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N/A: canzone del capitolo | London Grammar - Hey Now









Lily












"Una settimana?!" Chiese Zain incredulo. Io gli strinsi la mano, sentendo subito che lui fece lo stesso.
"Proprio così." Confermò il dottore.
"Non potrebbe venire a stare da noi invece? Gli daremmo il nostro aiuto per tutto il periodo della convalescenza." Propose mamma Trisha, accarezzando la spalla del figlio.
"Senza dubbio signora, ma non me la sento di dimetterlo, è ancora in una situazione delicata e se dovesse fare qualsiasi tipo di sforzo potrebbe peggiorare la frattura." Spiegò il dottor Gary.
"Vedete, è vero che Zain non ha più bisogno della fasciatura, ma è tuttora sotto gli effetti dei farmaci che non gli fanno percepire il dolore reale, quindi potrebbe sentirsi in grado di riprendere le sue attività motorie di sempre ed avere brutte sorprese."
Zain sbuffò, girando la testa verso di me e appoggiandola sulla mia spalla.
Dopo soli tre giorni non sopportava più di restare lì.
"C'è poi quell'ematoma sul fianco che non si è ancora riassorbito del tutto e meriterebbe di essere tenuto sotto osservazione."
"D'accordo, allora aspetteremo. Vero, tesoro?" Trisha si rivolse a Zain, che con aria mesta e rassegnata annuì.
"Si tratta solo di qualche giorno in più e poi potrai tornare a casa, non preoccuparti figliolo." Lo rassicurò il dottore, che poco dopo andò via e lasciò noi tre da soli.

Zain lentamente si aggiustò sul letto e Trisha gli sistemò i cuscini dietro la schiena.
"Sei a posto così? Hai voglia di alzarti? Vuoi qualcosa da mangiare?" Chiese sua madre premurosa.
"Grazie ma', vorrei solo un po' d'acqua ma non c'è fretta."
"Te la porto subito, vado a prendere qualche bottiglietta e magari anche una coca cola." Gli fece l'occhiolino e gli sorrise, sapendo che a quella lui non avrebbe saputo dire di no.
Chiese anche a me se volessi qualcosa ma io ero a posto, così disse che sarebbe tornata in dieci minuti ed uscì dalla stanza.

"Ancora una settimana..." Ripeté Zain abbandonando la testa sul cuscino. "Non so per quanto riuscirò a sopportare questo buco."
"Non fare così, è per il tuo bene, hai sentito il dottore!" Dissi sedendomi sul bordo del letto, speculare a lui.
"Lo so, il fatto è che...mi sento solo e mi annoio, non posso fare nulla, non ho neanche la TV. Per non parlare del divieto di fumare..."
"Ci siamo noi a farti compagnia! Non avrai tempo per sentirti solo!"
Lui mi sorrise, prendendomi la mano e portandola alle sue labbra.
"Lo so, ma durante la notte non posso tenerti fra le mie braccia ed è lì che mi sento solo."

Non riuscii a non pensare che doveva essersi sentito così per tutto il tempo di lontananza forzata che gli avevo imposto e mi sentii tremendamente in colpa.

"Mi dispiace di essermi arrabbiata così tanto con te...non te lo meritavi." Sapeva ciò a cui mi riferivo.
"Non affliggerti, sono io quello che dovrà convivere col senso di colpa per sempre. Se solo avessi saputo che lui...beh in ogni caso lo avrei dovuto denunciare e non l'ho fatto."
"Tu hai cercato...di proteggere chi si trovava nei guai, hai agito in buona fede. Non è colpa tua se i miei genitori sono morti." Parlai con una certa difficoltà.
Zain mi studiò in silenzio per qualche secondo e poi disse: "Mi dispiace immensamente, Lily. Ti assicuro, non sai quanto."
Annuii: "Lo so, è tutto...un gran casino. Ma non sei stato tu ad ucciderli, non è stata colpa tua." Ribadii a lui e a me stessa.
"Non è stata neppure colpa tua, Lily, eppure entrambi ci sentiamo colpevoli per non aver fatto ciò che era giusto."

Era vero. Io ancora dopo tutti quegli anni mi rimproveravo il fatto di non essere riuscita a resistere abbastanza per chiamare i soccorsi. Caddi su quell'asfalto esanime. Sconfitta.

Raccolsi quell'unica lacrima sfuggita al mio controllo: "Già. È tutto così...profondamente ingiusto."
"Vero..." Aggiunse Zain.
"Ma non possiamo andare avanti continuando a pensare: 'e se...?' Giusto? Ormai non si può più tornare indietro." Abbozzai un sorriso.
"Ti ho mai detto che sei la donna più coraggiosa e forte che io abbia mai conosciuto in vita mia?" Mi chiese lui, stringendo la mia mano.
Ancora più commossa, mi morsi il labbro: "Ti giuro che ci provo ogni giorno. Certe volte non mi sento per niente così, ma grazie!"
"È ciò che penso."
Mi sporsi in avanti e lo baciai. Un lungo e dolcissimo bacio esprimeva la mia gratitudine verso la vita, che nonostante mi avesse tolto così tanto, mi aveva donato Zain.

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoWhere stories live. Discover now