Capitolo 131- Due o quattro?

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-Ecco

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-Ecco. L'infermiera mi ha permesso di prendere questa- dissi, spingendo nella stanza la sedia a rotelle, avvicinandola al letto del corvino e vedendolo sporgersi di rimando, utilizzando poi le braccia per sollevarsi pian piano.

Io tenevo ferma la sedia, ovviamente, non volendo rischiare che questa si spostasse o slittasse da dove si trovava, facendolo magari cadere nel tentativo.

-A me non aveva neppure azzardato la possibilità- commentò lui in un mezzo borbottio, oscurandosi leggermente in espressione, riscuotendosi però in fretta e riuscendo ad arrivare - ovviamente con molta calma - a mettersi seduto in definitivo, dirigendo poi lo sguardo in mia direzione ed annuendo, come per darmi il permesso a procedere.

-Bene, dove vuoi che ti porti?- domandai, iniziando prima di tutto a riaprire meglio la porta di legno e spingendo poi la sedia con più cautela possibile al di fuori della stanza.

-Ovunque vuoi portarmi-

La sua risposta mi fece sorridere e ridacchiare un po'.

Mi avviai dunque per attraversare il lungo bianco corridoio dell'ospedale, cercando di visualizzare l'ascensore per scendere al piano di Neurologia del secondo piano o a quello di Cardiologia al quarto , il primo con Philip, l'ultimo nominato in cui vi era momentaneamente Nicholas per fare dei rapidi controlli al battito cardiaco, gli ultimi prima che i dottori decidessero se era pronto o meno ad essere rilasciato a sua volta.

-Due o quattro, due o quattro...-  asserii a mezza voce, dondolando il braccio su e giù una volta dopo essere riuscita a trovare l'ascensore ed averlo chiamato, provocando quel solito 'din' d'arrivo.

-Due o quattro? - chiesi a lui, inclinando il capo, sempre con il braccio parzialmente dondolante.

-Prima quattro e poi dopo due?- azzardò il corvino - Un doppio giro non mi dispiace -

-Soluzione accettata, capo- asserii scherzosa, stendendo la sua espressione in un sorriso divertito ancora più largo dei precedenti - Poi, magari, nel caso in cui avessi fame possiamo andare alla mensa.-

-Spero che ci sia roba più commestibile di quella che mi davano in questi giorni. Tutti i giorni crackers e gelatina non lo giudicherei un pranzo o una cena decente. Certo, sarebbe stato peggio se mi avessero dato del cibo crudo, ma diciamo che a forza di vederle in un piatto, le gelatine, sto cominciando ad odiarle -

- Credo che vi siano delle macchinette, il reparto colazione e tipo... Boh, non so di altro. Non ci sono stata. Sono uscita dall' ospedale stamattina, non so dirti. Ma sarei contenta anche io se potessi trovare qualcosa di più decente da mangiare. A me avevano dato uova sode stracotte e tonno. Il tonno era buono, almeno-

Annuì leggermente prima che l'ascensore raggiungesse finalmente la sua prima destinazione, mostrando un ennesimo corridoio, identico per fattura a quello dell'ottavo piano da cui eravamo appena sfuggiti, con l'unica differenza che invece che 'Pronto soccorso' sul cartello verde attaccato al muro, vi era appunto 'Neurologia' a caratteri cubitali.

-Okay. Huh.- mi accigliai, strizzando le palpebre nel tentativo di mettere a fuoco il discorso fatto stamattina stessa, quando semplicemente Alex e Summer avevano detto che avrebbero fatto un giro per la città tanto per passare un po' il tempo, anche perché poi sembravano intenti a cercare qualche distributore di benzina ed un possibile Mac Donald - Se non sbaglio la donna al piano terra aveva detto dritto fino in fondo e poi a sinistra, ultima camera?-

Misi il freno alla sedia a rotelle per cercare il bigliettino delle istruzioni nella tasca dei miei pantaloni, trovandolo rapidamente e subito aprendolo, trovando esattamente le istruzioni che avevo accennato in precedenza.

-Ecco, sì. Avevo ragione- asserii, tornando a risistemarlo nella tasca - Perfetto. A quanto sembra Philip in questo momento dovrebbe aver appena finito di fare un controllo o due per definire totalmente il suo stato di salute prima della chemioterapia -

Lysander tirò un lieve sospiro, a cui mi accigliai leggermente, ma poi sembrò notare la mia confusione e scosse semplicemente la testa, non aiutandomi comunque a capire cosa improvvisamente gli passasse per la testa.

-Andiamo?- fece infatti, guardandomi con un che di incalzante.

L'occhio attraversato dalla cicatrice era coperto dalla benda, ma soprattutto dai capelli neri, i quali stavano iniziando a crescere a vista d'occhio, tanto che quasi gli raggiungevano la metà del collo - da tutte le parti, non solo parlando magari dei ciuffi davanti.

-Sì- accordai, riprendendo infatti a spingere la sedia a rotelle, non potendo non chiedermi, per un attimo, se Lys avrebbe continuato a farseli crescere, i capelli.

Probabilmente gli sarebbero stati bene anche lunghi, anzi, sicuro.

Avanzai dunque proprio come le istruzioni che mi erano state date dalla donna all'entrata: raggiunsi il fondo del reparto, percorrendo tutto l'arco che era il corridoio, scrutando le poche vetrate poste dentro alle mura che, seppur fossero poche, risultavano abbastanza larghe da mostrare tutto il paesaggio esterno, ma in principio gli alberi, estremamente vicini, con il sole che attraversava gli sprazzi di distanza tra le foglie.

Ci volle ben poco, alla fine, a trovare la stanza giusta e Lysander bussò alla porta prima che questa si spalancasse di netto, mostrando una donna che era la copia sputata di Philip, solo in castano e non in biondo.

La donna prima parve lievemente accigliata, poi sembrò ricordarsi qualcosa e dunque sorrise appena, girando si leggermente e per pochi secondi a dire un semplice - Philip, hai visite- a mezza voce, prima che ci lasciasse passare per davvero e ci permettesse di vedere la figura del biondo, immerso tra le coperte.

Sembrava abbastanza curato, seppur di un pallore estremo e la corrente magrezza : i capelli puliti ed in ordine nella coda, la mano sinistra con il braccialetto da paziente che, al contrario di quello di Lys, non dondolava rischiando di scivolare, ma risultava davvero ben allacciato, fermo attorno al polso, le coperte ben ripiegate - soprattutto quelle non utilizzate per il probabile troppo caldo, lasciate come un cuscinetto in fondo al materasso.

Appena ci vide, il volto del ragazzo si aprì in un espressione parecchio contenta, seppur i suoi occhi sembrassero speranzosi di vedere anche qualcun altro, probabilmente, ma fu un cercare che durò poco, difatti tornarono su me e Lys con il massimo entusiasmo.

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