Capitolo 3: Domenica, 25 dicembre 2011

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Verso le sette e mezza mi sveglio per andare in bagno e noto subito che il tavolo del soggiorno è già stato allungato e perfettamente apparecchiato, e che la casa è già impregnata di ogni sorta di odore, tra pesce e soffritti vari.

"Ma tu sei tutta matta!" esclamo fermandomi sulla porta della cucina ad osservare Asia che con un grembiule della mamma indossato sopra al pigiama e i capelli tenuti su da una matita precaria è intenta a sbattere con energia qualcosa dentro a una ciotola; una pastella, credo. "Ma quando ti sei alzata?!".

Lei solleva lo sguardo verso l'orologio appeso alla parete mentre continua a sbattere la pastella. "Un paio d'ore fa!"

"Ma ti sembra normale?!" le chiedo mentre sbadiglio e mi passo una mano in mezzo ai capelli scompigliati.

"È la prima volta che cucino per così tante persone! Non ho idea di quanto tempo ci voglia!"

"Beh, la mamma non mi pare si sia mai alzata prima dell'alba!"

"Ma io non sono la mamma. Non ho la sua abilità e le cose da fare sono tante!".

Mi avvicino al frigo per prendere una bottiglia d'acqua e leggo la lista che c'è appesa, tenuta ferma da una delle innumerevoli calamite che abbiamo collezionato durante i nostri viaggi:

MENU DI NATALE

ANTIPASTI

Frittelle di baccalà

Gamberi in crosta

PRIMO

Risotto agli scampi

SECONDO E CONTORNI

Involtini di pesce spada

Patate al forno

Melanzane sott'olio.

"Ma davvero devi fare tutta questa roba?!" le domando mentre verso l'acqua in un bicchiere e comincio a bere.

"Certo! È il pranzo di Natale!"

"Ma non ne bastava uno di antipasto? E anche di contorno?"

"Le melanzane in realtà sono già pronte, sono quelle che mamma ha messo via in estate."

"E i gamberi in crosta? Non mi sembrano una ricetta di mamma! Non ricordo di averli mai mangiati!"

"È una ricetta che ho preso da internet! Ci vuole un po' di innovazione, ogni tanto, no?"

"Vabbè, buon divertimento allora! Io torno a dormire!".


Non dovrei sentirmi in colpa.

Non dovrei affatto sentirmi in colpa.

Io ho sonno e ho diritto di dormire.

Non gliel'ha mica ordinato nessuno di prendersi questo impegno.

Non gliel'ha mica ordinato nessuno di preparare ricette così elaborate.

Eppure non riesco a riprendere sonno.

Penso a quella lista appesa al frigo, alla sua faccia sporca di farina e a quanto era contenta mamma quando lei si è offerta di preparare questo benedetto pranzo di Natale.

Mi alzo dal letto, indosso una felpa sopra alla maglietta e torno in cucina.

"Che c'è da fare?" le domando tirando su la zip della felpa.

Asia pare come illuminarsi: "Davvero?!"

"Il grande cuoco è a tua disposizione!" esclamo allargando le braccia.

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now