5.

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Lily









Se c'era una cosa che amavo era frequentare il corso di letteratura inglese: anche se era lunedì mattina e potevi notare il broncio sulle facce di tutti perché un'altra settimana era iniziata, io ero veramente contenta di sentir parlare il professor Norton dei miei autori preferiti.
Amavo leggere alla follia. Una passione che mi era stata trasmessa da mio padre. Lui era un insegnante di lettere e di conseguenza la nostra casa (la nostra vecchia casa, dovrei dire) era piena di libri. Ero cresciuta circondata da musica jazz e profumo di carta.

Mi sedetti al mio solito posto, terza fila, vicino alle finestre. Adoravo osservare il cambio di veste della natura e davanti alla nostra aula c'era un antico ed immenso acero, che ad ogni stagione aveva un colore diverso. Chissà quanti studenti avrà visto passare di qui!

"Non posso crederci!" Sentii dire da una voce che avevo imparato a conoscere molto bene.

Già, neppure io!

Non appena lo vidi, lì in piedi davanti a me, sgranai gli occhi, chiedendomi se avessi le allucinazioni. Sì, era proprio lui!
"Ecco dove ti avevo già vista...!", disse chinandosi per guardarmi meglio negli occhi, "Terza fila, vicino alle finestre..." Mormorò. Sapeva che questo era il mio posto?
"Eri tu! Ti siedi sempre qui!" Il suo sorriso e i suoi occhi così accoglienti mi fecero sentire una specie di improvviso vuoto alla bocca dello stomaco. "Ciao!"
Ridacchiai sorpresa e contenta di rivederlo prima di quanto credessi: "Ciao! Allora non mentivi quando mi hai detto che ti sembrava di conoscermi!"
"No, non mentivo..." Continuava a fissarmi occhi e bocca, mordendosi il labbro.
Sentii il viso in fiamme. Non sapevo che dire.
"Che combinazione, eh?"
"Già..." Era così perso a guardare ogni dettaglio di me che sembrava non ascoltare molto attentamente.

Ragazzo, controllati! Non hai mai visto una ragazza in vita tua?!

Abbassai lo sguardo per un attimo e cercai di essere il più disinvolta possibile: "ehm, allora come stai?"
"Oh, bene, benissimo a dire la verità, grazie. Tu invece?"
Aveva intenzione di passare la lezione accovacciato accanto a me?!
"Io sto abbastanza bene, direi... ma non ti siedi?"
Lui si guardò intorno e dopo aver individuato un posto vuoto dietro di me scelse di mettersi lì.

Oh, grandioso! Come se non bastasse averlo vicino già al lavoro!

"Ti dispiace se mi metto qui?" Disse togliendosi lo zaino dalla spalla. Indossava un giubbotto di jeans blu chiaro ed una felpa col cappuccio; il ciuffo sulla fronte era arruffato ed un filo di barba gli era cresciuto da quando c'eravamo visti. Aveva un'aria più soft.
"No, figurati!"
Per un secondo sembrò riflettere su qualcosa e poi scrollò la testa come per scacciare via un pensiero.
"Che c'è?" Chiesi sinceramente interessata.
Lui si sporse in avanti, avvicinandosi a me: "Quante sono le probabilità che succeda una cosa del genere? Insomma, ti ho vista spesso qui e non abbiamo mai parlato e poi ci ritroviamo colleghi!"
"Vero! Com'è che io non mi ricordo di te?" Ero davvero delusa di non averlo notato prima.
"Non mi stupisce, sai? Presa come sei sempre dalle tue letture o a guardare fuori dalla finestra..." Ridacchiò, ma tornò serio pochi secondi dopo, probabilmente stupito quanto me dalla ricchezza di particolari che si ricordava su di me.
Abbassai di nuovo lo sguardo, mordendomi il labbro.
"Non ti ho riconosciuta subito coi capelli raccolti e ora che li porti sciolti, sei più familiare."
Sentivo l'imbarazzo nel suo tono di voce.
Sentivo anche il mio cuore rimbombarmi nelle orecchie, ma quella era un'altra storia.
"E io che credevo di passare inosservata!" Sdrammatizzai.
Mi sorrise in un modo che ancora non gli avevo visto fare: arricciò il naso e mise la lingua tra i denti.

È così... amabile!

Il prof. entrò in aula rompendo quella specie di bolla in cui io e Zain ci eravamo trovati.
Quel giorno non riuscii a stare molto attenta. Anche se lui era seduto dietro di me, avvertivo il suo sguardo addosso per tutto il tempo e la cosa strana è che ciò mi piaceva.
Durante le pause di silenzio del professore potevo ascoltare i sospiri di Zain e talvolta mi sembrò così vicino da sentire i miei capelli sfiorare forse il suo viso o forse le sue mani.

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora