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Zain









— 5 anni prima —




"Mamma andiamo, è solo un tatuaggio, non è neanche così vistoso!"
"Sai come la penso sui tatuaggi, soprattutto se sono permanenti! Non oso immaginare cosa dirà tuo padre quando lo vedrà!"
"Non aveva reagito poi così male quando mi sono tatuato il nome del nonno."
Mi toccai appena al di sotto della clavicola, lì dove il nome in arabo di mio nonno Walter sarebbe restato per sempre e ancora mi veniva in mente il dolore che avevo provato, ma ne era valsa la pena.
"Quello è un caso diverso, questa volta ti sei tatuato un teschio, figliolo! Un dannato teschio! Non riesco neppure a guardarlo, mi fa senso!"
"Io trovo che sia buffo invece." Dissi facendo spallucce.
"Ma perché hai scelto proprio quel soggetto?"
"Ah, non capiresti ma'!"
"Beh, caro mio, farai meglio ad inventare qualcosa per spiegarlo a tuo padre."
"Non deve per forza saperlo! Per favore ma' non dirglielo! Non voglio litigare con lui."
Mia madre smise di piegare i panni appena raccolti e mi fissò in quel modo autoritario, tipico di quando si preparava a farmi il predicozzo.
"Zain, tesoro, la mamma è la persona che sempre e comunque ti accetterà e ti vorrà bene. Ricorda: non importa quanti tatuaggi ti farai, io non smetterò mai di starti accanto ma..." Fece una pausa drammatica: "Non smetterò di farti notare quando sbagli. E tu stai facendo un errore mentendo a me o a tuo padre o alle persone che ami."
"Mamma-"
"Non ho finito!" Disse facendo alt con la mano.
"Da quando frequenti quel Phil tu sei cambiato e non in meglio, figliolo. Hai iniziato a fumare, a tatuarti teschi sul corpo, sparisci per pomeriggi interi e Dio solo sa dove vai. Per non parlare di sua sorella Kimberly!"
"Mamma io la amo!"
"Oh, non lo metto in dubbio tesoro mio, ma come madre temo che queste due persone stiano intossicando la tua vita, capisci che intendo?"
Rimasi in silenzio, mordendomi la lingua per non replicare.
"Riesci a vedere cosa ti stanno facendo, Zain? Non commettere l'errore di buttare all'aria il tuo futuro per inseguire una ragazza che forse un giorno ti lascerà."
"Perché sei così negativa?"
"Io non sono negativa amore mio, sono realista. Sei ancora giovane e ingenuo e lei è fin troppo astuta per non dire manipolatrice."
"Ok, ora basta, non ho più voglia di stare qui a sentire te che insulti la mia ragazza. Sono le mie scelte, la mia vita!"
"Dove stai andando?!"
Presi il giubbotto e uscii di casa sbattendo la porta in faccia a mia madre mentre ancora mi stava venendo dietro chiamando il mio nome.

Nell'esatto istante in cui chiusi quella porta il senso di colpa si fece strada in me doloroso come un pugno nello stomaco.

Come ho potuto trattare mia madre in quel modo? Non è da me. Non avevo mai litigato con lei. Mai.

Nonostante tutto però non ebbi il coraggio o l'umiltà di tornare indietro e chiederle perdono. Ma avrei potuto e avrei dovuto.
Non ebbi neppure la forza di riconoscerle che aveva ragione, perché prima di tutto dovevo ammetterlo a me stesso.

Camminavo in fretta e a testa bassa e non mi accorsi di nulla intorno a me: la gente che sgomitavo e che mi rimproverava per la mancanza di attenzione, non bastò neppure la pioggia per distogliermi dai pensieri che continuavo a rivoltare nella mia mente.

Un clacson. Ecco ciò che mi fece rinsavire. Il clacson di una macchina che per poco non mi mise sotto.










"Zain?!" Liam mi tirò indietro per la spalla, riportandomi al presente.

Ero in mezzo alla strada, proprio come quel pomeriggio di cinque anni fa: un clacson. Una macchina che sterza e frena. Io che per poco non ci rimetto la pelle.

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoDonde viven las historias. Descúbrelo ahora