Capitolo 157: Lunedì, 28 maggio 2012

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Giulia è bella da togliere il fiato, e anche se la trovo sempre bellissima, non l'ho mai vista così tanto bella come in questo momento.

Mi guarda in silenzio mentre le sbottono uno dopo l'altro i bottoni della camicetta e il cuore mi batte fortissimo.

Dio, i suoi occhi sono così intensi che non riesco a distogliere lo sguardo! Anche se la curiosità di guardarla mentre la spoglio è tanta.

Mi tremano un po' le mani.

Lei invece sembra molto tranquilla, anche dopo che le ho sbottonato tutta la camicetta per intero.

Sollevo una mano ad accarezzarle il viso, le sfioro il mento col pollice, e poi le labbra, mentre avvicino l'altra mano al suo seno, cercando di capire se sto osando troppo.

Lei non si muove.

I suoi occhi sono come calamite, e anche la sua pelle.

La mia mano tocca il suo seno nudo; non mi ero accorto che non indossasse il reggiseno.

La sua pelle è così morbida.

Mi si contrae lo stomaco.

La mia mano trema ancora, ma poi il mio tocco diventa più deciso.

Lei continua a non staccare i suoi occhi dai miei.

Le tolgo la camicetta e mi avvicino con le labbra alla sua spalla, cominciando a baciargliela.

Lei geme.

Le accarezzo la pancia.

Ha la pelle calda.

Caldissima.

Rabbrividisce.

Giulia è mia.

Solo mia.

La mia mano torna sul suo seno, le mie labbra invece percorrono il suo collo, risalendo fino alla mandibola.

Lei fa sempre più fatica a trattenere i gemiti.

La bacio.

Con impeto, succhiandole le labbra.

Poggio una mano sulla sua coscia, la stringo, mi sposto verso l'interno.

Mi stacco dal bacio per guardarla: ha gli occhi lucidi, le guance in fiamme, le labbra schiuse, sensuali da morire.

Deglutisco.

La mia mano sale lungo la sua coscia...

"Leo!".

Non è la voce di Giulia.

"Leo!".

Sono disorientato e impiego qualche secondo per rendermi conto che a chiamarmi è papà.

Cazzo!

"Leo, sei ancora a letto?! Finisce che perdi l'autobus!".

No!

No, cazzo, no!

Era solo un sogno.

Solo un cazzo di sogno!

Ma che palle!

Era troppo bello!

"Leo!"

"Sì, sì! Mi sto alzando!"

"Io sto per uscire" dice affacciandosi alla porta della mia stanza. "Perciò non posso accompagnarti!"

"Tranquillo! Mi alzo, mi alzo!"

"E che non ti venga in mente di saltare la scuola!"

"Ma no!".

L'ho già fatto una volta e sono stato sgamato praticamente subito, beccandomi gli arresti domiciliari per una settimana. Non ci penso proprio a ripetere l'esperienza, anche perché poi non potrei vedere Giulia.

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now