Capitolo 207: Martedì, 17 luglio 2012

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Papà è tornato in piena notte dal turno in caserma, ma nonostante ciò ha insistito per accompagnarmi lui in ospedale, anche se Asia si era offerta. Probabilmente si sente in colpa per avermi trascurato o per il fatto che non riusciamo a comunicare come si deve.

Mi hanno riassegnato la stessa camera ma anche se lo sapevo già da domenica, ho preferito non lasciarvi comunque niente: ho portato tutto quanto a casa e adesso ho riportato tutto quello che mi serve. Lasciare qui le mie cose ad attendermi l'avrebbe resa ancora più familiare, e non voglio.

Sul letto, chiuso nella sua busta, c'è il pigiama azzurrino ben lavato e stirato.

Decido di indossarlo subito. Meno ci rimugino, meglio è.

Sarei pronto anche a indossare la giacca, ma fa troppo caldo, così indosso solo i pantaloni e tengo su la mia maglietta.

Comincio a disfare il borsone, sperando che mi vengano a chiamare presto per fare gli esami perché sto morendo di fame e non vedo l'ora di interrompere questa dieta tristissima.

Alle 8:30, dopo circa mezz'ora da quando siamo arrivati, arriva Laura per farmi il prelievo, misurarmi la febbre (che non ho) e accompagnarmi in radiologia.

Anche se la mia preferita rimane sempre Ester, devo ammettere che stavolta Laura non mi ha fatto molto male. Sarà che dopo tutte le volte che mi hanno bucato nell'ultimo mese comincio ad abituarmici. Papà invece era a disagio e ha distolto lo sguardo.

Chissà quante volte ha visto bucare la mamma.


Appena arriviamo davanti a radiologia, gli dico di aspettare fuori e lui non se lo fa dire due volte, con grande sollievo di entrambi.

Quando entro nella saletta per l'ecografia rimango piacevolmente sorpreso notando che non c'è nessuno dei due radiologi che conosco, ma una giovane radiologa mozzafiato: ha un bellissimo viso con gli zigomi pronunciati, capelli biondi e ricci raccolti, e un corpo perfetto di cui il camice non riesce a nascondere le curve.

Rimango per un attimo a guardarla senza parole, fermo sulla porta, chiedendomi se ho sbagliato sala.

"Ciao" mi saluta lei sorridendo. "Tu sei Leo, giusto?"

"Sì."

"Vieni pure, ti stavo aspettando."

Anch'io. Da una vita.

Mi avvicino a lei e faccio appena in tempo a leggere sul suo cartellino che si chiama Sara, che il mio sguardo viene subito attirato dal suo seno.

"Sei a digiuno, giusto?" mi domanda.

"Sì sì."

"E hai rispettato la dieta?"

"Sì".

Mi sento imbambolato.

"Sei preoccupato?" mi chiede lei interpretando male il mio imbarazzo.

"Eh? No no."

"Va bene, allora togli pure la maglietta e stenditi sul lettino."

"Oh, se vuoi tolgo anche i pantaloni!" esclamo accorgendomi troppo tardi di aver pensato a voce alta.

Lei scoppia a ridere scuotendo la testa.

"Non occorre, grazie. Mi pare di ricordare che l'ecografia sia all'addome" mi dice strizzando un occhio, mentre io mi tolgo la maglietta.

"Non era al fegato?" domando sdraiandomi.

"La dottoressa Lisandri ha detto che già che ci siamo tanto vale controllare anche il resto."

"Mi fa sempre delle sorprese, quella là" dico storcendo le labbra.

Leo (Io non ho finito)Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt