Capitolo 69: Giovedì, 1 marzo 2012

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"Leo, sono le 7!"

"Sì sì, lo so... Sono sveglio" rispondo senza aprire gli occhi; da quando la mamma è in ospedale, Asia si preoccupa che io mi alzi in tempo per andare a scuola, come se fossi ancora un bambino.

"Guarda che io sto per uscire, se ti riaddormenti..."

"Tranquilla..."

"Ok, ciao..., buona giornata!"

"Anche a te".

Ancora cinque minuti e poi giuro che mi alzo. Ho troppo sonno, ieri sera sono stato fino a tardi sul profilo Facebook di Giulia. Ho scoperto che fa il compleanno il 24 settembre, che ha un cane di nome Zeus, che le piacciono tutte quelle storie melense di vampiri, che ascolta Katy Perry, Rihanna e la musica latino americana (questo l'avevo intuito dalla suoneria del suo cellulare e avrei preferito non saperlo!), ma soprattutto che se già vestita mi fa impazzire, in costume mi manda definitivamente ai matti! Peccato che non siamo in estate e che anziché al centro commerciale non possiamo vederci in piscina...

"Leo!"; la voce di mio padre arriva all'improvviso a disturbare le mie fantasie. "Leo! Cosa fai ancora a letto?! Sono quasi le otto!"

"Cosa?!" esclamo tirandomi su di botto. "Com'è possibile?!"; guardo il cellulare e sono le 7:51. A quanto pare, tra una fantasia e l'altra mi sono riaddormentato. Cazzo! Tra quattro minuti suona la campanella.

"Sbrigati, ti accompagno io!" dice lui uscendo dalla mia stanza.

"Ma... non posso saltare per oggi?" gli chiedo seguendolo in cucina.

"E perché dovresti?"

"Perché ormai arriverei in ritardo! E c'ho pure la verifica di matematica!"

"Una ragione in più per andare."

"Dai! Quella strega già non mi sopporta, figurati se arrivo in ritardo!" protesto mentre mi preparo il caffellatte freddo. "Non mi farà nemmeno entrare in classe!"

"Certo che ti farà entrare. Ti firmo la giustificazione."

"Ma di sicuro non mi farà recuperare il tempo perso!"

"E allora meno tempo perdi adesso, meglio è!"

"Prenderò un voto schifoso! Già lo so!" mi lamento mentre metto in bocca un biscotto dietro l'altro e bevo in fretta il caffellatte. "Eddai papà!"

"No, se la mamma scopre che ti ho permesso di saltare una verifica..., siamo spacciati tutti e due."

"Non glielo diciamo mica!" esclamo io sorridendo e inarcando le sopracciglia.

"Figurati se non lo scopre! No, non se ne parla. Vai a prepararti, forza!".

Che palle! Speravo di riuscire a convincerlo ma niente da fare: mi tocca andare a scuola e mi tocca pure la verifica di matematica.

"Correani! Ti sembra l'ora di arrivare?!" è il benvenuto che mi dà la strega quando entro in classe.

I miei compagni hanno già la testa china sul compito ma la sollevano tutti per guardarmi; a dire il vero, tutti a parte Donata, la secchiona: lei durante una verifica non si lascerebbe distrarre neanche da un terremoto o da un incendio.

Porgo la giustificazione alla strega e vado verso il banco che condivido con Mattia, ma lei mi ferma prima che possa sedermi: "Correani, vieni a sederti qui alla cattedra, così ti concentri meglio!".

È l'unica tra tutti i professori che si ostina a chiamarci per cognome, ed è una delle cose di lei che proprio non sopporto. E poi è evidente che ce l'ha con me: sedermi alla cattedra per concentrarmi meglio, come no! Per sbagliare meglio, vorrà dire!

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now