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N/A: colonna sonora del capitolo | Florence — Never Let Me Go; Gabrielle Aplin — Salvation












Zain











Non so quante volte io abbia desiderato di poter tornare indietro e rimediare ai miei errori, al mio errore più grande, a quell'errore commesso quando ero devoto ad una causa sbagliata: quando aiutai Phil, invece di denunciarlo alla polizia.
Ho desiderato tornare indietro soprattutto da quando ho incontrato lei sul mio cammino, come se fossimo destinati a trovarci di nuovo per permettermi di aggiustare le cose e salvarla come avrei dovuto fare cinque anni fa.

Nessuno sa che io quella notte andai sul luogo dell'incidente.

Nessuno sa che io vidi la scena straziante di una ragazzina insanguinata che si trascinava fuori da un'auto distrutta e abbandonata in mezzo alla strada e che cercava di tirare fuori i suoi genitori intrappolati nelle lamiere. Ma era già troppo tardi per loro.

Nessuno sa che anch'io ero lì quando i soccorsi arrivarono, perché restai in disparte, lontano da lei, in parte perché avevo paura e in parte perché l'ambulanza arrivò letteralmente due minuti dopo di me.

Non so spiegare la mia presenza lì, non avrei potuto fare niente in ogni caso, forse volevo solo vedere se qualcuno fosse riuscito a sopravvivere. Mai avrei immaginato che in futuro quella ragazzina sarebbe diventata la donna che ora amavo tanto disperatamente.

Desiderai con tutto me stesso di tornare indietro anche quel giorno: il giorno in cui la storia si ripeté.

Phil fu la causa di un altro incidente, quella volta le vittime eravamo io, Lily e la piccola Lucy.

Non ho mai pregato così tanto ardentemente il mio Dio come in quel frangente!

Pregai affinché loro due si salvassero, pregai perché Phil sparisse per sempre e non potesse più far loro del male, che se la prendesse solo con me e più di ogni altra cosa pregai perché potessi salvare chi non ero riuscito a salvare allora.

Quando andai a sbattere contro quel palo della luce persi i sensi. Per molto, troppo tempo, credetti di essere morto. Poi nel buio sentii una voce, una voce che mi riportò letteralmente indietro, non era esagerato dire che mi riportò in vita.

"Sei il mio fuoco, ricordi? Sei vita per me, Zain! Ti prego, torna da me, amore! Lascia che ti salvi!"

Il suo fuoco... non sono mai stato il fuoco di qualcuno.

La prima volta che me lo disse fu quando le confessai di amarla e nel tenerla stretta a me per riscaldarla il contrasto tra le nostre temperature corporee fu tale da farle bruciare la pelle con ogni mio bacio.
Pensai che quello fosse il modo più dolce e unico per dire ad una persona 'ti amo'.

"Non so com'è, ma io ho sempre freddo, tranne quando sto vicino a te. Sei un fuoco che non fa male." Furono quelle le sue parole.

Era come se avesse voluto esprimere in quel concetto tutto l'amore che già provava per me, il modo in cui la facevo sentire al caldo, protetta, al sicuro, viva.

Avrei fatto di tutto pur di continuare a farla sentire così.

Volevo salvarla ma lei voleva salvare me. Era sempre stata così: la mia Lily pensava sempre agli altri prima che a se stessa.
L'ultima frase che le sentii pronunciare e che mi ridette i sensi non smentiva questa sua caratteristica.

Riaprii finalmente gli occhi e mi ci volle un po' prima di capire cosa stesse succedendo. La testa mi faceva un male cane ed era ovvio che avessi una bruttissima ferita causata dall'impatto. Di fronte a me, con una visuale al cinquanta per cento, scorsi il cristallo ed il muso della mia Mustang completamente distrutti. Sperai di trovare lei al mio fianco, di trovare Lily, ma non fu così.
Non potevo aver avuto le allucinazioni, mi aveva davvero parlato fino a poco prima!
Ebbi la conferma che fosse lì, quando la sentii urlare di dolore e sentii Phil parlarle a suon di minacce.
Ignorai il dolore alla caviglia e quello in molte altre parti del corpo e mi precipitai fuori dall'auto.
Per un minuto interminabile mi girò la testa e dovetti sorreggermi alla portiera per non cadere.
I miei occhi appannati cercarono affannosamente Lily e Lucy: della bimba non c'era traccia, mentre Lily era tenuta a terra e percossa da un mostro che, non sapevo come, una volta consideravo mio amico.
Non ci pensai due volte e mi avventai su di lui: lo afferrai per le spalle e con una forza ritrovata non so dove lo scaraventai lontano da Lily.
"Figlio di puttana! Io ti ammazzo!" Gli urlai in faccia, tenendolo a terra con un braccio premuto sul collo.
Lui mi guardò con un ghigno diabolico: "No, sono io che ammazzo te!" E le sue mani iniziarono a strozzarmi.
Per un po' ebbe il sopravvento, ci fece ribaltare ed io finii sotto di lui, poi trovai vicino a me sull'asfalto lo specchietto laterale del suo furgone e lo usai per colpirlo sulla testa. La tempia di Phil si aprì lasciando gocciolare sangue copiosamente e lo lasciai frastornato, mentre io riprendevo a respirare.
Mi misi in piedi e lo trascinai con me: "Alzati, pezzo di merda! Non è finita qui!"

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora