91.

416 39 20
                                    

N/A: canzone del capitolo | Sam Smith — Lay Me Down











Zain










"Voglio vederla! Adesso!"
L'infermiere che avevo ritrovato al mio risveglio non si fece tanti problemi a spingermi indietro per farmi risedere sul letto: "La prego di non urlare! Le ricordo che siamo in un ospedale, ci sono altri pazienti qui oltre a lei!"
"Ma perché non potete almeno dirmi come sta?!"
"Non urli! O sarò costretto a sedarla!"
"Ma allora lei non mi ascolta! Ho provato a chiederlo con gentilezza, ma lei non ci sente!" Dissi urlando ancora più forte. Purtroppo però ottenni solo gli sguardi fulminanti degli altri pazienti e infermieri del pronto soccorso.
"Lei potrà vedere la sua ragazza quando avremo finito di curarla e sarà stabile."
"Cosa?! Come sarebbe a dire stabile? Che vuol dire?!" Mi alzai di nuovo e stavolta mi parai di fronte a lui senza dargli tregua.
"Si rimetta sdraiato, ha una commozione cerebrale!"
Lo afferrai per il colletto della divisa: "O lei mi dice come sta Lilibeth Johnson o io giuro che le pianto un casino, non sto scherzando!"
"Kate, chiama rinforzi! Dobbiamo sedarlo!" Lui mi ignorò rivolgendosi invece ad una sua collega.
"No, voi non-"
"Zain! Oh, mio Dio!"
Mollai all'istante quello stronzo d'infermiere non appena udii la voce di mia madre e mi voltai vedendo arrivare entrambi i miei genitori. Mio padre non aveva nemmeno la giacca del suo completo da lavoro e portava le maniche della camicia tirate su, mentre mia madre aveva i capelli raccolti in maniera arruffata e ancora le pantofole ai piedi e una delle sue tute di flanella che era solita indossare quando stava a casa. Sembravano essere stati presi alla sprovvista, quando erano intenti nelle loro faccende, e che fossero fuggiti a causa di un terremoto.

Già, quel terremoto sono proprio io.

"Mamma, papà!"
"Oh, mio Dio! Oh, mio Dio!" Mia madre non faceva che ripeterlo e sembrava non riuscire a smettere. Intanto i suoi occhi si riempivano di lacrime.
L'infermiere ritenne che fosse meglio lasciarci soli e rinunciò al suo sadico desiderio di mettermi a tacere con qualche sonnifero, quindi se ne andò.
I miei genitori mi corsero incontro e mia madre mi buttò le braccia al collo soffocandomi e causandomi dolore alle costole.

Di sicuro devo essermene rotto altre dopo tutto quel casino.

"Fa' piano, ma'..." Dissi ricambiando l'abbraccio.
"Oddio, scusami! Cosa ti è successo? Hai la testa fasciata, perché hai la testa fasciata? Hai avuto un incidente o hai fatto a botte? Da dove arrivano questi lividi?! Gli infermieri non ci hanno detto quasi nulla!" Iniziò a parlare a mitraglietta, era sempre così quando mi facevo male.
"Sono tutto intero, ma'. Sto bene, mi riprenderò e... per quanto riguarda questi... è stato Phil a farmeli. Ci ha fatto sbandare e poi ha cercato di ucciderci, ha fatto del male a Lily... io-io ho cercato di proteggerla... ma ora non vogliono farmela vedere e non lo so io-" Non finii la frase, non avevo più le forze neppure di pensare. Troppe erano le cose da dire.
"Figliolo, ci racconterai dopo ciò che è successo, ora pensa a riprenderti." Mio padre invece manteneva la calma ed era il completo opposto di sua moglie. Se non avessi saputo com'era fatto, avrei giurato che non gliene importava niente di me, ma certi dettagli lo tradivano. Rimaneva comunque controllato e non si concesse abbracci, solo pacche sulle spalle e qualche sospiro.

Probabilmente stava contemplando se essere più sollevato perché stavo bene o arrabbiato o deluso per essere finito di nuovo nei guai.

Dev'essere dura per lui vedere nel suo unico figlio maschio il fallimento di tutte le sue aspettative.

"Papà ha ragione, devi riposare! Sdraiati, possiamo fare qualcosa per te?"
Scossi il capo: "Tutto ciò che desidero in questo momento è poterla vedere o almeno avere sue notizie! Ci hanno divisi quando ci hanno portato qui e io sono svenuto prima di poter capire."
"Tesoro, credi che potremmo...?" Mia mamma si rivolse a papà lasciando in sospeso la domanda.
Dopo quello che mi sembrò il ventesimo sospiro, lui rispose: "Sarà difficile farci dire qualcosa, non siamo suoi parenti, né suoi famigliari."
Strinsi i pugni: "E non vale neanche se dico che siamo fidanzati ufficialmente?" Chiesi ad occhi bassi.
"Che hai detto, Zain?" Chiese incredula mamma.
"Avete capito bene. Io voglio-"

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoWhere stories live. Discover now