seventy-one

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Harry stava correndo come un forsennato tra le strade di Boca, strade che erano diventate la sua seconda casa. Nella sua memoria erano sempre più lontane le strade di Buenos Aires, dove era cresciuto, mentre sentiva sempre più vicino a lui le strade e i luoghi di Boca che gli avevano riservato tante sorprese.

Il riccio saltò un piccolo fosso sul marciapiede, che rischiava di rallentarlo, mentre correva diretto verso casa sua. Verso il suo Louis.

Le parole di Helen lo avevano, in qualche modo, risvegliato e gli avevano fatto capire chi era la persona che lui voleva al suo fianco. Gli avevano fatto capire in che modo Ben gli stesse mentendo, di come lo stesse ferendo solo per riaverlo al suo fianco e di come, invece, Louis lo stava proteggendo dalla realtà.

Louis lo aveva sempre protetto, anche quando era arrabbiato con lui, gli aveva sempre dimostrato il suo amore e gli era rimasto al suo fianco. Anche in situazioni assurde. Louis lo amava e lui aveva dubitato del suo sentimento.

Harry si sentiva tremendamente in colpa al solo pensare al modo in cui lo aveva lasciato non molto tempo prima, era palese che Louis non stesse bene eppure lui era andato via. Doveva riprenderselo.

Harry doveva riprendersi Louis.




Il tempo sembrava non trascorrere mai per il giovane Louis, che neppure riusciva ad alzarsi dal divano dato le sue pessime condizioni. Il suo corpo era invaso da brividi e neppure la coperta che gli copriva il corpo riusciva a riscaldarlo. La fronte era calda e imperlata di sudore, la testa continuava a fargli male e impediva al giovane di conciliare il sonno.

Blue, sdraiato ai piedi del divano, continuava a fissarlo e di tanto in tanto gli leccava la mano che penzolava giù dal divano, Louis si sforzava di abbozzare un sorriso, davanti ad un gesto così tenero, ma sentiva di non avere le forze neppure per quello.

Il liscio non sapeva se a farlo sentire così male fosse la sua condizione fisica o se fosse il pensiero di Harry in giro da qualche parte a divertirsi con Ben. Con Ben, non con lui.

Dopo l'ennesima imprecazione contro qualche ramo o altri ostacoli, Harry raggiunse la casa che condivideva con il più grande. Velocemente aprì il cancello e percorse di corsa il viale che lo conduceva alla porta d'ingresso. Harry si concesse di tirare un sospiro di sollievo e rallentare, solo quando inserì la chiave nella toppa della porta.

-"Louis!" Urlò il minore non appena mise piede in casa. Il profumo famigliare gli invase le narici. Quella era casa sua. "Louis dove sei?!" Continuò ad urlare il ragazzo e chiuse la porta alle sue spalle, con un rumoroso colpo.

Nessuna risposta.

Il riccio lasciò cadere le chiavi sul mobile in legno e uscì dal piccolo ingresso.

-"Louis!" Urlò nuovamente.

-"Ma che cazzo urli?! Ci sento ancora!" Rispose Louis, alzando a sua volta il tono della voce, per poi pentirsi subito dopo. "Ahi..." Gemette di dolore il ragazzo e si portò una mano sulla fronte dolorante.

-"Louis!" Esclamò il riccio e corse da lui. "Scusa è che tu non mi rispondevi e allora mi sono messo a gridare." Borbottò. "Mi dispiace." Si scusò.

-"Forse non ho risposto perché non voglio parlare con te, no?" Replicò il più grande, mantenendo un tono di voce basso.

-"Invece noi parleremo." Disse Harry. "Che ti piaccia o no."

Il riccio sospirò.

-"Harry, ti prego, non ora." Rispose. "Non ho le forze sufficienti per litigare di nuovo con te..." Sussurrò e abbassò il capo. "Non ora, per favore..."

Married? | l.s. ♛Where stories live. Discover now