Capitolo 8: Venerdì, 30 dicembre 2011

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"Allora, è pronto 'sto pranzo o no?!"

"Che tritapalle che sei! Lasciami stare!"; è già la terza volta in mezz'ora che Asia entra in cucina a chiedere se è pronto. "Se continui a disturbarmi ci metto di più!"

"È già l'una e mezza, e alle due devo essere da Margherita per studiare!"

"Oh, beh! Potevi andarci pure per pranzo, così non stavi qua a rompere a me!"

"E io che ne sapevo che oggi all'opera c'era il Grande Cuoco?!"

"Beh, se hai tanta fretta..., fatti un panino e sparisci, allora!"

"No no, ormai sono curiosa di assaggiare cosa combini..., soprattutto i roti prata!".

Roti prata: questo il nome di quella specie di piadine di Singapore in cui ho deciso di cimentarmi.

"E allora stai zitta e lasciami fare in pace!"

"Vabbè..." sospira lei mettendo a tavola i tovaglioli che papà quando ha apparecchiato si è dimenticato. "Scriverò a Margherita che ritardo!".

Riprendo a cucinare, sperando che lei mi lasci davvero in pace, ma non ricordo più un passaggio per il ripieno dei roti, così prendo il cellulare per guardare.

"Cazzo! Si è scaricato il telefono!"

"Eh..., tra le volte che non carichi la batteria e le volte che non metti la suoneria, io non lo so che lo tieni a fare il telefono!" ride Asia che non si lascia sfuggire un'occasione per dire la sua. "Giusto per le tue amichette, forse!".

Io sbuffo e alzo gli occhi al cielo. "Sì però intanto non mi ricordo la ricetta! Ridi meno se il pranzo è pronto tra un'ora!"

"Tieni" sospira lei passandomi il suo telefono. "Basta che ti sbrighi!".


"È tutto buonissimo!" mi dice la mamma, che dopo aver finito la sua roti si è riempita il piatto di impepata di cozze; è un vero piacere vederla mangiare così di gusto, ma non posso fare a meno di pensare che tra qualche giorno questo appetito sarà solo un lontano ricordo. E mi fa rabbia, tanta rabbia. Rimango per un attimo sovrappensiero, venendo poi richiamato dalla voce di papà che ammette che, sì, in effetti è tutto molto buono.

"Mi sono pure alzato presto per andare al porto a prendere le cozze fresche!" esclamo con aria molto compiaciuta mentre faccio la scarpetta con il pane.

"Bello sforzo! Il porto è qui dietro" puntualizza Asia ridendo. "E poi presto! Erano le dieci passate, mi pare!"

"Senti, ma tu non avevi fretta?!" ribatto io prendendo un'altra roti. "Vai, che Michele ti aspetta!".

Lei arrossisce immediatamente e mi fulmina con lo sguardo, mentre mamma si trattiene dal ridere e papà domanda chi sia Michele.

"Un mio collega" risponde Asia versandosi dell'acqua, ed è così agitata che la rovescia e bagna la tovaglia.

"Un collega coi benefit" aggiungo io ridendo, e mamma che è seduta di fronte a me mi dà un calcio sotto al tavolo.

"È la prima volta che lo sento nominare..." dice papà. "O sbaglio?"

"Ma sì!" esclama mamma con noncuranza. "Michele! Sei tu che ti scordi sempre tutto!"

"Sarà..." dice papà con aria parecchio perplessa, e io stringo le labbra per non ridere mentre mamma fa l'occhiolino ad Asia.

"Tu a che ora devi uscire?" mi domanda poi mamma.

"Prendo l'autobus alle sei meno un quarto" le rispondo sfregandomi un occhio.

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now