riccio le parole che quella donna gli aveva rivolto e l'anziana donna non aveva più riprovato ad avvicinarsi a loro anche perché sembrava troppo occupata nel discutere animatamente con suo marito.

Più di una volta i due ragazzi si erano scambiati teneri baci, nulla a che fare con quello che li aveva uniti prima del loro ingresso in sala, e non poterono fare a meno di sorridersi ogni volta che i loro sguardi si incrociavano. Dopo le tante suppliche di Johannah e Mark, Harry e Louis, si cimentarono in quello che doveva essere un lento al centro della sala sotto lo sguardo di tutti, Louis strinse forte a lui il più piccolo, sapeva quanto questo temesse di essere giudicato e sapeva anche quanto si sentisse al sicuro tra le sue braccia.

Sulle note di una canzone che nessuno dei due conosceva, i due ragazzi si mossero tra la sala e i loro sorrisi illuminavano il resto, le mani del riccio erano fisse sui fianchi del liscio mentre le braccia di Louis stavano cingendo il collo di suo marito, anche se per lui era una posizione abbastanza scomoda data la differenza d'altezza, e sotto gli sguardi entusiasti degli invitati si scambiarono un ultimo bacio prima di tornare ad occupare i loro posti.

Il momento della torta fu il momento preferito di Louis nonostante non avesse assaggiato neppure una briciola di quel dolce che aveva tutta l'aria di essere davvero invitante. Il liscio stava tranquillamente parlando con suo cugino Ashton, gli stava raccontando di come andasse la sua vita a Boca, quando un mugolio attirò la sua attenzione, si voltò e vide Harry addormentato sulla sua spalla, la mano stretta alla sua e un sorriso comparve sul volto del ragazzo dormiente quando Louis gli stampò un bacio sulla fronte.

Harry era la cosa più preziosa che aveva.

Quel giorno Harry e Louis sarebbero dovuti ritornare a casa, le loro normali vite li attendevano e loro erano costretti a salutare la bella New York anche se prima volevano fare un giro per un'ultima volta.

-"Sei felice?" Gli chiese Louis mentre passeggiava tra la folla caotica di Times Square.

Il ragazzo indossava una t-shirt bianca, semplice, e un jeans chiaro che gli fasciava perfettamente le gambe toniche, aveva un cappello nero voltato all'indietro e la mano stretta a quella di Harry, stretto nella sua maglia a mezze maniche nera con delle scritte bianche e nei suoi jeans neri strappati sul ginocchio e con una macchina fotografica al collo.

-"Sono felicissimo." Rispose il riccio e regalò al ragazzo che lo affiancava un sorriso smagliante, uno di quelli in grado di accendere chiunque per quanto fosse brillante. "Ed è solo grazie a te." Aggiunse e si sporse in avanti per stampargli un bacio sulla guancia.

Il più grande si voltò verso di lui e lo prese tra le braccia.

-"Non devi ringraziarmi mai, Haz, mai. Soprattutto quando credi che io ti stia rendendo felice." Disse. "Vederti felice rende felice anche a me, più di quanto io lo sia mai stato prima d'ora in vita mia. Tante volte ti ho detto di non sapere esattamente che cos'è questo sentimento che provo per te e ancora non lo so, tutto ciò che so è che quando sto con te sto bene, riesco ad essere me stesso e non ho paura. Con te ho cambiato ogni mia convinzione, ho abbattuto ogni cosa che per me era un limite. Mi hai cambiato e ora sono felice." Continuò. "Non so che cosa provo per te, Harry, ma credo che potrei innamorarmi di te." Concluse, il riccio era ancora stretto tra le sue braccia.

Il maggiore non sapeva perché aveva detto all'altro quelle parole, soprattutto lì in mezzo a così tanta gente che gli lanciava occhiate curiose, ma quando aveva stretto Harry tra le braccia non era riuscito a trattenersi. Sentiva di dover dire all'altro in qualche modo quanto importante fosse per lui, glielo doveva, lo doveva alla loro relazione.

Harry inclinò la testa da un lato e un tenero sorriso gli comparve sul volto leggermente arrossato, forse per il caldo e per la troppa vicinanza a Louis a cui non si sarebbe mai abituato.

-"Vorrei davvero tanto essere felice con te." Disse e si abbasso un po' per poter essere alla stessa altezza del maggiore. "Mi piacerebbe avere un futuro con te, Louis."

Louis lo prese di peso e gli fece chiudere le gambe sul suo bacino.

-"Allora creiamolo questo futuro." Rispose. "Creiamo il nostro futuro insieme, Harry." Concluse e fece unire le loro labbra.

Con dispiacere i due ragazzi salutarono la bella New York, con la promessa di ritornarci il prima possibile, e si diressero all'aeroporto accompagnati da Ashton che aveva scoperto di gradire davvero molto la presenza di Harry e il riccio quella del ragazzo.

L'aeroporto era gremito di persone ma non sorprendeva nessuno dei due, era risaputo quanto caotica fosse New York e, poi, era un buon motivo per stringersi la mano e stare accanto l'uno all'altro. Louis si voltava continuamente quando sentiva di non avere l'altro al suo fianco e sorrideva rassicurato quando lo vedeva stretto alla sua spalla e con gli occhi fissi su di lui.

-"¡Estemos a punto de caer, estamos a punto de caer!" Esclamò il minore, schiacciato contro il comodo sedile bianco dell'aereo. "¡Estemos a punto de caer, yo lo sé, me lo siento!" Continuò e strinse la mano che gli stava accanto.

Louis alzò gli occhi al cielo e sbuffò annoiato, il minore non faceva altro che ripetere che stavano per cadere da quando, più di venti minuti prima, l'hostess aveva comunicato loro che c'era una piccola turbolenza.

Mancava meno di mezz'ora all'atterraggio ma il maggiore sapeva che sarebbe stata la mezz'ora più lunga della sua vita.

-"Harry, ti prego, calmati." Gli disse Louis e gli accarezzò il dorso con il pollice. "Stai disturbando tutti gli altri passeggeri." Aggiunse e lanciò un'occhiata agli altri passeggeri come se volesse scusarsi con loro.

-"Louis l'aereo sta per cadere!" Esclamò il riccio, sinceramente spaventato. "Quando saranno all'altro mondo nessuno li disturberà più!" Continuò.

Dalle spalle dei due ragazzi si alzò un brusio generale, c'era chi si stava lamentando per il caos fatto dal riccio, chi sosteneva fosse pazzo e chi, infine, iniziava ad avere paura.

Il più grande gli prese il viso tra le mani e sospirò.

-"Haz non succederà niente." Gli disse. "La turbolenza è passata, siamo al sicuro."

-"I- io ho p- paura..."

Il maggiore gli regalò un sorriso e gli baciò la punta del naso.

-"Guardami, babycakes." Sussurrò e fece incontrare i loro occhi. "Sei con me, sei al sicuro. Non ci succederà nulla."

Harry sospirò pesantemente e chiuse gli occhi per un momento.

-"Me lo prometti?" Gli chiese con tono di voce basso. "Me lo prometti che non succederà nulla?"

-"Te lo prometto, amore mio." Rispose Louis. "Stiamo per tornare a casa nostra, dove nessuno potrà farci del male."

Married? | l.s. ♛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora