Capitolo 189: Venerdì, 29 giugno 2012

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"Voglio andare a casa!"

"No, Leo, non se ne parla" mi dice la Lisandri togliendosi gli occhiali e infilandoli nel taschino del camice.

"E perché?!"

"Te lo avevo detto che dopo l'intervento dovevi fermarti per almeno due notti. Ti ricordi?"

"Sì, mi ricordo!" esclamo io sbuffando e muovendo in aria una mano. "Ma poco fa ha detto che la ferita è pulita! E che i miei parametri sono buoni! E che anche i valori non sono male! L'ha detto o no?!"

"Sì, l'ho detto" sospira lei. "Ma ciò non cambia che preferisco tenerti d'occhio fino a domani. Mi sento più tranquilla così."

"E certo! Si sente più tranquilla, lei! E io?!Chissenefrega se io non sono tranquillo, no?!"

"Dai, Leo, basta..." si intromette Asia avvicinandosi al letto e accarezzandomi una spalla. "Vedrai che questa giornata passerà in fretta. Resto io a farti compagnia, e tra poco arriva anche papà."

"Ah, sai che gioia!" esclamo con tono sarcastico. "Già che sei rimasta a dormire, e nessuno te l'aveva chiesto!"

"Puoi farti venire a trovare dai tuoi amici" mi dice Laura, e poi fa un sorriso malizioso. "O magari dalla tua ragazza. L'orario di visita è da mezzogiorno alle 13, e dalle 19 alle 20."

"Li conosco, gli orari di visita!" ribatto io alzando gli occhi al cielo.

E non ci penso proprio a far venire qui i miei amici, e tantomeno Giulia. Già ieri è stato più che abbastanza.

La Lisandri e Laura se ne vanno, e io resto da solo con Asia.

E con il mio malumore.

"Vuoi che ti prenda la Play?" mi chiede Asia poggiandomi una mano sul ginocchio.

"No. Voglio andare a casa!" ribadisco lasciandomi cadere contro i cuscini.

Non ne posso più di stare chiuso in questo posto.

Sto impazzendo.

Mi hanno svegliato che era praticamente l'alba, mi hanno monitorato, bucato, visitato.

Ho dovuto sopportare una medicazione che mi ha fatto un male boia e una colazione che faceva schifo.

E ho ancora la flebo coi vari intrugli attaccata al braccio, perciò pure se volessi andarmi a fare un giro, mi toccherebbe portarmela dietro.

E in tutto ciò io mi sento benissimo e non capisco perché devo starmene in questo cazzo di posto a subire tutto questo!

"Ciao..."; è arrivato papà.

Io sono ancora a letto e sto guardando in tv i campionati europei di atletica leggera, ma non è che mi interessino poi tanto, così spengo. "Ciao papà."

"Ti ho preso i cornetti" mi dice lui porgendomi una busta di carta.

"Oh, grazie!" esclamo prendendola; dentro ci sono due cornetti, e sono anche del mio bar preferito!

"Veramente..." dice Asia con apprensione. "La dottoressa ha detto che devi mangiare leggero per un paio di giorni..."

"Oh, ma andiamo!" protesto alzando la voce. "Mica morirò per un cornetto! Al massimo mi verrà mal di pancia!".

Così me ne frego altamente di quel che dice la dottoressa e addento il primo cornetto. Per fortuna a casa preferiamo tutti i cornetti alla crema -anche la mamma li adorava- , perciò sono anni che ormai papà compra sempre questi e almeno non c'è rischio che si sbagli e me ne porti di un altro tipo.

Leo (Io non ho finito)Onde as histórias ganham vida. Descobre agora