fifty-three

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Era tutto finito.

Louis rimase come paralizzato mentre guardava il riccio andare via da lui. Non stava correndo, come se lo stesse supplicando di fermarlo e lui avrebbe potuto farlo ma sentiva un peso sulle spalle che gli impediva di muoversi, di corrergli dietro.

Il peso di averlo distrutto, di aver distrutto la loro relazione.

Il liscio sussurrò due parole a qualcuno che ormai era troppo lontano da lui, parole che avrebbe dovuto dirgli molto tempo prima ma ormai era troppo tardi.

Harry se ne andò senza guardarsi indietro, con il cuore distrutto e la voglia disperata di odiare quel ragazzo di cui era follemente innamorato.

Louis lo aveva distrutto, proprio come desiderava, e non si era fermato neppure per un momento a pensare a lui eppure, Harry non poteva fare altro che chiedersi come stesse in quel momento. Aveva voglia di piangere? Si era pentito di ciò che aveva fatto? Voleva correre da lui e abbracciarlo?

Se solo avesse voluto farlo Harry lo avrebbe accolto a braccia aperte, sarebbe tornato a casa con lui e insieme avrebbero cacciato quel ragazzo che si era intrufolato nel loro letto, sarebbero finiti per fare l'amore in quello stesso letto.

Se solo Louis l'avesse voluto Harry gli avrebbe dato di nuovo tutto ciò che aveva.

Louis però non voleva.

Louis non lo voleva più.

Erano passati tre giorni da quando Harry e Louis si erano separati, giorni da incubo li definiva Louis. Il caldo era diventato più intenso ma il liscio non sapeva se a soffocarlo fosse il caldo o l'assenza di Harry.

Quando il liscio era rientrato a casa era corso al piano superiore, aveva cacciato in malo modo Austin pur sapendo che non era colpa sua.

Era stato solo lui a distruggere tutto, Austin era solo un mezzo per arrivare al suo risultato.

Una volta rimasto solo in quella casa si rese conto di quanto stupido fosse stato, perché lo aveva fatto?

Harry non lo meritava, la loro relazioni non lo meritava.

In quei giorni Louis non aveva fatto altro che tempestare di chiamate e messaggi il più piccolo, si era scusato in ogni modo che conosceva ma Harry non faceva altro che ignorarlo. Come dargli torto? Lui lo aveva distrutto.

Il liscio lo aveva cercato in lungo e in largo, aveva anche chiesto aiuto ai suoi amici ed era finito per discutere con Helen che lo accusava di essere stato un mostro, di aver distrutto un cuore innamorato di lui e solo l'intervento di Liam riuscì a far riappacificare i due amici e a convincere la ragazza ad aiutarlo.

-"Ti aiuterò Louis, ma non lo farò per te." Gli disse Helen quando alle tre del mattino si presentò a casa sua stretta in un jeans chiaro strappato sulle ginocchia e con una felpa leggera grigia. "Ti aiuterò a trovare Harry solo perché lui merita di guardarti negli occhi e dirti quanto hai sbagliato." Continuò. "E se lui non vorrà perdonarti io non farò nulla, perché se fossi al posto suo io non ti perdonerei mai. Non aiuterò te, Louis, ma Harry." Concluse e Louis non replicò, lei aveva ragione.

Fu però il terzo giorno il più difficile per Louis.

Dopo essere tornato da lavoro il liscio, attento com'era ai dettagli, non ci mise molto a capire che in casa sua c'era stato qualcuno che conosceva bene, qualcuno con cui aveva condiviso quelle quattro mura.

La sedia su cui di solito sedeva Harry era spostata, i cereali del riccio erano scomparsi dal ripiano della cucina, una nuova pallina rossa era sistemata nella cuccia di Blue, tutte le cose di Harry di solito sparse per casa erano scomparse. Ciò che vide però in camera sua lo fece scoppiare a piangere.

Married? | l.s. ♛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora