15.

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Lily








Mi preparai per uscire ed andare al lavoro, ero davvero in ritardo. Avevo passato la mattina con Lucy, che era stata male durante la notte e aveva ancora un po' di febbre. Ovviamente decidemmo con la zia di non mandarla all'asilo. Ero distrutta anche per le troppe ore di studio e mi appisolai con la testa sulla scrivania, vicino al mio letto, sul quale invece feci dormire Lucy. Quando mi svegliai guardai l'ora terrorizzata: mancava venti alle 15:00, quando cioè il mio turno iniziava. Sophie aveva il turno di notte all'ospedale e non era ancora tornata a casa. Non potevo certo lasciare mia sorella da sola!
Chiamai mia zia per sapere se stava arrivando, ma non mi rispose.
Pensai a Zain e alla sua (utilissima) auto, che mi avrebbe permesso di impiegare la metà del tempo che avrei impiegato a piedi per andare al lavoro. Forse potrei chiamarlo.
Per fortuna Sophie rientrò in quel momento.
"Oh, grazie al cielo!" Dissi sollevata. "Zia, sono in un gigantesco ritardo!!"
"Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace! Posso accompagnarti!"
"Non se ne parla, non voglio che Lucy rimanga da sola!"
"Ma-"
"Ci vediamo stasera!" Corsi fuori e giù per le scale, rischiando di andare a sbattere contro il portone.
Il tempo di fare cento metri e sentii un clacson strombazzare alle mie spalle.

Non posso credere ai miei occhi!

"Dove corri così di fretta?" Chiese Zain, tirando giù il finestrino.
"Tu che pensi?" Sorrisi, col fiato corto.
"Dai, salta su!" Non me lo feci ripetere due volte.
"Da quanto aspetti?"
"Non so di cosa tu stia parlando! Passavo di qua per caso..." Disse guardando avanti, ma si lasciò scappare un adorabile sorriso, chiaro segnale che stava mentendo.
"Sì, come no!"
"Allaccia la cintura, piccola." Fu il suo avvertimento poco prima di accelerare drasticamente.
"Non avresti dovuto preoccuparti di venire a prendermi, non voglio far arrivare in ritardo anche te!"
"Puoi stare zitta e accettare le mie premure per una volta?"
Sorrisi con gli occhi bassi, ma non riuscii a rimanere in silenzio a lungo.
"Grazie. Non so come avrei fatto senza di te..."
Lui mi sorrise a sua volta: "Ma non hai una macchina comunque?"
"Non so guidare."
Mi strinsi nelle spalle. Nascondevo un certo disagio ad affrontare l'argomento. Non sapevo guidare, perché non volevo imparare. Mio padre aveva iniziato ad insegnarmelo, poco prima di morire. Da quella volta non misi mai più le mani su un volante.
"Oh...capisco e non farai scuola guida?"
"A dire la verità, non amo guidare...preferisco i mezzi pubblici."
"Buon per me allora...così potrò portarti al lavoro più spesso." Disse.
Dietro alla sua sfacciataggine c'era sempre un'adorabile timidezza.
Sorrisi e lo guardai in silenzio, godendomi il tepore delle sue parole e della sua macchina.

Arrivati nel parcheggio del locale, Zain mi aprì la portiera. Sempre così gentile! Devo ammetterlo, non c'ero abituata.
"Grazie."
"Il piacere è mio!" Mi prese per mano, chiudendo la Mustang a chiave, poi si voltò verso di me, sempre col suo sorriso impertinente.
Sentivo le farfalle allo stomaco.
Giubbotto di pelle nera e berretto a fagiolo, jeans neri strappati e stivali scuri. Era un abbigliamento che gli stava d'incanto.
Per un attimo ripercorsi la giornata di ieri, quando ho tirato i lembi di quello stesso giubbotto per baciarlo...ancora.
"A che pensi?" Mi chiese, accarezzandomi la guancia.

Fuoco e ghiaccio.

"Niente di particolare..." Mentii.
Abbassai gli occhi, imbarazzata. Guardai le nostre mani intrecciate e lui strinse la presa.
"Ti dà fastidio che ti tenga per mano, Lily?" Chiese a voce bassa. La testa inclinata per incontrare i miei occhi.
Alzai di nuovo lo sguardo e mi morsi il labbro.
"Non quando siamo fuori dal locale..." Risposi.
Lui sorrise ancora di più, poi si guardò in giro e dietro di me, infine si avvicinò cercando le mie labbra. Non ci volle molto prima che le incontrasse.

Il primo bacio della giornata. Il primo, irresistibile, bacio della giornata.

Mi ci volle qualche secondo per rimettermi in equilibrio. Il suo pollice scorse lento sulle mie labbra socchiuse, poco prima di posarci un altro bacio. Adoravo il modo in cui il suo pizzetto pungeva la mia pelle. Adoravo il suo sguardo dopo avermi baciata: assonnato, sensuale e determinato. Non riuscivo ancora a credere che fossi io a farlo sentire così.
"Cazzo...Mi piaci...così tanto!" Sussurrò.
Mi lasciai scappare un sospiro. Sentirgli dire quelle parole era a dir poco meraviglioso. Eppure non ebbi il coraggio di dirgli che anch'io provavo la stessa cosa per lui. In fondo non era necessario confessarlo a tutti i costi...giusto?
Abbassai nuovamente lo sguardo sulle nostre mani e stavolta fui io a stringere la presa. Assaporavo il tepore della pelle di Zain e credetti che fosse una risposta più che valida per corrispondere i suoi sentimenti.
Lui fece un cenno con la testa e mi invitò a seguirlo.
"Zain, non credo sia una buona idea entrare nel locale e tenersi per mano."
Lui alzò gli occhi al cielo e portò le nostre mani dietro la schiena: "Va meglio così?"
Non so perché mi preoccupai tanto, visto che entrammo dall'ingresso sul retro, vicino al quale di solito i clienti non si sedevano.
Eppure mentre andavamo verso lo spogliatoio mi sentii come circondata da occhi indagatori. Avevo il cuore a mille.
Bob e Will, i due dipendenti del turno precedente stavano chiacchierando al bancone quando si voltarono verso di noi. All'istante lasciai la mano di Zain e lo superai. Una volta nel corridoio, al riparo da tutti tranne che dal ragazzo vestito di nero, tirai un sospiro di sollievo. Lui mi raggiunse, guardandomi confuso: "Cos'è successo?"
"Bob e Will, ecco cosa!" Dissi in tono di rimprovero.
Mi prese per il polso e mi tirò dentro lo stanzino, chiudendo a chiave.
"Chi?!"
"I ragazzi che stanno finendo il turno, ci hanno visti!" Mi passai una mano tra i capelli e mi rosicchiai l'unghia del pollice. Un pessimo vizio.
Zain non sembrò prendere la cosa sul serio.
"Calmati, andrà tutto bene! Non stavamo facendo nulla di male!"
"Ci tenevamo per mano!"
"E da quando è un crimine?"
"No, non capisci? Potrebbero fraintendere qualcosa..."
"Fraintenderebbero se pensassero che mi piaci?"
"No! È proprio questo il problema! Se andassero a dirlo ad Al per noi sarebbe la fine!"
Le sue mani cominciarono a massaggiarmi le spalle e le braccia, nel vano tentativo di tranquillizzarmi.
"Non succederà, Lily! E se mai lui lo scoprisse, dirò che è stata mia la colpa e che se vuole licenziare qualcuno quello sono io. Non m'importa."

Non può dire sul serio! Farebbe questo per me?!

Cosa avrei dovuto rispondergli? Non volevo che venisse licenziato.
"Perché no?" Chiese.
Per un attimo non capii, poi mi resi conto di aver detto quel pensiero a voce alta.
Indietreggiai di un paio di passi.
"Lily..." Zain si aspettava una risposta da me che non potevo dargli.
Posò il borsone a terra e venne verso di me, mi avvolse la vita con un braccio. Avevo la gola secca ed il respiro corto.
"Perché non vuoi che Al mi licenzi?" Mi richiese.

Perché non voglio starti lontano!

"Perché...non è giusto e perché..." Zain tirò su le sopracciglia, ansioso di conoscere l'altra ragione. Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta.
"Dev'esserci Lily dentro..." Disse Bob.
Da un lato fui sollevata di non dover continuare quella conversazione, sapevo bene cosa voleva sentirsi dire Zain, ma dall'altra mi preoccupai perché a bussare erano i nostri due colleghi.
Cos'avrebbero pensato quando avrebbero scoperto che io ed il nuovo arrivato eravamo chiusi a chiave nello spogliatoio?

Questa cosa si sta complicando sempre di più.

Lui mi fece segno di rimanere in silenzio ed andò ad aprire la porta, lasciandomi sola coi miei pensieri.


















N/A: mi domando se vi è piaciuto? A prestissimo con il seguito!
P.s. Ah votate e lasciate un commento, se vi va.

Fuoco & Ghiaccio [Z.M. UA] - I Romanzi del Filo RossoWhere stories live. Discover now