Capitolo 20- Cartapesta

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Se all'inizio ero stata in ansia per probabili figuracce, ora era molto, molto peggio

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Se all'inizio ero stata in ansia per probabili figuracce, ora era molto, molto peggio.

In chiesa? Io? Anche solo metterci piede era qualcosa che non facevo da... Tempo immemore? Forse a cinque anni era stata la mia unica volta, la religione era un argomento tabù nella mia vita.

Diciamo che, probabilmente, questa mancanza di fede era dovuta ad una famiglia che non era mai stata molto credente e... In parte era dovuta anche alla perdita di mia nonna a sei anni.

L'idea di entrare mi spaventava un po' tanto: non ero adatta a questo tipo di cose.

Mi ritrovai ad avanzare per la strada, fissando il suolo con insistenza, cercando di non alzare lo sguardo e non sentirmi più a disagio di quanto non fossi già.

"Stai calma. Stai... Stai calma Nat"

Un respiro profondo, nuovo ossigeno da prendere.

-Mi sembri un po' pallida. Non devi essere agitata, non ho intenzione di farti pregare o robe del genere-

-Ehm... Non é questo- di nuovo altro ossigeno da afferrare in una boccata d'aria, cercando di mantenere un tono serio, portandolo ad alzare il sopracciglio quasi impercettibilmente.

-É che... Non ho esattamente buoni rapporti con la religione, quindi mi sento un po' strana a tornare in chiesa dopo tutto questo tempo-

-Beh, non staremo a lungo nella parte della chiesa vera e propria- Nicholas si passò una mano tra i capelli, come in un accenno lievemente assorto -Non passeremo davanti a nessuna delle navate-

Lo guardai negli occhi solo per qualche istante, poi mi limitai ad annuire, seppur in maniera non del tutto convinta.

Camminammo in direzione della chiesa per quelle che a me parvero ore, decisamente la mia testa sembrava rallentare lo scorrere degli istanti, rendendoli stramaledettamente eterni.

E ci trovammo lì, l'edificio si erigeva imponente.

Aveva tre porte d'ingresso a sud: una centrale, relativa alla navata maggiore e le altre due laterali, corrispondenti alle navate minori.

Il prospetto, nella parte inferiore, era costituito da una imponente gradinata di sei scalini; seguito da una zoccolatura sulla quale si alzavano quattro paraste con basi e capitelli.

Le due centrali racchiudevano un portale in calcarenite, sormontato da un timpano spezzato al centro.

C'erano poi, subito dopo, le due porte laterali, al di sopra delle quali si aprivano due finestre a croce greca.

Altre due paraste fiancheggiavano il complesso architettonico.

Ai lati continuavano le quattro paraste, di stile composito, sormontate da una seconda trabeazione, sulla quale stava al centro una nicchia.

Squadrai tutta la composizione con un che di perplesso, vedendo poi un enorme mosaico in direzione del tetto.

Prendemmo a salire gli scalini in direzione dell'entrata, passando però in direzione dei fianchi della costruzione e raggiungendo il fondo, laddove una piccola porta di legno veniva subito seguita da una serie incredibile di scalini disposti a spirale.

Salimmo anche essi, nonostante la fatica enorme di raggiungere anche soltanto metà della scala a chiocciola.

Raggiunta la fine del percorso , svoltammo in una stanza con delle tende viola davanti che mi lasciarono abbastanza di stucco, anche perché ci fermammo di colpo.

-Pronta?- chiese lui con tono essenzialmente calmo, ma con gli occhi che brillavano leggermente e che sorridevano al posto della sua espressione.

-Sí- dissi la risposta prontamente, anche perché iniziavo davvero ad essere curiosa di ciò che si nascondeva subito dopo.

Lui mosse una tenda e mi invitò con un cenno di capo ad entrare.

Lo feci e mi ritrovai davanti qualcosa che non mi sarei mai aspettato e che soprattutto mi lasciò priva di aria da poter utilizzare, troppo scioccata per poter mostrare anche solo un cenno di entusiasmo tramite un urlo isterico di euforia.

Sentii Nicholas raggiungermi e lo vidi incrociare le braccia, mettendosi affianco a me.

Io non sapevo se guardare ciò che avevo di fronte o lui: cioè, era una gara dura, dovevo aver perso pure l'uso della parola!

Volevo ringraziarlo di avermi portato in un simile paradiso, ma l'unica cosa che mi veniva da fare era zigzagare lo sguardo da ogni singola parte, annusando l'odore di carta pesta che immergeva totalmente quelle quattro mura, rendendole un paradiso per i miei sensi.

Per me, facilmente tramutabile in un topo da biblioteca, quel posto con una tale serie di scaffali pieni di libri più o meno vecchi , voluminosi e inchiostrati con accuratezza,  era il tipo di luogo in cui ci sarei stata per anni, leggendo ogni singolo volume.

Avrei voluto poter dirne di tutti i colori, tanto che mi sarebbero uscite pure delle bestemmie, ma mi trattenni, limitandomi a versi striduli poco comprensibili.

Vidi Nicholas con un leggero sorrisetto, mentre mi guardava di sottecchi.

-Vedo che stai apprezzando -

Annuii con foga, avvicinandomi istantaneamente ad una serie di 'mattoni' dalle copertine rilegate in una stoffa parecchio curiosa.

-Mamma- l'esclamazione mi uscí dalle labbra in un filo di voce, mentre mi cacciavo all'indietro la frangia, le mani lasciate sulle tempie nel disperato tentativo di mantenere la calma.

-Nel resto della città, le biblioteche ci sono, ma non al livello di questa. Questa libreria raccoglie sia i volumi più famosi, sia quelli così antichi che quasi sono stati dimenticati. Alcuni sono molto fragili, perciò sono stati segnati con un piccolo asterisco rosso sulla copertina, ovviamente nuova, siccome anche essa è già crollata da tempo. Alcuni sono proprio davanti a te-

Mi si mise vicino, spalla contro spalla, prelevando uno di quelli su cui aveva già gettato l'occhio.

In effetti un asterisco rosso sulla copertina vi era e si notava immediatamente, siccome lo sbalzo di colore lo rendeva subito evidente.

-Quanti ne hai letti?- chiesi, cercando di parlare decentemente senza tornare ai versi striduli un ennesima volta.

-Fin'ora ho concluso due scaffali, contenenti quasi seicento volumi l'uno.-

Avrei potuto avere degli spasmi dall'emozione: tutto questo era davvero epico.

-Quali ti sono piaciuti di più?- chiesi, mettendomi davanti a lui e guardandolo con decisione, portandolo a spostare leggermente lo sguardo in direzione dello scaffale pieno dietro di noi.

Vi si mise davanti, prendendo a far vagare il dito lungo le strutture dei volumi, come accarezzandole, tirandone fuori poi circa quattro.

-Questa é la mia momentanea lista top- asserí.

- Me ne leggi qualche pagina di ciascuno?- chiesi implorante, mettendo su uno sguardo da cucciolo che gli strappò un espressione divertita.

-Come vuoi, coniglietta-

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