Capitolo 60: Martedì, 21 febbraio 2012

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La sveglia continua a suonare ma io la spengo di nuovo e sprofondo con la testa sotto al piumone.

Tanto per cambiare ho fatto tardi anche ieri sera e adesso ho zero voglia di alzarmi per andare a scuola.

"Amore, dai alzati!".

La mamma era già venuta a chiamarmi dieci minuti fa e poi aveva lasciato la porta aperta. Adesso la sua voce proviene da lontano e io faccio finta di non sentirla, ma due minuti dopo sento che entra.

"Dai, che noi stiamo per uscire e poi finisce che ti riaddormenti!" mi dice tirando il piumone e scoprendomi.

"Posso venire con voi?" le chiedo mettendomi seduto.

"Me lo hai già chiesto due volte" mi risponde lei dandomi un bacio. "E la risposta è sempre no".

Io sbuffo e mi alzo. "Però non è giusto!"

"Non è giusto che brontoli sempre! E invece è giusto che te ne vai a scuola e fai il tuo dovere. Che poi, che dovresti venirci a fare in ospedale?"

"Beh..., per stare con te, no?" le dico abbracciandola.

"C'è già papà con me."

"Sì, ma si appallerà tantissimo ad aspettare che fai tutti gli esami! Se vengo anch'io, gli faccio compagnia!"

"Già me lo immagino come gli faresti compagnia...! Attaccato al cellulare e con la musica a palla nelle cuffiette!" esclama lei ridendo, dandomi una botta sulla schiena.

Rido anch'io perché probabilmente è proprio così che andrebbe, ma la stringo più forte e non la lascio andare.

"Dai, devo andare" mi dice lei cercando di liberarsi, ma inutilmente.

"Ancora due minuti" ribatto io dandole tanti baci.

"Torno con la pizza."

"Non mi corrompi."

"Irene, andiamo?" si sente chiamare papà dal soggiorno.

"Il Sergente ti richiama all'ordine!" esclamo tenendola ancora stretta.

"Arrivooo!" urla lei per farsi sentire, e poi mi dà un bacio."Dai, fammi andare."

"Ok...".

La libero dalla stretta e la seguo mentre va all'ingresso e prende il cappotto dall'attaccapanni.

"E non avere quell'aria da cane bastonato, su!" mi dice sorridendo mentre si abbottona il cappotto, e io la trovo bellissima. "Manco fossi tu, quello che rivolteranno come un calzino e che deve passare la mattina tra tuboni gelidi e aghi!"

"Mi chiami appena hai finito?" le chiedo incrociando le braccia e appoggiandomi con la schiena allo stipite della porta della mia camera.

"No, perché si spera che quando ho finito tu sia ancora a scuola! Ti aspetto qua a casa con la pizza e ti racconto tutto."

"E la Coca?"

"Certo! Non c'è pizza senza Coca!" esclama lei facendomi l'occhiolino, mentre papà non perde occasione per dire che per una volta della Coca potrei anche farne a meno.

"E che non ti venga in mente di saltare la scuola, oggi che non ci siamo..." aggiunge pure il Sergente.

"No..." gli rispondo alzando gli occhi al cielo.

"Figurati se salta la scuola!" dice la mamma dandomi un ultimo bacio prima di aprire la porta d'ingresso. "Lo sa che se lo fa si gioca la gita!"

"Ah cavolo!" esclamo passandomi una mano tra i capelli. "Ma hai rammendato la tasca del borsone?"

Leo (Io non ho finito)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon