thirty-three

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Il servizio fotografico per la casa di moda era durato molto più di quanto i due ragazzi volessero, quella che doveva essere solo un'altra ora di lavoro si era prolungata fino a tardo pomeriggio.

Il meteo aveva deciso di non voler più stare dalla parte dei due sposi, infatti, poco prima che Harry iniziasse a scattare delle foto a Tom, il ragazzo con cui Louis aveva litigato per difendere il riccio, all'esterno si era scatenata una vera e propria tempesta e di conseguenza la luce non era più favorevole e neanche le luci artificiali riuscirono a sistemare la situazione.

Diverse erano state le ore che i due ragazzi avevano dovuto attendere prima di riprendere a lavorare, durante quel lasso di tempo Louis aveva proposto al minore di scrivere il loro articolo ma gli era stato impossibile, i modelli avevano avuto la brillante idea di organizzare una specie di festa improvvisata con la musica a tutto volume e le suppliche dei due ragazzi non furono abbastanza per farli calmare.

Harry tirò un sospiro di sollievo quando la pioggia cessò e il sole tornò in parte a splendere nel cielo, ne aveva avuto abbastanza per quel giorno e non ne poteva più di sopportare modelli urlanti, il ragazzo si armò di pazienza e concluse il suo lavoro affiancato da Louis che gli era stato accanto durante tutto quel tempo, lo aveva aiutato per quanto gli era possibile e lo aveva difeso quando ce n'era bisogno.

Louis c'era stato per Harry, sempre.

Il riccio si gettò su un piccolo divano in pelle beige, presente nel casolare diventato momentaneamente uno studio fotografico, quando anche l'ultimo di quei fastidiosi modelli era uscito dalla porta e il ragazzo sperava davvero di non doverli mai più rivedere, aveva lavorato con tantissime persone ma nessuno lo aveva infastidito tanto come quei cinque ragazzi e in particolare come aveva fatto Tom.

Il cielo all'esterno del casolare stava rapidamente diventando buio, il pomeriggio stava ormai per finire e le sfumature calde del tramonto diventavano un ricordo sempre più lontano, Harry osservava quel cielo sereno dopo la pioggia fitta di quel pomeriggio e si sentiva in pace, nonostante il duro lavoro si sentiva appagato e non poté fare a meno di sorridere quando vide la prima stella comparire nel cielo, le stelle per il ragazzo erano sempre state sinonimo di belle cose e felicità e lui ne aveva davvero bisogno.

-"A che cosa pensi, Haz?" Gli chiese Louis mentre, nel casolare illuminato solo dalle luci provenienti dall'esterno, si avvicinava a lui.

Il riccio sorrise involontariamente quando vide gli occhi del maggiore illuminati dalla luce della luna, era così bello.

-"Vieni qui." Gli disse e batté una mano sul divano in pelle per far capire all'altro che cosa intendesse.

Il più grande annuì e raggiunse il divano, si sedette accanto al riccio e circondò la vita di questo con le braccia prima di lasciargli un bacio sulla fronte.

-"Penso a quanto sono fortunato." Disse il minore, come risposta alla domanda che l'altro gli aveva fatto poco prima, e poggiò la testa sulla spalla coperta da una felpa grigia del maggiore.

-"E perché pensi di essere fortunato?" Gli chiese il più grande, sinceramente curioso di sapere che cosa l'altro pensasse e di conoscerlo meglio.

-"Guarda che bello il cielo questa sera." Replicò Harry e si sistemò meglio contro il corpo del maggiore. "Come puoi non sentirti fortunato quando vivi una serata così bella?" Chiese. "E poi sono con te, che rendi tutto più bello." Aggiunse.

Il liscio sorrise teneramente e gli stampò un bacio sulla fronte.

-"Sei speciale, Haz." Sussurrò. "Non riesco più ad immaginare la mia vita senza di te." Aggiunse.

Il più piccolo alzò la testa e quando vide il ragazzo un'idea gli balenò per la mente.

-"Aspettami un momento qui." Disse e in tutta fretta si alzò dal divano e corse verso la scrivania.

-"Che cosa fai?" Gli chiese Louis e aggrottò la fronte mentre lo vedeva prendere qualcosa dalla scrivania in legno.

Dopo poco meno di un minuto il riccio ritornò dal maggiore con la sua macchina fotografica stretta tra le mani.

-"Su, mettiti in posa." Gli disse sorridente.

-"Che cosa vuoi fare?" Continuò a chiedere il più grande, confuso da quella situazione.

-"Voglio fotografare la persona più importante della mia vita." Rispose, con massima serietà, Harry.

Il liscio si morse il labbro inferiore per reprimere un sorriso e abbassò il capo imbarazzato, in quel momento Harry ne approfittò e iniziò a scattare la prima delle tante foto che la susseguirono.

-"Dai Haz, sai che non adoro farmi fotografare se non in occasioni importanti." Blaterò il liscio e cercò di coprirsi in qualche modo ma l'altro non voleva saperne di smettere di scattare.

Tante furono le foto che il minore fece quella sera a Louis, foto che lo ritraevano in ogni suo gesto più semplice, mentre sorrideva, si imbarazzava, parlava ma le preferite di Harry erano quelle mentre lo guardava.

Quelle foto ritraevano ciò che Louis era.

Il suo Louis.

-"Ora basta." Disse Louis e prese il polso del minore per tirarselo addosso. "Ora tocca a te." Aggiunse e ghignò soddisfatto quando riuscì a strappargli la macchina fotografica dalle mani.

-"Das, niño, éste es mi trabajo, no el tuyo." Cercò di controbattere il riccio. "Ríame la cámara de foto." Aggiunse e cercò di mettersi a sedere sulle gambe del maggiore.

-"Non ho idea di che cosa tu abbia detto." Disse il più grande che non aveva mai smesso di sorridere. "Ora però sorridi!" Esclamò e si avvicinò la macchina fotografica al viso.

-"Dai, Lou, no." Rise Harry mentre l'altro continuava a scattargli foto.

Pian piano il minore si ritrovò sdraiato sul divano mentre l'altro gli stava a cavalcioni addosso e continuava a scattargli delle foto.

-"Sei bellissimo." Sussurrò Louis e gli si sdraiò addosso, sul piccolo divano beige, spostando la macchina fotografica di lato ancora stretta tra le sue mani. "Sei così bello." Aggiunse.

Il riccio sorrise, il volto accaldato e i capelli sparsi sulla fronte.

-"Hai finito di farmi le foto?" Gli chiese.

-"Ne ho ancora una da scattare." Replicò il più grande. "E ho intenzione di scattarla adesso." Aggiunse e prima che l'altro si rendesse conto di qualsiasi cosa fece unire le loro labbra.

Mentre le labbra dei due ragazzi si muovevano le une contro le altre un flash attirò l'attenzione del riccio e non poté fare a meno di sorridere durante il bacio, era quella la foto che il più grande aveva in mente.

-"Ora hai la foto che tanto volevi?" Gli chiese il minore, interrompendo il bacio, e gli accarezzò una guancia con il dorso della mano.

-"Ora ho te." Replicò Louis e gli morse il labbro inferiore. "Ho te anche se non sapevo di volerti così tanto."

-"Che intendi dire?" Gli chiese il riccio e si sistemò sotto di lui.

-"Intendo dire che ti voglio, ti voglio nella mia vita." Rispose il più grande. "Proprio come ti ho detto prima, non riesco più ad immaginare una vita senza di te e non sono neanche certo di volerlo. Non so che cosa accadrà quando avrai la tua cittadinanza ma mi spaventa, mi spaventa l'idea di perderti. Nella mia vita non ho mai avuto bisogno di nessuno ma per qualche motivo ho bisogno di te, di averti al mio fianco." Continuò. "Non so che cosa provo per te ma è bello e mi fa stare bene. Tu mi fai stare bene." Concluse e rubò un altro bacio al riccio che sorrise.

-"Anch'io sto bene con te." Replicò Harry. "Diventi ogni giorno più importante per me e non credo di voler rinunciare a questa nostra relazione." Disse e gli prese la mano.

Il liscio guardò le loro mani unite e non poté fare a meno di scattare una foto a quei loro arti uniti per diventare una cosa sola.

-"Amo le tue mani." Disse Louis. "Quasi quanto amo te."

Married? | l.s. ♛Where stories live. Discover now