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N/A: canzone del capitolo | ZAYN – There You Are










Lily










Oltre due settimane erano passate dal mio ritorno a casa. Nonostante avessi manifestato il desiderio e la volontà di rialzarmi al più presto da quel letto ed uscire per tornare al lavoro e all'università, mi era stato categoricamente vietato. Non solo da mia zia, ma praticamente da tutti quelli che conoscevo: compreso Al, Cliff e persino la piccola Lucy.

"Lo sai bene che hai ancora delle ferite da rimarginare, Lily. Datti tempo per guarire!"

Zia Sophie non si riferiva meramente alle escoriazioni che avevo riportato a seguito dell'incidente, ma anche a quelle ferite invisibili che forse io stessa mi ostinavo a non voler vedere.

C'era stato parecchio da metabolizzare da quando avevo saputo la verità. Il processo, faticoso e doloroso, di scoperta ed accettazione di ciò che era successo ai miei genitori era partito dalla sera della festa di compleanno di Zain. Quella sera avevo conosciuto un pezzo del passato del mio ragazzo che in fondo non avevo mai completamente approfondito e che mai più avrei pensato fosse legato al mio. Non avevamo avuto mai molto tempo per parlare seriamente, soli, io e lui. Avremmo dovuto, di questo ero consapevole ed ero ugualmente consapevole del fatto che non potevamo più rimandare.

A ritardare quel momento sembravano mettersi in mezzo tutti: le mie migliori amiche, che mi vennero a trovare quasi ogni giorno e che erano la mia fonte di positività; la presenza sempre più frequente (seppur discreta ed apprezzabile) di Cliff a casa nostra; alcuni amichetti di Lucy accompagnati dai rispettivi genitori, perché anche la mia dolcissima guerriera era stata vittima di un incidente grave, seppure lei per fortuna non avesse riportato danni fisici importanti.
Per tutti si trattava sopratutto di superare lo shock. Per questo e per la stanchezza derivante dalla tensione e l'adrenalina scese dopo aver capito di essere fuori pericolo, nessuno aveva osato riparlare dell'accaduto, né di Phil, né di Kim e neppure del sequestro. Io stessa mi mantenevo sul vago quando lo raccontavo ad Ash o Amy e loro, come in un tacito accordo, non approfondivano.

Cercavamo tutti di distrarci, di pensare ad altro.

Peccato che invece il mio subconscio non faceva che tormentarmi. I miei incubi continuavano a presentarsi, puntuali quasi ogni notte. Erano meno violenti rispetto all'ultimo periodo (prima dell'incidente) ma per me rimanevano sempre dolorosi come la prima volta.

Mia zia come sempre aveva fatto in passato veniva in camera ogni volta che mi sentiva svegliarmi urlante ed agitata, per sapere come stavo, se avevo bisogno di un bicchiere d'acqua, di parlare o semplicemente di uno dei suoi abbracci. Era sempre lì per me, non importava che ore fossero.

"Oh, zia! Mi dispiace disturbarti ogni volta! Credevo che almeno con la porta della camera chiusa potessi sentirmi di meno..."
"Potrò anche sentirti di meno, ma non vuol dire che non ti ascolti. Che tu lo voglia o no, io ti adoro e farei tutto per aiutarti a stare bene."

L'abbracciai un po' più forte.

"Sai, quando ero in coma–"
"Oh, tesoro non devi sentirti obbligata a parlarne, è tutto passato."
"No, aspetta. Volevo dire che ho rivisto mamma e papà."
Zia mi guardò sorpresa, colpita nel profondo dalle mie parole: "R-Rivisti nel senso che li hai sognati o...?"
Scossi il capo: "Non so dirti perché ne sono così sicura, ma quello non era un sogno. Stavano bene, erano felici e ci siamo parlati, mi dicevano di tornare indietro e di non avere paura perché tutto sarebbe andato per il meglio. In realtà ci siamo detti molte cose, vorrei poterle ricordare tutte! Però è stata la prima volta che li ho rivisti sereni e guariti da tutte le ferite."

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoWhere stories live. Discover now