Capitolo 213: Lunedì, 23 luglio 2012

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Luca.

Stanotte che avrei potuto dormire tranquillo perché i dolori sono sotto controllo e mi sento bene, non ho fatto che angosciarmi pensando a Luca.

Che poi, in realtà, mi ero pure addormentato. Solo che poi ho fatto il mio solito incubo orribile, quello dove c'è la Bestia che mi insegue, e nel sogno c'era pure Luca. Non riuscivo a vedere la sua faccia ma sapevo che era lui e correva insieme a me, e mi diceva che basta correre, fermiamoci, tanto è inutile. E io ribattevo incazzato, chiedendogli se fosse scemo o cosa, ma lui si fermava e si sedeva. Io cercavo di farlo rialzare, dicendogli di muovere il culo, ma lui niente, voleva stare lì, e alla fine ricominciavo a correre perché la Bestia era sempre più vicina.

Mi sono svegliato tutto sudato, con la faccia e il cuscino bagnati di lacrime, e non ho potuto nemmeno fare la doccia perché sono ancora attaccato alla flebo, e non mi andava di suonare il campanello e fare arrivare Ester. Non volevo essere visto in quelle condizioni da nessuno.

Luca.

Eccheccazzo, nemmeno lo conoscevo e sto qui a tormentarmi per lui! Che poi lui è pure morto ormai, perciò almeno ha smesso di stare male. Non so nemmeno che faccia avesse e non dovrei pensarci più. Non è che posso angosciarmi per ogni ragazzo che muore di cancro, no?

E però non riesco a farne a meno, e però provo ancora quel terrore che provavo nel sogno, di lui che si ferma e della Bestia che lo raggiunge, e io che me ne vado via come un vigliacco.

No, non potevo farci niente. Se mi fossi fermato anche io, non è che lo avrei aiutato, saremmo solo morti in due.

Ok, sto delirando.

Sarà l'antidolorifico.

Era solo un incubo.

Un fottuto incubo.

Però le urla dei suoi genitori, ieri notte, quelle non erano affatto un incubo.

Quelle erano completamente reali.

Ed erano atroci.

Anche papà urlerebbe così, se io morissi?

No, lui non urlerebbe. Non ha urlato nemmeno per la mamma.

Neppure io ho urlato per la mamma, nonostante sia uno che normalmente urla di più, rispetto a lui.

Luca.

Chissà com'era, Luca.

Se era biondo, moro, rosso...

Se gli piaceva andare a scuola, se praticava qualche sport, che musica gli piaceva ascoltare, com'erano i suoi amici, se aveva una ragazza, se era innamorato...

Chissà se era vergine.

Io non voglio morire vergine.

Magari quando tornerà Giulia da Londra mi sarò ormai ripreso bene e la Lisandri mi lascerà tornare a casa, e magari stavolta Giulia non si tirerà indietro.

Magari.

Scusami amico, tu sei morto e io sto qua a pensare al sesso.

Di sicuro però ci pensavi anche tu. E spero per te che lo facessi anche, prima di finire in questo cazzo di posto e di restarci.

Io non voglio morire qua dentro.

Se le cose si dovessero mettere davvero male, giuro che me ne vado.

A costo di mettermi contro tutti, a costo di scappare di nascosto e finire a morire sotto a un ponte.

Non voglio morire qua dentro.

Io qua dentro non ci muoio.

"Com'era Luca?"

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now