Capitolo 13: Mercoledì, 4 gennaio 2012

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"Buongiorno! La colazione è servita!".

La mamma mi sorride e si mette seduta, mentre io appoggio il vassoio sul suo comodino e poi mi chino a darle un bacio.

"Mi chiedo quanti adolescenti ci siano che sanno perfettamente qual è il cibo migliore per la nausea post chemio..." osserva lei sospirando. "E che per giunta portano la colazione a letto alle loro madri!" esclama facendomi posto.

"Ah, ti avrei portato pure la cena, io! Ma il Sergente mi ha assolutamente vietato di venire qui da te" dico piegando le labbra di lato.

Sono ancora contrariato per il fatto che ieri sera papà mi ha praticamente impedito di vederla, dicendo che doveva riposare e che non dovevo disturbarla.

Lei accenna un sorriso e mi accarezza i capelli. "Non avevo voglia di mangiare, ieri sera... Non ho fatto che dormire, fino a stamattina."

"E stamattina per fortuna il Sergente si è già tolto di torno! Scommetto che hai famissima!"

"Sì, ho fame"; mi sorride, ed è così bella! È la donna più bella del mondo.

"E ci credo! Ieri non hai mangiato praticamente niente! Il pancarré però era finito... Ho scongelato al volo del pane normale."

"Va benissimo lo stesso, amore. Grazie. Dopo vado a fare la spesa, mancano un bel po' di cose."

"Come sarebbe che vai a fare la spesa?!"

"Sarebbe quello che ho detto. Vado a fare la spesa."

"Ma posso andarci io!"

"Tu...?!"

"Sì!"

"Ma se ho ogni volta ti devo pregare in non so quale lingua...! E a volte non basta nemmeno quello e ti devo ricattare!"

"Beh..., oggi mi va!"

"Oggi ti va" ripete lei per niente convinta.

"Sì! C'è pure il sole! Ci vado in bici, così mi faccio un bel giro!".

Lei sorride e beve un sorso di spremuta d'arancia, ma poi scuote la testa. "Ti ringrazio, ma preferisco andarci io."

"Mi fai una lista super dettagliata! Guarda che non sbaglio niente, eh?! Non sono mica papà, io!".

A lei scappa da ridere, ma si trattiene. "No, Leo. Vado io."

"Non ti fidi?! Se vuoi faccio la spesa in videochiamata con te!"

"Non insistere. Vado io e basta".

E quando dice basta, è basta davvero.

"Ok..." dico sbuffando, appoggiando la testa alla spalliera del letto. Vorrei ribattere ancora, ma non voglio farla innervosire.

"Lo so che ti preoccupi per me" mi dice dopo un po', poggiando una mano sulla mia. "Però io ho bisogno di fare una vita normale, facendo tutte le cose che facevo anche prima. Ci sono giorni in cui questo non è proprio possibile, ma per fortuna ci sono anche giorni in cui ce la faccio. E ti assicuro che oggi sono in grado di andare a fare la spesa."

"E va bene... Posso venire con te, almeno?"

"Voglio andare all'ipermercato e tu ti stuferesti in fretta. Diventeresti insopportabile."

"Ma no! Giuro che non fiato! Devo anche prendere delle cose che mi servono!"

"Tipo?"

"Dei quaderni nuovi. E i rasoi."

"I rasoi?!" esclama lei scoppiando a ridere.

"Sì. Papà non vuole prestarmi quello elettrico."

"E cosa dovresti raderti, sentiamo?! Le gambe?!"

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now