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N/A: canzone del capitolo | Imagine Dragons – Next To Me




Lily






Ad occhi chiusi, avvertii un passo familiare. Qualcuno era entrato nella mia stanza e potevo dire chi fosse ancora prima di guardarlo.

In un primo momento i passi si arrestarono, poi ripresero a camminare fino a raggiungere il mio letto. Mi sentii osservare in silenzio, quasi con timore.

"Non preoccuparti, non sono in coma, mi sono solo assopita" Dissi sorridendo, ancora ad occhi chiusi.
La figura familiare sospirò prima di parlare: "Non sai quante volte ho desiderato sentirtelo dire i giorni scorsi."
Aprii gli occhi e studiai la sua espressione: il mio era un tentativo di suscitare ironia, ma mi resi conto che a Zain quella battuta non piacque affatto.
"Scusa, mi ci vorrà un po' prima di...nah, non credo che scorderò mai quegli interminabili giorni in cui ho rischiato di perderti."
Guardava nel vuoto e scuoteva il capo, come se tutto ciò che avevamo appena lasciato alle nostre spalle fosse vivido e intenso. Ancora lì, a ricordarci quanto c'eravamo avvicinati ad allontanarci per sempre.
Cercai la sua mano, fino a quel momento stretta intorno alla barra laterale del mio letto.
"No, scusami tu. Sono pessima a scherzare. Cercavo solo di..."
"Lo so, non è vero che non sai scherzare, io adoro il tuo senso dell'umorismo, sono io che per il momento faccio fatica a riderci sopra."

I suoi occhi profondi erano cambiati da prima, prima che tutto quel casino succedesse. Ora sembravano trasmettere più maturità e la consapevolezza di chi aveva visto la morte da molto vicino. Chissà, forse anch'io avevo quello sguardo, ma non avevo voluto uno specchio da quando mi ero risvegliata. Non mi serviva un oggetto che mi ricordasse costantemente quanto fossi disfatta, sapevo che il mio aspetto non doveva essere dei migliori.
"Hai ragione" Nascosi il viso col braccio quando mi ricordai quanto brutta dovevo sembrare con tutte quelle bende a fasciarmi la testa. Per non parlare dei capelli disastrati e l'adorabile camice gentilmente offerto dall'ospedale di Hartford.
"Ehi" Zain mi spostò il braccio delicatamente, "che hai, sei stanca? Se vuoi dormire, non c'è problema, io-"
Mi precipitai immediatamente: "No, no! Non te ne andare! Non voglio dormire, voglio stare con te!"
Zain sorrise: "Stavo per dire che sarei rimasto seduto qui."
Arrossii. Talvolta la mia impazienza di averlo vicino mi spaventava. Ero sempre più dipendente da lui, la mia felicità lo era. Ero certa di essermene già resa conto, ma tutto ciò che avevamo condiviso fino a quel giorno non faceva che confermarmelo.
Anche mentre le sue labbra baciavano teneramente la mia mano, era come se mi restituisse l'energia che mi mancava.
Continuavo a ripensare a quella specie di sogno in cui vedevo partire da me stessa tutti quei fili rossi che riconducevano a lui. Mi chiedevo cosa volessero significare, se fosse frutto della mia immaginazione o se davvero la mia vita era legata indissolubilmente alla sua.

Spostai lo sguardo dalle sue labbra premute sulla mia pelle ed incontrai di nuovo i suoi occhi: ora mi sembrava di leggere emozione o addirittura imbarazzo. Stavo impazzendo per lui. E quella stupida macchina non faceva che sottolineare quanto il mio cuore accelerasse a causa sua.

Come faceva ad essere incredibilmente ed insopportabilmente attraente anche con la barba lunga, le occhiaie ed i capelli spettinati non più tenuti su dal gel o fino a ieri dalle bende?!
I suoi polpastrelli fin troppo delicati sfioravano la mia tempia ferita, la fasciatura e i capelli che fuoriuscivano da essa.
"In questo momento non so cosa darei per potermi fare una doccia" Dissi sorridendo per l'imbarazzo.
Lui rimase in silenzio a guardarmi da vicino.
"Stamattina mi sono lavata il viso solo con dell'acqua gelata e ho potuto usare solo del collutorio alla menta per lavarmi i denti."
Lui quasi ridacchiò: "Tu non sopporti il collutorio alla menta, è troppo forte."
"Infatti! Stavo lacrimando peggio di quando mangio pepato!"
Finalmente tornammo a ridere.
"Avrei voluto vederti! Come quella volta che mia madre ti ha fatto assaggiare le sue ali di pollo alla paprika!"
"Oddio, non me ne parlare, ti prego! Io adoro tua madre ed è una splendida cuoca ma quelle alette di pollo erano un incubo per me!"
"Lo so, ce ne siamo accorti quando sei diventata rossa e hai cercato di non lacrimare continuando a masticare!"
"Non volevo sembrare scortese!"
Zain continuò a ridere di gusto: "E poi ti ricordi che ti ho dovuto soccorrere? Ho tirato fuori un cubetto di ghiaccio e...", lui tornò serio piano piano e prese a fissare la mia bocca, "te l'ho passato sulle labbra irritate per darti sollievo..."

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoWhere stories live. Discover now