Capitolo 198: Domenica, 8 luglio 2012

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Questa è l'ultima giornata veramente mia prima di entrare ufficialmente in guerra contro la Bestia e affrontare la prima battaglia: sono nervoso, irrequieto, incazzato, e non riesco a restarmene a letto fino a tardi come faccio di solito la domenica mattina. Non sono nemmeno le 6 ed io sono già sveglio da un pezzo, a rimuginare su tutto quello che mi aspetta da domani. Basta! Mi alzo e vado a fare una corsa!

Vado in bagno e mi lavo la faccia con l'acqua fredda, indosso pantaloncini e canotta, metto le scarpe da ginnastica, e vado in cucina per mangiare qualcosa. Non ho molta fame. E questa faccenda di aver perso il mio solito appetito non mi va giù; anzi, a dire la verità mi ha già rotto il cazzo!

Alla fine non mi siedo nemmeno a fare colazione, mangio una banana in piedi, giusto per avere un po' di energia, butto giù un antidolorifico, prendo l'i-pod e le chiavi di casa, ed esco richiudendo piano la porta per non svegliare Asia (papà aveva il turno di notte ed è ancora a lavoro).

L'aria è piacevolmente fresca e io corro per le strade silenziose e vuote.

Pace.

Cerco di assaporare questa sensazione, cerco di convincermi di poter essere ancora padrone della mia vita, e corro a perdifiato, come se così potessi davvero lasciarmi indietro tutti i brutti pensieri e tutta la schifosa realtà.

Per un po' mi sembra quasi di riuscirci, mi concentro solo sulla musica e sul mio respiro, e mi sembra di avere la testa vuota e leggera, ma non dura molto a lungo: non sono nemmeno arrivato al parco che già la gamba mi fa un male dannato, nonostante l'antidolorifico. Mi sforzo di continuare a correre lo stesso, ma a un certo punto non ce la faccio più e sono costretto a sedermi. Che merda!

Mi lascio cadere sdraiato sull'erba, con le mani incrociate dietro la testa, e chiudo gli occhi cercando di calmarmi. Sono incazzato. E mi viene anche da piangere. Mi sembra tutta un'enorme ingiustizia.

Un'enorme fottuta ingiustizia.


Mi sono addormentato e devo aver dormito anche un bel po', perché adesso il sole è alto e molto caldo; mi ha svegliato l'abbaiare di un cane, che sta diventando via via sempre più forte e vicino. Prima che me ne renda conto, me lo ritrovo addosso che mi lecca dove capita e balzo a sedere di scatto, accorgendomi a questo punto che è Zeus.

"Zeus! Zeus, torna qui! Non andare a importunare la gente! ZEUS! Oh...".

Giulia si blocca di colpo non appena mi vede. Zeus corre da me a lei e da lei a me, scodinzolando felice, mentre noi rimaniamo a guardarci in silenzio, entrambi a disagio. Lei sembra anche parecchio incazzata, a dire il vero. Ieri sera dopo la nostra discussione ho pure spento il telefono e non l'ho ancora riacceso; può darsi che abbia provato a chiamarmi o mi abbia scritto, e questo l'ha fatta diventare ancora più nera, perché mi sta guardando in un modo che non lascia dubbi sulla sua incazzatura.

Qualche secondo dopo mi raggiunge con passo deciso e si siede anche lei sull'erba, abbastanza vicina a me ma non troppo.

Io non so cosa dire, non so nemmeno se dovrei scusarmi, e a pensarci sono anch'io incazzato con lei: non solo non vuole più andare a Londra, ma me l'ha pure tenuto nascosto! Allo stesso tempo però mi dispiace di averci litigato e vorrei che le cose fossero molto più semplici tra noi, com'erano prima, come sarebbero ancora se questa fottuta Bestia non si fosse messa in mezzo.

"Fai così ogni volta che qualcosa non ti va bene?!" mi domanda lei con tono duro. "Prendi e te ne vai?!"

"Non avevo più voglia di starmene lì a parlare con te" le dico guardando dritto davanti a me. "Ero stanco di discutere."

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now