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N/A: canzone del capitolo | Coldplay — Always In My Head







Zain






Non riesco a respirare. La testa mi scoppia. Non so cosa darei per spegnere i sentimenti e le sensazioni, anche solo per un'ora.

Aspettare che Lily si risvegliasse stava diventando sempre più un'ossessione e la ragione principale delle mie crisi di panico, la mia non era più preoccupazione pura e semplice, stava diventando autentico terrore di averla persa e ciò mi fece capire quanto io fossi pericolosamente innamorato di lei.

Il solo pensiero di non poter più sentire la sua voce, di non vedere i suoi occhi riaprirsi e di perdere tutte le altre innumerevoli ed insostituibili piccole cose che solo lei fa e che la rendono la sola, l'unica, ecco, pensare questo anche solo per un secondo, mi fece arrivare alla più logica conclusione che la mia vita non avrebbe avuto alcun senso.

Mi spaventai quando mi ritrovai ad ipotizzare nella mia mente tutti i modi possibili ed immediati per andarmene se lei lo avesse fatto prima. Non sapevo che fine avesse fatto Phil, ma lo avrei cercato, avrei ucciso lui e poi me stesso.

Ma che cosa sto dicendo?! Sto delirando!

Sentivo che dovevo prendere una boccata d'aria, quella stanza d'ospedale diventava sempre più piccola e soffocante.

Seppure non fossi rimasto solo neanche un attimo e praticamente tutti quelli che conoscevamo io e Lily fossero venuti a trovarci per darci il loro completo sostegno, non era servito a consolarmi e darmi speranza. Neppure il dottor Frank era riuscito a darmi certezze, in parte perché non volevano e potevano farmi sapere la situazione clinica di Lily nel minimo dettaglio, in parte perché...beh, non avevo idea del perché. Tutto taceva intorno a me ed i miei amici erano come immagini senza sonoro. Niente si muoveva, a parte quel dannato monitor che sembrava prendersi gioco di me ogni volta che segnalava un aumento del battito di Lily.

Non mi allontanavo quasi mai da lei, a parte quando dovevo fare le analisi e farmi visitare. Ogni tanto mi dimenticavo di avere una commozione cerebrale e quattro costole incrinate.

La sera del terzo giorno decisi di allontanarmi e cercare di ritrovare calma e lucidità.
Uscii dalla stanza di Lily, riconoscendo la mia maleducazione per non aver neppure chiesto scusa a Liam e averlo praticamente costretto a darmi una sigaretta, anche se sapevo che non potevo fumare in quell'inferno pieno di disinfettante e odore di guanti in lattice usa e getta; andai verso l'uscita antincendio del piano al quale mi trovavo e mi sedetti fuori, sulle fredde scale di ferro a fumare.

Quando tirai la prima boccata i miei nervi non accennarono a trovare pace, solo dopo la quarta cominciai ad avvertire un lieve miglioramento. Dopo poco però la mia mente malata di Lilibeth fece il confronto tra quella schifosa sigaretta e lei.

Vinse lei, abbastanza inutile dirlo.

Ripiombai nel terrore e nella depressione: come potevo andare avanti senza le sue mani ad accarezzarmi il viso poco prima di baciarmi? Senza la sua voce così rilassante e rassicurante che mi ripeteva quanto io fossi in gamba, a prescindere da ciò che pensava mio padre o qualsiasi altra persona?

Ti prego, Lily! Torna da me!

Non m'importava di rischiare che qualcuno mi sorprendesse a piangere o a fumare, mi lasciai andare allo sconforto e singhiozzai senza ritegno. Non avevo mai pianto così in tutta la mia vita.

Il tempo di consumare la sigaretta quasi fino al filtro e poi la porta antipanico si spalancò, facendomi sobbalzare e rivelando un Liam agitato e dall'espressione stralunata.
"Zain, Che cazzo! Ti ho cercato ovunque ed eri qui per tutto il tempo?!" Gridò.
Mi asciugai in fretta gli occhi con la manica del maglione e mi alzai in piedi: "È successo qualcosa?" Chiesi allarmato.
Liam parlò col fiato corto: "Lily..."

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoOnde histórias criam vida. Descubra agora