19.

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Lily








L'auto era ferma di fronte al mio palazzo. Anche tutto il resto sembrava fermo intorno a noi. Guardavo fuori dal finestrino la pioggia scendere più silenziosa, poi sul vetro notai il riflesso del viso di Zain che guardava me. Un braccio appoggiato al volante e l'altro sul mio sedile.
Avevo la testa da un'altra parte: ero preoccupata, molto preoccupata per la mia Lucy, ma non volevo sembrare fredda nei confronti di Zain, non volevo pensasse che io non volessi stare con lui, non era affatto così.
Una mano calda e accogliente si posò sulle mie, in grembo.
"I tuoi sanno che sei con me?" Chiese.
Quella domanda risuonò particolarmente sorda nelle mie orecchie, come un colpo d'arma da fuoco che ti fa fischiare le orecchie e ti fa rimanere senza parole.

No. Loro non possono più saperlo.

Temevo fin dal principio che questo argomento venisse a galla nei nostri discorsi. Sapevo che un giorno lui ne sarebbe venuto a conoscenza, ma non ero ancora pronta a dirglielo.
"Non vorrei che pensassero che ti ho rapita o roba del genere..."

Sentir pronunciare quella frase mi riportò inevitabilmente con la memoria a quando avevo fatto diventare matto mio padre, il giorno in cui scoprì che io e Chris uscivamo insieme. Dissi che mi sarei fermata a dormire da un'amica e invece passai la notte a casa del mio ragazzo. Mia madre chiamò la madre della ragazza che avrebbe dovuto fingere di ospitarmi e scoprì che avevo mentito. Quando tornai a casa ero già pentita del gesto che avevo fatto, ma come se non bastasse fui messa in punizione per un mese.
Ricordo che dissi a papà di odiarlo, ma non era vero!
Mia madre era più delusa che arrabbiata e solo lei seppe cosa successe davvero quella notte.

Non so cosa darei per averli entrambi ancora qui, non mi importerebbe essere rimproverata o meno, sentire di nuovo le loro voci sarebbe una felicità tale da superare ogni litigio o incomprensione.

"Hey... piccola... che c'è?" La voce dolce e preoccupata di Zain invece fu quella che mi riportò alla realtà.
"N-Niente, io... sono... sono solo un po' stanca e preoccupata per Lucy, credo."

Non voglio piangere!

Ma era troppo tardi, troppe le emozioni, troppi i ricordi.
Mi asciugai arrabbiata le lacrime con la manica della felpa che mi aveva prestato Zain.

Detesto farmi vedere così vulnerabile!

"Maledizione..."
"Lily, è okay–"
"No. Non è okay, niente è okay! Ti sembrerò una pazza in questo momento!"
"Non mi sembri pazza."
"Sì, certo!"
Zain si sporse verso di me e mi costrinse a guardarlo.
"Tesoro, che hai? Puoi parlarmene se vuoi."
"Io... non posso, Zain... non ci riesco... Scusami!"
"Non hai niente di cui scusarti, piccola..."
"Io... è meglio che vada."
"Lily... ti prego, dimmi cosa ti sta succedendo! Voglio aiutarti, permettimi di farlo!"

Smettila di essere così dolce con me!

"Nessuno può aiutarmi..."
Zain rimase senza parole. Sembrò arrendersi. Bene, meglio così.
"Senti, credo sia meglio che vada ora. Grazie di tutto."
Stavo per scendere, ma lui mi richiuse subito la portiera e mi afferrò per le spalle.
"È per i tuoi genitori? Non approvano che tu esca... con me?"
"Zain, ti prego..."
"Loro... ti maltrattano?" Chiese cauto.

Oh, mio Dio! Come può pensarlo?!

"Cosa?! No!"
Fu subito sollevato dalla mia risposta. Poi mi prese il viso tra le mani e mi guardò con quello sguardo. Quello sguardo che sarebbe stato in grado di mettere in soggezione anche la persona più sicura di sé di questo mondo.
"Allora dimmelo, perché non sopporto non sapere, Lily! Io sono qui, non m'importa se continui a respingermi, a tenerti tutto dentro, io... sono... qui... per te e non me ne andrò finché non mi parlerai."

Wow. Il cuore batteva così forte da far male.

"Lo so" Risposi. Era vero. Sapevo che lui c'era per me. Me l'aveva ampiamente dimostrato. Aveva ascoltato ogni singola parola, asciugato ogni lacrima, ma non aveva visto la mia cicatrice più dolorosa, quella causata dalla perdita dei miei genitori. Quella che nessuno avrebbe potuto guarire.
"Perché hai detto che nessuno può aiutarti?" Chiese asciugandomi le lacrime.
"Perché... Perché loro non... non ci sono più. I miei genitori... beh, i nostri... loro sono... sono mancati anni fa."
"Merda! M-Mi dispiace io... non immaginavo..."
Ecco. Ora sì che conosceva il dolore che mi portavo dentro da più di cinque anni.
"Non dispiacerti. Non potevi saperlo."
"Beh è colpa mia se adesso stai così, se non li avessi tirati in ballo a quest'ora tu non-"
Non lo lasciai finire. Lo zittii con un bacio. Un bacio pieno di tutta la gratitudine che potevo offrire.
"Non è colpa tua..." Sussurrai sulle sue labbra.
"Lily, io..." Iniziò incerto.
"Cosa?" Provai ad accennare un sorriso.
"Mi dispiace per i tuoi... mi dispiace davvero tanto, piccola."

Adoro quando mi chiama tesoro o piccola. Non ho mai compreso quelle donne che non amano sentirsi chiamare così.

Gli accarezzai il viso con mani e occhi. Lo guardavo come se fosse un'opera d'arte, che non sapevo ancora di poter chiamare mia o meno. Sapevo semplicemente che mi era permesso di ammirarla e toccarla. Per il momento.

"Dovremmo ritornare a casa..." Dissi, sconsolata, guardando fuori.
Lui annuì, un po' tristemente e poco dopo ci ritrovammo sotto il porticato del mio palazzo, ancora più bagnati di prima.
"Non avresti dovuto uscire dalla macchina, non voglio farti bagnare ancora di più!"
Rise, tenendomi stretta a sé: "Non posso credere che tu ti stia prendendo la colpa al posto della pioggia!"

Già, parliamo di colpe.

"Magari perché un po' di colpe le ho..." Mormorai.
Lui mi guardò perplesso, ma io accennai un sorriso per rassicurarlo e sbattei le palpebre per ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire.
Lui non aveva idea di ciò che realmente era successo cinque anni fa.
"Tieni, ti restituisco la felpa..." Feci per toglierla, ma lui tirò l'orlo verso il basso e scosse la testa.
"È tua."
"Dici sul serio?"
"Mai stato più serio." I suoi occhi scuri erano pieni di luce e fissi nei miei. Non vi era l'ombra di uno scherzo, solo passione e dolcezza.
"Lily, io... voglio..." Non trovava le parole giuste?
All'improvviso rividi lo Zain timido ed impacciato che si era presentato davanti a me a chiedere lavoro.
"Tu... cosa?"
"Voglio dirti che penso tu sia la donna più coraggiosa che abbia mai conosciuto."

Aw!

Sorrisi, commossa e felice. La vista si annebbiò. Non ero sicura di essere poi così coraggiosa. Cercavo di sopravvivere, ecco tutto. Per lui però, ero la più coraggiosa di tutte.
"Sempre il solito esagerato..."
Affondai nel suo abbraccio e lui sembrò non volermi più lasciar andare.
"E tu la solita che non riesce ad accettare complimenti."

Ci salutammo, augurandoci la buonanotte, ma lui notò che io non stavo rientrando.
Era già in fondo agli scalini quando si voltò per salutarmi ancora una volta, ma non era abbastanza. Per nessuno dei due.
"Zain..." Non servirono altre parole. Tornò indietro e mi baciò. Nei suoi occhi e sulle sue labbra sembrava ci fosse qualcosa lasciato in sospeso, ma forse era solo la mia immaginazione.













N/A: Piccola sorpresa :) spero vi sia piaciuta la stessa scena dal punto di vista di Lily, lei vi ha spiegato il perché di quelle lacrime. Presto saprete esattamente cosa le accadde.
A presto!
P.s. Se volete seguirmi io ricambio volentieri! Mi trovate anche su Twitter (Faby_1DFam) e Instagram (faby_1dfam)

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