Capitolo 201: Mercoledì, 11 luglio 2012

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Verso l'una finalmente mi addormento, ma dopo un'ora sono già sveglio perché devo fare litri di pipì: merito di tutte le flebo che mi sorbisco da circa quaranta ore.

Ho sete, la bocca terribilmente secca e una dannata voglia di bere, ma sono terrorizzato all'idea di vomitare, così mi limito a sciacquarmi la bocca con l'acqua fresca, senza ingoiarla.

Mi riaddormento, poi mi sveglio alle 3: ho caldissimo.

Apro la finestra, mi tolgo i pantaloni della tuta e indosso un paio di pantaloncini.

Il pigiama azzurrino è ancora ben piegato e ben chiuso dentro la sua busta.

Vorrei togliere la maglietta ma la flebo me lo impedisce.

Torno a letto, ma dopo un po' ho freddo, quindi mi rialzo per chiudere la finestra e rimettere i pantaloni lunghi.

Mi riaddormento e mi sveglio di nuovo, accaldato.

Torno a fare pipì, riapro la finestra e mi riaddormento.

E poi arrivano le cinque: mi sveglio sudato, con la maglietta bagnata.

Mi alzo per l'ennesima volta e vado in bagno; vorrei da morire fare una doccia, ma con la flebo è impossibile; mi sfilo la maglietta fin dove posso e mi lavo nel lavandino. Non voglio rimettere la maglietta sudata e la lascio confinata intorno al braccio con la flebo.

Torno a letto ma non riesco più ad addormentarmi.

Arrivano i crampi della fame.

Forse questo è un buon segno.

Forse vuol dire che l'urgenza fegato è rientrata.

Non ce la faccio più a stare chiuso in questa stanza.

Mi infilo di nuovo la maglietta sudata, la sensazione è sgradevole ma meno che stare fermo qua. Esco in corridoio trascinandomi dietro la flebo, intenzionato ad andare a trovare i Braccialetti Bianchi, ma vengo subito intercettato da Ester.

"Dove credi di andare a quest'ora, re Leone?! E senza permesso per di più?!"

"Ester, sto impazzendo in quella stanza! Voglio andare a fare un giro!"

"Più tardi, se la dottoressa Lisandri è d'accordo. Adesso torna a letto, hai almeno altre due ore di sonno da fare!"

"No, ti prego! È stata una notte infinita!"

"Non ti lascerò andare in giro senza il permesso della Lisandri. Torna in camera".

Io sbuffo e ritorno sui miei passi, poi mi volto ancora verso di lei. "Posso fare una doccia almeno?!".

Lei guarda la sacca della flebo, ormai quasi vuota. "Va bene. Tra dieci minuti vengo a toglierti la flebo".

Sorrido a trentadue denti, torno in camera e mi siedo sul letto a giocare alla Play mentre la aspetto.


"Ecco qua" dice Ester staccando il tubicino della flebo dalla cannula.

"Finalmente!" esclamo togliendomi la maglietta bagnata di sudore.

"Hai sudato parecchio, eh?"

"Dannatamente!"

"È l'antipiretico. Si vede che sta facendo bene il suo lavoro nel tenere a bada la febbre."

"L'acido acetilqualcosa?"

"Sì, quello" risponde Ester sorridendo mentre incerotta come si deve la cannula, facendomi poi infilare un guanto impermeabile, molto stretto sul polso. "Fammi dare un'occhiata alla ferita" dice tirandomi su il gambale destro dei pantaloni e togliendo la benda adesiva. "Bene, è quasi cicatrizzata ormai, e i punti si sono riassorbiti tutti. Dopo asciugala bene con una salvietta pulita, ma non occorre rifare la medicazione".

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now