Capitolo 235: Martedì, 14 agosto 2012

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"Mangio anche la tua roba, ti spiace?" domando a Matteo dopo aver divorato la mia colazione.

"No no, fai pure, tanto lo sai che devo stare a digiuno" mi risponde lui giocando con la pallina da tennis.

"Eh, lo so...".

E so che tra sei giorni tocca a me stare a digiuno.

Ma non oggi.

Oggi devo recuperare le energie, dato che Ester mi ha praticamente dissanguato.

"Però in cambio devi dire a tua sorella di rifare quei biscotti che abbiamo mangiato ieri!"

"Va bene" dico ridendo. "Vedrò di procurarmeli prima che ti dimettano! A proposito, ti hanno già detto quando potrai andare a casa?"

"In teoria venerdì."

"Hai detto bene: in teoria! Qua dentro il tempo è relativo: se ti dicono venerdì, vuol dire come minimo lunedì!"

"No, dai! Spero proprio di no!"

"Vedrai!".

Bussano alla porta.

"È permesso? Buongiorno!"

"Oooh, ciao Orietta! Vieni pure! È bellissimo sapere che non sei qui per me!" esclamo mentre finisco di mangiare lo yogurt.

"Come?! Non la vuoi anche tu la puntura del coraggio?" ride lei poggiandomi una mano sulla schiena.

"No grazie, stavolta passo! Per oggi di coraggio ne ho già avuto abbastanza! Mi è toccato dar via ben sei provette del mio sangue!"

"Buongiorno" la saluta Matteo mentre continua a giocare con la pallina.

Non ho ancora capito se lo faccia come anti-stress o per noia, fatto sta che ce l'ha praticamente sempre in mano.

"Buongiorno!" risponde Orietta avvicinandosi a lui. "Riccioli d'oro e Mister Sorriso insieme! Certo che se si sparge la voce, tutte le ragazze dell'ospedale faranno la fila qua fuori!" esclama Orietta strizzandomi un occhio mentre io rido.

"Mister Sorriso però è già impegnato, quindi le ragazze le prendo tutte io!" ride Matteo lanciandomi la pallina, che io afferro al volo.

"Sì sì, prenditele pure tutte" gli rispondo con un sorriso sarcastico. "Così magari smetti di sbavare davanti alla mia!"

"Dovresti esserne lusingato: le cose belle vanno guardate!"

"Le mie cose belle è meglio se non le guardi, fidati!"

"Ehi, voi due!" esclama Orietta indossando i guanti. "Se avete finito avrei una preanestesia da fare!"

"Sì, fai pure, io vado a farmi una doccia" dico andando verso il bagno.


I genitori di Matteo sembrano usciti da una rivista: sono sorridenti, educati, con i capelli perfettamente in piega e i vestiti perfettamente stirati. Stanno parlando col dottor Abele mentre Matteo, tornato in stanza dopo l'intervento da circa mezz'ora, se la dorme ancora.

Cerco di farmi i fatti miei, continuando a leggere il mio Dylan Dog, ma vuoi o non vuoi vengo comunque attirato dalla loro conversazione: a quanto pare l'intervento è "perfettamente riuscito" e con qualche mese di riabilitazione Matteo potrà tornare "quasi sicuramente" a giocare a tennis da professionista. Intuisco che quel "quasi" davanti al "sicuramente" serve solo al dottor Abele per pararsi il culo nel caso qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, ma tradotto dal "dottorese" vuol dire ottime notizie per ilmio compagno di stanza; un po' meno per i suoi genitori, forse, se lo vorrebbero imprigionare dietro a un computer e a una scrivania.

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now