13.

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N/A: Nuovo capitolo, lungo, ricco e intenso.



Lily















Arrivati al locale, Zain parcheggiò la sua Mustang e mi aprì la portiera prima che potessi farlo io. In quello spazio nessuno ci avrebbe visti. Eravamo dietro al ristorante, al riparo dagli sguardi indiscreti e da quello di Al, soprattutto. Potevamo tenerci per mano, baciarci o abbracciarci. Zain però non fece nulla di tutto questo. Mi aveva promesso che il nostro capo non sarebbe venuto a saperlo e si stava comportando esattamente in maniera tale da non suscitare sospetti.
Non dico che fosse completamente indifferente, ma era molto credibile.

Allora perché la cosa mi dispiaceva?

Entrammo dalla porta principale del locale, ancora una volta Zain me la tenne aperta facendomi passare per prima.
Salutammo Al dietro il bancone, intento a preparare panini. Ci scusammo per il ritardo, spiegando che la lezione era durata più del dovuto, ma lui non sembrò essere scocciato.
"La scuola prima di tutto, ragazzi, ricordatevelo!" Sentenziò.
Io e Zain ci guardammo e sorridemmo con aria complice.
"Te l'avevo detto che ragiona come un padre." Sussurrai a Zain.
Ci dirigemmo poi verso lo spogliatoio e come di solito eravamo abituati a fare, entrai prima io a cambiarmi.
Una volta vestita, misi a posto la mia borsa e la mia roba, mi tirai su i capelli con la pinza e pensai che fosse arrivato il momento di cambiarla, dato che non stava più ferma come prima. Quando riaprii la porta, Zain era lì, appoggiato al muro, con le braccia conserte ed uno sguardo sfacciato su di me.
"Credo che non mi abituerò mai a vederti con questa divisa addosso." Era seducente anche senza provare.
Si avvicinò e perleccandosi le labbra, mi posò le mani sui fianchi. Il cuore andava troppo veloce.
"Quella gonna è fin troppo corta...non sopporto che anche gli altri clienti ti guardino vestita così..."

Erano complimenti quelli?

"Perchè mai dovrebbero? Passo sempre inosservata!"
"Oh, Lily...non hai idea di quanto ti sbagli..."
Lo guardai dubbiosa.
"Davvero tu credi che gli altri ragazzi non ti notino?"
Feci spallucce. Non ho mai riscosso molto successo tra i ragazzi e a scuola non sono mai stata popolare. A me non importava.
Zain rise, scuotendo la testa incredulo: "Non sei neppure cosciente di quanto tu sia...", per un attimo non riuscì a continuare, "Pazzescamente bella, non è così?"
Sospirai, come se avessi carenza di ossigeno. Lui mi trovava bella e fu come se nessuno prima me l'avesse detto.
"Non direi proprio..." Dissi divertita ed imbarazzata.
Lui mi guardò, senza parlare, facendo scorrere le sue mani sui miei fianchi.

Mi gira la testa.

Zain camminò all'indietro, tirandomi a sé e mi accorsi che stavamo rientrando nello stanzino.
"Che fai...?"
Mi allarmai quando ci chiuse dentro.
"Zain, avevi detto-"
"Non voglio fare niente, non ti agitare."
"Allora...perché ti stai...spogliando?"
"Mi sto cambiando, se vuoi puoi guardare, non è un problema...", disse togliendosi la maglietta, "Anzi...non mi dispiace affatto."
Credetti di svenire. Era a torso nudo, davanti a me, con quell'aria dolce e seducente che solo lui aveva. Era bellissimo. Non riuscii a distogliere lo sguardo dal suo corpo: la pelle ambrata, i tatuaggi sulle braccia e sul torace sembravano prendere vita quando i suoi muscoli si contraevano. Notai delle catenine al collo e molti braccialetti di pelle, stoffa e perline, che lo rendevano ancora più sexy. Non appena il mio sguardo cadde sui suoi addominali e sulle sue linee a V, appena sopra l'orlo dei jeans, distolsi lo sguardo. Lo sentii fare una risata delicata.

Questo è davvero troppo!

"Ti diverti a mettermi in imbarazzo, eh Malik?" Chiesi senza guardarlo.
"Solo un pochino..." Mi voltai di scatto, scoprendo Zain più vicino, ma già con la camicia della divisa addosso. Sbottonata.
Tirai su la testa ed incontrai i suoi occhi scuri, che mi sorridevano.
"Ma solo perché mi piace vedere che effetto ho su di te."
"Davvero modesto da parte tua!" Risi.
"Mi piace la tua risata..." Disse con voce profonda.
Anch'io pensavo lo stesso della sua, ma non glielo dissi.
"Grazie..." Dissi giocherellando con le mie dita. "Beh, ora finisci di vestirti, io vado-"
"Lily..."
"Sì?" Avevo il cuore in gola.
"Dato che, una volta di là, dovremo mantenere un comportamento professionale, posso chiederti ancora un bacio, prima di andare?"
Feci finta di pensarci su.
"Credo che sia meglio riparlarne dopo il lavoro. Siamo già in ritardo!" Aprii la porta e lo lasciai lì, interdetto.
"Molto divertente, Johnson!"

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