116. - parte 1 -

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N/A: canzone del capitolo | LÉON – No Goodbyes  / One Direction – Love You Goodbye











Zain









Lei mi aveva avvertito fin dall'inizio. Ricordo ancora quando dopo il nostro primo bacio sotto casa sua ci siamo rivisti a lezione e lei mi ha fatto capire chiaro e tondo che non voleva relazioni. Ricordo anche che io le avevo assicurato che le avrei fatto cambiare idea.

Ma a quanto pare non ci sono riuscito. Ha vinto lei.

Ora sono qui, proprio dove ci siamo scambiati il primo bacio e dove ci siamo dati forse l'ultimo.

Non può finire così. Non deve finire. Punto e basta.

Eppure ora non so che fare a parte rassegnarmi.

Lily mi era scivolata via tra le mani come sabbia fine ed impalpabile. Non mi aveva permesso di fermarla e soprattutto non mi aveva dato il permesso di fermare il mio percorso. Una parte di me sapeva che lei aveva ragione, che non sarebbe stato giusto chiedere di sacrificare uno dei due per seguire l'altro. L'altra parte di me però urlava e sbatteva i pugni a terra per il dolore e perché voleva combattere contro quella parte di destino. Era proprio questa parte in particolare a darmi anche del coglione per non aver accettato l'offerta di mio padre.
Continuavo a ripetermi che se avessi detto a Yaser che sarei venuto a lavorare nella sua società non mi sarei trovato in quella situazione: anestetizzato, scioccato, senza la mia Lily da stringere tra le braccia, vagabondo per le strade di Hartford e con i biglietti per Londra nel cruscotto della Mustang.

Avevo bisogno di dimenticare, di dimenticarla, ma sapevo che niente e nessuno sarebbero riusciti a togliermi Lilibeth dalla testa. Sapevo anche che rifugiarsi nell'alcol non mi avrebbe aiutato e parlarne con gli amici sarebbe stato ancora più doloroso.

Non avevo via d'uscita.

Girai in macchina per due ore come un cretino, prima di tornare a casa, in quel maledetto appartamento che all'improvviso sapeva solo ed esclusivamente di lei. Mi venne voglia di distruggere i suoi ritratti, di tirare i pennelli contro il muro, di spaccare qualche piatto e bruciare la mia maglia che lei aveva indossato l'ultima volta che si era fermata a dormire qui.

Alla fine però non osai toccare nulla.

La promessa che le feci quando le dissi che quella sarebbe sempre stata casa sua era e sarebbe sempre stata valida. Lasciai tutto, mi rivestii e guidai fino al locale dove di solito io e i ragazzi andavamo a festeggiare quando uno di noi superava un esame.
Anche viaggiare in macchina mi faceva star male, non facevo che vedere Lily ovunque, persino sul sedile del passeggero accanto a me, che mi stringeva il braccio ed appoggiava la testa sulla mia spalla.
Avevo in memoria il suo profumo o forse ce l'avevo addosso, ormai non riuscivo più a distinguere le due cose. Realtà e ricordi si mischiavano in maniera pericolosa per la mia salute mentale.

Arrivato al bar, mi sedetti al bancone e come volevano i cliché, ordinai da bere. Sorso dopo sorso, il whisky sembrò bruciare il dolore, ma sapevo che era solo momentaneo.

Sperai di rimanere da solo e invece di lì a poco arrivarono proprio tutti: Niall con Liam e dopo poco Louis con una nuova ragazza e la loro stupida nuvoletta di felicità con tanto di esplicite effusioni in pubblico.
Svanì anche l'ultima speranza di non farmi riconoscere rimanendo seduto e dando loro le spalle, ma Niall mi individuò subito.
"Malik? Che ci fai qui tutto solo?" Chiese dandomi una pacca sulla spalla.
"Ciao, Horan" Dissi monocorde buttando giù l'ultimo goccio di whisky.
"Ehm... senti, mi dispiace per prima, mi sento in colpa per averti fatto litigare con Lily... spero vi siate chiariti–"
"Chiariti... sì, certo. Ci siamo chiariti."
"Oh... qualcosa mi dice che non è andata molto bene" Disse preoccupato Niall.

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora