forty-one

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Nonostante le calde temperature, che erano sensibilmente salite, di maggio il letto di notte era particolarmente freddo quando non c'era il più grande a riscaldarlo.

Louis era partito due giorni prima per New York, i suoi genitori gli avevano chiesto di partecipare ad una festa nel loro albergo e il riccio lo aveva convinto ad accettare, sapeva che quella fosse la scelta migliore, Louis doveva partecipare a quella festa e gioire dei successi della sua famiglia ma non riusciva a non sentire la sua mancanza.

Da quando il maggiore era partito Harry la notte faceva fatica a chiudere occhio, stringeva a lui il suo peluche a forma di bistecca e sorrideva nel ricordare, i primi tempi, quando aveva chiesto a Louis di essere il suo peluche per una volta.

Tanti erano i messaggi che i due ragazzi si scambiavano nell'arco della giornata, e anche di notte prima che il liscio crollasse addormentato, così come anche le telefonate. Louis gli mandava foto di New York e il più piccolo non poteva fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato bello visitare New York con lui.

Di giorno l'assenza di Louis si faceva sentire ma era di notte il momento in cui il riccio si sentiva schiacciare da quella mancanza, si voltava continuamente nel letto alla ricerca di quel calore a lui tanto familiare ma nulla era in grado di colmare l'assenza di Louis in quella casa che tutto gli ricordava lui.

In casa loro.

Quel giorno, il secondo senza Louis, il riccio non aveva alcun tipo di impegno, aveva qualche giorno libero dal lavoro e lui non sapeva come trascorrerli senza Louis che sarebbe ritornato solo dopo due giorni se non ci fossero stati problemi.

Nella casa, di solito piena di risate e di urla interrotte solo dallo schioccare di baci, riecheggiavano i sospiri sconsolati del riccio che si teneva le ginocchia strette al petto seduto sul solito divano bianco, non una parola risuonava tra quelle pareti se non quando Harry telefonava al liscio e sentiva il cuore colmo di gioia nel poter sentire la sua voce.

Louis gli mancava e non riusciva a negarlo.

-"Che noia." Sospirò annoiato Harry mentre continuava a cambiare canale della televisione alla ricerca di qualche programma che attirasse la sua attenzione per più di un minuto.

La casa era estremamente vuota e il ragazzo non poteva fare a meno di chiedersi come potesse Louis vivere da solo prima di conoscere lui, come potesse essere abituato a quel silenzio e ad essere annoiato come lo era lui in quel momento.

L'ennesimo sospiro lasciò le labbra carnose del riccio e spense la televisione con un gesto annoiato, prima di far ricadere il telecomando nero sul divano, lo sguardo annoiato e pigro del ragazzo vagò nella stanza illuminata dalla luce del sole, erano solo le cinque del pomeriggio e fuori sembrava ci fosse davvero una bella giornata ma senza Louis non aveva senso uscire, e sorrise quando riuscì ad intravedere una palla di pelo colorata.

-"Blue!" Esclamò allegro il ragazzo e balzò giù dal divano per potersi avvicinare al cagnolino che sobbalzò. "Ma ciao mio piccolo Blue, sai che sei davvero carino?" Chiese al cane, consapevole però che questo non lo avrebbe risposto, con uno stupido sorrise stampato sul volto.

Contrariamente a quanto voleva il cane, Harry allungò le braccia tatuate e prese di peso Blue che si dimenò per qualche momento, prima di rassegnarsi e lasciarsi stringere dal riccio che gli accarezzò il nasino.

-"Manca anche a te Louis?" Continuò a parlare il ragazzo e strinse Blue tra le sue braccia. "Manca tanto anche a me, mi manca essere stretto tra le sue braccia mentre lo guardo sorridere." Disse. "Mi manca potergli saltare addosso quando meno se lo aspettava e, non credevo l'avrei mai ammesso, mi manca anche sentirlo urlare per ogni piccola cosa." Continuò. "Mi manca davvero tanto, piccolo Blue." Concluse e si sforzò di sorridere per evitare che la tristezza prendesse il sopravvento su di lui.

Blue, ancora stretto tra le braccia di Harry, produsse un verso che l'altro non riuscì a comprendere di che genere fosse e iniziò a dimenarsi tra le braccia del riccio.

-"Vuoi giocare piccolino?" Chiese Harry al cane e lo strinse di più a lui, mentre il piccolo continuava a dimenarsi. "Sì che vuoi giocare!" Esclamò e baciò il nasino di Blue che ululò.

-"Quante volte dovrò ripeterti di lasciare in pace il mio cane?"

Harry sobbalzò quando sentì quella voce, a tal punto da cadere all'indietro e far scappare via Blue che corse in un punto alle sue spalle, per un momento pensò di essere impazzito del tutto ma quando una chioma castana e un sorriso divertito comparvero su di lui pensò che se quella era pazzia, in fondo, gli piaceva.

-"Ti sei fatto male, babycakes?" Gli chiese Louis, piegato su di lui, e gli porse una mano per aiutarlo ad alzarsi.

Quando il riccio gli prese la mano capì che quella non era pazzia.

Era il suo Louis.

In men che non si dica il riccio si rimise in piedi e gettò le braccia al collo del maggiore, prima di gettarsi di peso su di lui e farlo cadere all'indietro.

-"Ehi, attento." Rise il maggiore e gli cinse la vita con le braccia.

Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, le labbra di Harry e Louis si unirono in un contatto disperato, non passò molto tempo prima che le loro lingue dessero vita ad un gioco senza fine, senza freni.

Dopo soli pochi istanti i due rotolarono sul pavimento e Harry si ritrovò schiacciato tra il parquet in legno e il corpo caldo di Louis che continuava a premersi contro il suo.

-"Mi sei mancato anche tu." Disse Louis dopo aver posto fine a quel bacio, il volto accaldato e le labbra gonfie e rosse erano circondati dai capelli disordinati, per via delle mani del riccio tra questi. "Se ogni volta il bentornato a casa è così partirò più spesso." Aggiunse ironico.

-"Tu non partirai mai più, non senza di me." Replicò il riccio e fece unire ancora una volta le loro labbra, il maggiore cercò di approfondire quel bacio ma il riccio si staccò subito dopo. "Non ti ho sentito entrare."

-"Immagino fossi troppo preso a giocare, o meglio torturare, Blue per sentire la porta aprirsi." Rispose il più grande e si mise a sedere sul pavimento, portando con sé il minore. "E poi ho cercato di fare il più piano possibile, volevo farti una sorpresa." Spiegò.

Harry si sistemò sulle gambe del maggiore e si passò una mano tra i capelli.

-"Non dovevi tornare tra due giorni?" Gli chiese.

-"Dovevo ma la festa è stata rimandata per dei problemi all'impianto elettrico."

-"A quando è stata rimandata."

-"A dopo domani." Rispose il liscio e lo strinse a lui.

Il volto del più piccolo si rabbuiò all'istante e abbassò il capo dispiaciuto.

-"Quindi devi ripartire?" Gli chiese sottovoce.

-"Sì." Annuì Louis sorridente, prima di prendergli il volto tra le mani e di mordergli il labbro inferiore. "Con te però." Aggiunse.

Il riccio aggrottò la fronte, il volto si piegò in una smorfia mista tra la felicità e la confusione.

-"Che intendi dire?" Gli chiese.

-"Che parti con me." Rispose Louis. "Andiamo a New York." Aggiunse. "Ti porto a conoscere i miei genitori."

Married? | l.s. ♛Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang