Capitolo 1: Venerdì, 23 dicembre 2011

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Finalmente è arrivato: l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Non ne potevo più, ho proprio bisogno di una pausa.

Saluto i miei compagni che vanno via, chi in scooter, chi in autobus, chi in macchina con i genitori o coi fratelli maggiori.

"Leo, non vieni?" mi domanda Riccardo, incamminandosi insieme ad Alberto verso la fermata degli autobus.

"No, aspetto mia sorella."

"Ah, ok! Ciao allora! Ci sentiamo per fare qualcosa, ok?"

"Sì sì, ciao!".

Oggi non prendo l'autobus come al solito, ma viene a prendermi Asia per andare a fare la spesa insieme; si è messa in testa di non voler rinunciare al tradizionale pranzo di Natale che mamma organizza ogni anno a casa nostra con gli amici di famiglia, non avendo praticamente parenti a disposizione, dato che quei pochi che abbiamo abitano lontani.

Fino a due settimane fa, era per tutti sottointeso che il pranzo di Natale quest'anno sarebbe saltato, dato che mamma non sarebbe in grado di sobbarcarsi un simile impegno, ma una sera a cena, Asia ci ha sorpresi tutti, annunciando che avrebbe voluto occuparsene lei. Io e papà ci siamo guardati, stupiti e un po' contrariati, ma mamma ha sorriso e si è alzata subito da tavola per prendere i suoi quaderni di ricette perfezionate negli anni e consegnarli ad Asia.

E così eccomi invischiato in questa faccenda, anche se non sono sicuro di essere totalmente d'accordo: il pranzo di Natale, senza mamma a prepararlo, non è propriamente la stessa cosa; ma lei sembra felice a quest'idea, Asia è entusiasta e papà alla fine si è fatto convincere, perciò mi tocca.


"Ciao Leo!".

Sollevo gli occhi dal cellulare e vedo Ludovica, una del primo anno che ho conosciuto qualche giorno fa alla festa di Alberto e con cui, tra un ballo e l'altro, c'è stato qualche bacio.

"Ciao" le sorrido, facendola arrossire.

"Hai perso l'autobus? Ti serve un passaggio?"

"No no. Sto aspettando mia sorella."

"Io aspetto mia madre. Come al solito è in ritardo!".

Anche Asia è in ritardo; stranamente in ritardo.

Fa freddo. Sollevo il bavero del giubbotto e ci sprofondo fino al naso, infilando poi le mani in tasca.

"Fai qualcosa per le vacanze di Natale?" mi domanda Ludovica mentre si muove da un piede all'altro, anche lei infreddolita.

"Niente di che... Starò a casa, mi vedrò coi miei amici..., tutto qui!"

"Io vado con la mia famiglia a sciare, mi dispiace che non avremo modo di vederci. Magari dopo le vacanze, dai!"

"Mh... sì, perché no".

Non le sto prestando molta attenzione, a dire il vero; sono più preoccupato del freddo e del ritardo di Asia, che ha già superato il quarto d'ora.

"C'è mia madre!" esclama lei quando un macchinone accosta dall'altro lato della strada e suona il clacson. "Vado, buon Natale" mi dice dandomi un bacio sulla tempia, dato che il resto del viso è completamente coperto.

"Buon Natale anche a te" rispondo guardando il cellulare per vedere se ci sono notizie di Asia.

Nessuna notizia.

Decido di chiamarla.

"Si può sapere che fine hai fatto?!" sbotto quando mi risponde.

"Sto arrivando, eh! Fai senza agitarti!".

Leo (Io non ho finito)Where stories live. Discover now