Capitolo 160: Giovedì, 31 maggio 2012

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La sveglia suona per la seconda volta e per la seconda volta la spengo. Stanotte ho dormito malissimo, continuavo a pensare alla mamma e quando riuscivo ad addormentarmi mi svegliavo poco dopo di soprassalto, convinto di aver sentito squillare il telefono di casa anche se non era vero.

Non ho voglia di andare a scuola, c'ho pure due ore di matematica; magari Asia e papà dormono e non si accorgeranno del fatto che non mi sono ancora alzato; ci provo.

Dopo neanche cinque minuti, sento la voce di papà provenire dalla cucina: "Leo, ti sei alzato?"; provo a ignorarlo ma lui insiste: "Leo, alzati!"; e poi ancora: "Leo sto bevendo il caffè, non farmi venire lì a buttarti giù dal letto!".

Ma che due palle!

"Mi alzo! Mi alzo!" urlo per farmi sentire mentre mi trascino fuori dal letto.


"Buongiorno, eh!" mi dice Asia con tono sarcastico, dato che sono entrato in cucina senza salutare e che mi sono preparato la colazione in silenzio.

Io mugugno un "Ciao", mi siedo, e comincio a mangiare.

Non voglio andare a scuola.

Loro parlano del fatto che è oggi è la giornata mondiale senza tabacco e io li ascolto distrattamente mentre mi ripeto in testa che non voglio andare a scuola.

Non ci voglio andare.

Voglio andare dalla mamma.

"Posso saltare la scuola, oggi?" azzardo guardando papà, interrompendo così il loro discorso.

"Cosa?" mi chiede lui con una faccia per niente promettente.

"Voglio andare dalla mamma."

"Ci vai alle sette."

"Alle sette non riesco! Ho la pallanuoto! Non faccio in tempo!"

"La salti. Oppure vai dalla mamma domani."

"Non è giusto, però! Voi ci andate stamattina!".

Asia mi guarda e si stringe nelle spalle: "A dire il vero io oggi non riesco ad andarci. Sono impegnata tutto il giorno con l'università."

"E io posso andarci solo stamattina perché stasera sono in caserma."

"Ma io non ci riesco, ad aspettare! Dopo quello che è successo ieri! Oggi ho bisogno di vederla... subito!"

"E invece aspetterai" dice papà con tono pacato ma fermo. "Ognuno di noi farà il suo dovere, anche oggi. Compreso te."

"Ma papà!" protesto sbattendo il pugno sul tavolo. "Io oggi non ce la faccio a fare il mio dovere! Non me la sento!"

"Pensi che noi ce la sentiamo?".

La sua domanda mi gela.

No, non penso che loro se la sentano di compiere il loro maledetto dovere oggi, ma io proprio non ce la posso fare ad aspettare domani per vederla; se non fosse che so che stamattina papà va da lei, potrei fare finta di andare a scuola e poi invece saltare, ma così è impossibile; mi rassegno e controvoglia vado a prepararmi.


Il tempo a scuola sembra non passare mai, non riesco a prestare attenzione a niente, non riesco a ridere alle battute sceme dei miei compagni, non riesco a distrarmi dal pensiero della mamma, dalla faccia di papà dopo che ha parlato con la Lisandri, da ciò che la mamma mi ha detto anche se papà non era d'accordo.

Io devo vederla assolutamente.

Oggi.

Per forza.

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now