9.

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N/A: sopra ^^ potete ammirare l'auto di Zain per come l'ho immaginata io e Lily, che non è facile da paragonare a qualcuna del mondo dello spettacolo, ma quella modella ci si avvicina molto (anche se la foto è tagliata).











Lily

















Prima di allora, non avevo mai fatto caso alla macchina di Zain. Io non me ne intendo molto d'auto d'epoca, ma sapevo cos'era quella: era una (costosissima) Mustang del '67, color verde bottiglia.
Ora, non era così consueto vedere un ragazzo di vent'anni, che lavorava per mantenersi gli studi, possedere un'auto del genere. A meno che non fosse in prestito, o che fosse del padre o... beh, non lo so.
Da vero gentiluomo, Zain mi aprì la portiera del passeggero per farmi salire e poco dopo mi raggiunse.
"Wow, hai davvero una macchina stupenda!"
"Oh, grazie, è solo un'auto." Disse imbarazzato. Perché era imbarazzato?
"Solo un'auto?! Questa è..."
"Una Mustang del '67." Disse sorridendo, mentre usciva dal parcheggio.
"Lo so, ma è meno di ciò che sembra. È.m di seconda mano e praticamente regalata."
Cercava di minimizzare il fatto di possedere qualcosa di così prezioso, come se non volesse far pesare la cosa. Era davvero modesto.
"Allora, dimmi, dove devo portarti?"
Gli diedi il mio indirizzo ed iniziammo il viaggio.
Sul cruscotto c'era un libro, dalla copertina un po' sgualcita e non resistetti alla tentazione di guardare che titolo avesse.
"Stai leggendo Il Paradiso Perduto, huh?"
"Già."
"Oops! Scusa, sto ficcando il naso..."
"No, no, figurati, fa' pure! È uno dei miei libri preferiti!"
"Anima ribelle?"
"Cosa..?"
"Intendo dire, ti identifichi con l'animo ribelle di Lucifero?"
"Tu che diresti?"
Ci pensai un po' su: effettivamente Zain aveva l'aria del ribelle (con i suoi orecchini, gli anelli, i tatuaggi e quell'aria tenebrosa), ma era anche coraggioso e forte. Proprio come il personaggio del libro.
"Io direi di sì."
"Mi stai dicendo che sono un diavolo cattivo, Lily?" Mi chiese sogghignando.
"No... più un diavolo incompreso."
Di colpo divenne serio e per un attimo ebbi il timore di averlo offeso.
"Cavoli, sei brava a leggere le persone!"
"Beh... grazie. Anche tu te la cavi."
"Diciamo che sono bravo ad osservare." Disse, guardandomi per qualche secondo negli occhi.

Era un modo velato per dirmi che mi tiene d'occhio?

Mi concentrai sulle sue mani, mi piacevano molto. E mi piacevano anche gli anelli che portava al pollice e all'anulare: uno di questi pareva avere una pietra con un teschio. Alcuni se li toglieva sempre quando lavorava.
"Comunque, anche se non sono affari miei, quel... Chris è stato davvero un grosso idiota a lasciarti."

Oh.

"S-Scusa, come fai a sapere che...? Insomma, potrei essere stata io a lasciarlo."
In realtà non ho neppure menzionato il fatto che siamo stati insieme.
"È così che è andata?"
"No, hai ragione. Sono stata io l'idiota però... non avrei mai dovuto..." Mi fermai. Stavo per dire troppo.
"Tu non sei un'idiota. Non pensarlo neanche!" Disse serio.
"È dolce da parte tua." Guardai in basso e poi fuori dal finestrino.
"Oh, puoi fermarti qui, sono arrivata." Dissi, riconoscendo il portone del mio palazzo.
Gli scalini ed il marciapiede erano già coperti da uno strato di neve.
"Oh, perfetto. Vuoi che ti accompagni fino al portone? Purtroppo non ho ombrelli con me..."
"Non fa niente, grazie per tutto, Zain. Non solo per il passaggio..."
Lui mi sorrise, annuendo. Ci guardammo per qualche secondo e poi lui scese, per venire ad aprirmi di nuovo la portiera.
"Allora..." Dicemmo entrambi.

Ridemmo, mentre la neve cominciava a coprire anche noi.

"Va', non voglio farti diventare Olaf!" Dissi, citando il personaggio di Frozen.
"Ma scherzi? Io amo Olaf!"
"Come si fa a non amarlo?!"
"Vero! Allora, ci vediamo domani!"
"A domani!"

Attraversai la strada, salii i pochi scalini ed una volta arrivata davanti al portone, mi voltai per salutarlo un'ultima volta. Era sempre lì, appoggiato all'auto dalla parte del passeggero, dove l'avevo lasciato.
Mi fece un cenno di risposta e poi mi girai definitivamente per entrare.
Udii però una serie di passi affrettati dietro di me e non passò molto tempo prima che mi ritrovassi Zain in fondo agli scalini. Era affannato e mi guardava come se fosse in conflitto con se stesso. Mi venne un tuffo al cuore vedendolo. Salì le scale per raggiungermi sotto al porticato.
Alzai lo sguardo sul suo viso, aveva un'aura così rassicurante! Provavo sempre una bella sensazione quando gli stavo così vicino.

Così però siamo troppo vicini!

"Ho... dimenticato qualcosa...?" Chiesi confusa.
"No." Disse serio, troppo serio.
"Zain...?"

Accadde in una frazione di secondo: i suoi occhi si posarono lì, dove poco dopo si posarono anche le sue labbra, esattamente sulle mie. Il suo bacio era morbido e affamato.
Le sue calde mani tenevano saldamente il mio viso, per assicurarsi che io non sfuggissi. Il guaio era che non avrei neppure tentato di farlo. Era una sensazione così dolce ed irresistibile, che niente avrebbe potuto convincermi a staccarmi dalla sua bocca, neppure la ragione più importante: niente relazioni tra colleghi.

Dopo qualche minuto, le nostre labbra si separarono lentamente e dolorosamente l'una dall'altra. A stento riuscivo ad aprire gli occhi, frastornata dai suoi baci e dalle sue carezze. Non volevo che finisse.
Lui non disse nulla, ci guardammo per un attimo, prima che si allontanasse e sparisse con la sua auto.

Ancora una volta, faticavo a realizzare ciò che era appena successo.

Mi ha davvero baciata?!

Le labbra mi formicolavano per il bacio di Zain.
All'improvviso sentii un forte calore dentro di me, che aumentava ad ogni battito.
Era come se si fosse acceso un piccolo fuoco dentro di me, che si stava diffondendo sempre di più e scioglieva tutto il ghiaccio che trovava sulla sua strada.
Non sentivo più freddo.

"Mi scusi, signorina, dovrei uscire..." L'anziana e gentile signora del secondo piano spuntò dietro di me.
Mi spostai subito per farla passare, non mi ero accorta di essere ancora lì, davanti al portone.
"Ti ringrazio, cara!" Mi sorrise ed io ricambiai, ancora un po' frastornata.
Salii al mio piano e rientrai in casa. Venni accolta da un delizioso profumo di biscotti e cioccolata calda. Sophie aveva preparato due dei cibi che amavo di più.
"Lily, sei tu?" Gridò dalla cucina.
"Sì!" Posai la borsa e mi sfilai il cappotto, appoggiando il tutto alla sedia della scrivania. Poi, mi diressi in cucina.
"Ciao! Stai preparando ciò che penso?"
"Oh, sì! Biscotti alle mandorle e cocco! Vuoi un po' di cioccolata?"
Avrei preferito dire di no, perché non volevo togliere il sapore delle labbra di Zain dalle mie, ma era praticamente impossibile rifiutare la cioccolata calda di mia zia.
"Ehm, perché no?"
"Fa freddo fuori, sarai congelata eh? Ha anche iniziato a nevicare bello forte..." Disse sbirciando dalla finestra della cucina.

No, non ho freddo neanche un po'! Se ripenso alle sue mani e al suo respiro, così caldi!

"Dici che ho fatto bene?"
"Eh? Cosa?" Mi ero distratta.
"Ti senti bene, tesoro? Per caso hai la febbre? Sei tutta rossa!" Si avvicinò a me per testare con la mano la mia fronte.

Ecco.

"No, tranquilla! Sono solo un po'... infreddolita e stanca. Dicevi?"
Lei mi guardò con sospetto ma lasciò cadere il discorso.
"Ho detto che oggi ho preferito non mandare Lucy all'asilo, credo di aver fatto bene, guarda che tempo!"
"Oh, sì, hai fatto bene! A proposito, dov'è?"
"È in camera sua, credo stia facendo un sonnellino, perché non vai a svegliarla e le dici che è pronta la merenda?"
"Vado subito!"
Poco dopo zia Sophie mi richiamò: "Lily, a proposito, come sei tornata a casa?"

Sarà un lungo, lungo pomeriggio.












N/A: e... finALMENTE SI SONO BACIATI! Credete che Zain abbia precipitato le cose? Forse ha sbagliato? Cosa avete provato durante questa scena? Fatemi sapere! A presto!

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ