thirty-two

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-"Dai andiamo a lavorare." Ripeté Louis e si sistemò lo zaino sulla spalla. "Allora, pronto ad entrare nel mio mondo?" Gli chiese e cercò di nascondere quanto fosse preoccupato di portarlo anche in quel lato del suo mondo, era l'unico lato che aveva sempre ritenuto suo e da quel momento avrebbe potuto condividerlo con il minore.

-"Io sono sempre pronto ad entrare in qualcosa." Rispose sorridente il riccio. "Anche se di solito non lo faccio, preferisco..." Stava continuando il ragazzo ma l'altro lo zittì.

-"Harry!" Esclamò il più grande.

Harry sorrise divertito e gli prese la mano.

-"Sono pronto solo se tu sei al mio fianco e mi tieni la mano."

Il liscio non poté fare altro che sorridergli nel modo più dolce che conosceva, portarsi le loro mani intrecciate alle labbra e stampare un bacio sul dorso della mano di Harry, prima di stringerla più forte.

-"Non ti lascerò mai la mano." Disse e per quanto infantile potesse sembrare quella frase, per lui aveva un grande significato.

-"Me lo prometti?" Gli chiese il più piccolo e inclinò la testa da un lato.

I suoi occhi esprimevano un misto di emozioni che mandavano fuori di testa il maggiore che avrebbe voluto restare lì ad abbracciare e baciare il più piccolo.

-"Te lo prometto, babycakes." Rispose Louis e gli sorrise nuovamente.

-"Mi piace quando mi chiami babycakes." Disse felice il riccio.

-"E a me piace farlo." Replicò il più grande. "Proprio come mi piaci tu." Aggiunse e gli lasciò un ultimo bacio a stampo sulle labbra. "Ora però andiamo o finiremo per restare qui tutto il tempo."

-"Non mi dispiace come idea." Rispose Harry e scrollò le spalle, mentre un ghigno malizioso era stampato sul suo volto. "Anzi, la preferisco."

Il liscio alzò gli occhi al cielo ma non riuscì a reprimere un mezzo sorriso.

-"Andiamo." Si limitò a dire, prima di prendere le cose dell'altro e trascinare il riccio fuori dall'ufficio.

Harry per tutto il viaggio in macchina non aveva fatto altro che cercare di convincere l'altro a tornare a casa loro e passare una giornata senza alcun tipo di pensiero, gli aveva anche proposto tutta una serie di scuse che avrebbero potuto usare a lavoro ma il liscio era irremovibile, gli aveva più volte detto che non aveva alcuna intenzione di rinunciare a quell'incarico ed era riuscito a convincerlo solo facendo leva su quanto fosse bello poter lavorare insieme.

-"Siamo arrivati?" Gli chiese Louis e svoltò in una stradina di campagna.

-"Sì, siamo arrivati, parcheggia pure." Rispose il riccio e gli indicò lo spazio circostante ad un vecchio casolare apparentemente abbandonato.

-"Chi è lo stupido che ha avuto la brillante idea di fare un servizio fotografico di moda in un casolare abbandonato?" Chiese il più grande e, dopo aver parcheggiato, spense il motore della macchina.

-"Lo stupido sono io." Disse Harry e aprì la portiera della Jeep. "C'è una bellissima luce e ti stupirai di quanto bella sia questa location all'interno." Aggiunse quando notò l'espressione stranita del maggiore e scese giù dalla macchina.

Quando i due ragazzi entrarono nel vecchio casolare, Louis era quasi disgustato da quel posto, i modelli erano già pronti ad aspettarli così come anche il segretario che la casa di moda aveva mandato per supervisionare il lavoro, il liscio normalmente sarebbe stato molto eccitato nell'essere in un vecchio casolare con così tanti ragazzi di bell'aspetto eppure quel giorno tutto ciò che riusciva a vedere era Harry e sentiva una sorta di gelosia quando questo toccava e spogliava a suo piacimento quei ragazzi che, a detta sua, lo stavano spogliando con gli occhi.

-"Allora chi è il prossimo?!" Gridò Harry e si passò una mano tra i capelli.

Il riccio aveva appena terminato di fotografare il terzo ragazzo della giornata e doveva sbrigarsi a fotografare i due restanti dato che la luce stava cambiando e sembrava potesse iniziare a piovere da un momento all'altro, il ragazzo era decisamente stanco di sentire così tante voci mentre i ragazzi si confrontavano sulle pose da usare durante il servizio fotografico, l'unico in grado di fornirgli un po' di sollievo era Louis che, tra un appunto e un altro, cercava di aiutarlo ed era sempre pronto a dargli baci quando ne aveva bisogno.

-"Stai bene, piccolo?" Gli chiese Louis e gli poggiò una mano sulla spalla.

-"Sono solo un po' stanco." Sospirò il riccio e appoggiò la testa sulla spalla del maggiore. "Questi qui si lamentano come non so cosa e vengono anche pagati per farlo." Aggiunse.

Il più grande accennò un sorriso e lo abbracciò.

-"Solo altri due e poi potremmo andare a casa." Gli sussurrò e iniziò ad accarezzargli i capelli. "Per l'intervista non c'è alcuna fretta." Aggiunse.

-"Grazie." Rispose Harry e gli stampò un bacio a stampo. "Sei un angelo."

Il liscio gli sorrise e aprì la bocca per rispondergli ma un ragazzo dai ricci capelli biondi e gli occhi verdi si avvicinò loro e richiamò l'attenzione del maggiore.

-"Io sono pronto." Disse il ragazzo con tono abbastanza annoiato. "Devo ancora aspettare molto per iniziare?" Chiese.

-"Harry era pronto anche due minuti fa, quando ti ha chiamato, eppure ha aspettato." Disse Louis, decisamente infastidito dal comportamento del ragazzo.

-"Lui può farlo, io no."

-"Lui sta lavorando da quando è arrivato, tu no." Replicò il liscio. "Quindi ora stai zitto e aspetti." Aggiunse. "Se non ti conviene sai dov'è la porta e ti consiglio di portare un ombrello, il tempo non promette nulla di buono." Concluse.

-"Scusa ma sai io chi sono?!" Esclamò stizzito il modello e spalancò le braccia.

-"No e neanche mi interessa saperlo." Rispose il più grande e circondò le spalle del minore con un braccio.

-"Io sono Tom Grey, un modello, mentre voi non siete nessuno."

-"Beh, Tom Grey, se questi due nessuno non facessero il lavoro che fanno quelli come te neanche esisterebbero." Disse Louis e serrò i pugni. "Tu senza di noi non sei niente." Aggiunse.

-"Dai Lou, non serve..." Cercò di controbattere il riccio. "Ha ragione lui." Aggiunse. "Siamo qui per lavorare, non per perdere tempo."

-"Questo è vero, siamo qui per lavorare." Disse il più grande. "Questo moccioso - lanciò un'occhiataccia al ragazzo che si offese - dovrebbe imparare l'educazione."

-"Stai forse dicendo che io non sono educato?!" Chiese Tom.

-"O vedo che non sei così stupido come sembra." Lo prese in giro il liscio. "Quindi ora torna al tuo posto e aspetta in silenzio fino a quando Harry non avrà voglia di chiamarti." Disse scandendo bene ogni parole e con un'espressione dura stampata sul volto. "E impara a portare rispetto agli altri perché tu non sei nessuno per crederti migliore di altri." Concluse.

Forse per il tono di voce o forse per il discorso in generale ma Tom abbassò il capo, borbottò qualche scusa sottovoce e tornò dai suoi compagni che avevano assistito alla scena in silenzio.

-"Grazie..." Sussurrò il minore e tornò a stringere Louis.

-"Non serve neanche dirlo." Rispose Louis. "Quel ragazzino doveva essere rimesso al suo posto."

-"Per te sarebbe potuta essere una bella conquista, insomma non è niente male." Disse il riccio.

Il più grande in un primo momento aggrottò la fronte ma, subito dopo, sciolse l'abbraccio che lo univa al minore e gli prese il viso tra le mani.

-"Che me ne faccio di lui quando ho te?"

-"Davvero preferisci lui a me?"

-"Io preferisco te a tutti."

Married? | l.s. ♛Where stories live. Discover now