Capitolo 127 - Era perfetto

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Ero nervosissimo

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Ero nervosissimo.

In questo preciso istante avrei voluto soltanto poter aver Nicholas il più vicino possibile a me, seppure non avessi la più pallida idea di dove si potesse trovare, di preciso.

Mia madre mi aveva detto che stava bene, che gli avevano tolto il proiettile e che a lui rimaneva un massimo di altri tre giorni prima che potesse uscire dal letto d'ospedale... Ma comunque oggi non potevo averlo al mio fianco.

Non in questo momento di così orribile tensione che, semplicemente, mi avrebbe dato una risposta alla domanda che più mi era rotata per la testa tra un esame ed un altro.

"Riuscirò ad uscire di qui totalmente intero? Sia fisicamente, sia mentalmente? O questo tumore mi porterà via altro di me stesso?"

Avrei voluto poter giocherellare con i capelli di Nicho come avevo sempre fatto - un po' perché li adoravo, un po' perché mi davano un che di sicuro e di rilassante - lasciando che la loro consistenza mi rimanesse impressa tra le dita, che fosse per un giorno, due o l'eternità .

Avrei voluto che mi abbracciasse, stringendomi, avvolgendomi con il suo calore ed odore... e che, nel caso in cui fossi sembrato troppo serio, iniziasse a raccontarmi annedoti di libri, imitando le voci dei personaggi o... Che perfino iniziasse a farmi solletico senza darmi tregua.

Avrei voluto che mi baciasse, che mi dicesse che sarebbe andato tutto bene, che mi avrebbe accettato anche se fossi stato incapace di parlare.

Solo l'idea, mi faceva salire le lacrime agli occhi, ma le repressi, semplicemente tirando su col naso e schiaffeggiandomi delicatamente con una mano, prendendo poi fiato con lentezza.

Niente lacrime.

Non mi avevano ancora detto nulla, non potevo scoppiare ad immaginarmi una cosa che poteva o non poteva essere vera.

Ecco, era per questo che avrei voluto avere Nicho al mio fianco.

Tutto pur di non starmene lì, aspettando in un silenzio disumano - escludendo sempre i bip. Ovvio - che uno o più dottori rientrassero con i dati definitivi, dovuti ai test a cui mi avevano sottoposto, divorandomi l'intestino con orrende immagini.

Volevo davvero che fosse qui, ma era ovvio che non potesse, quindi mi costrinsi ad ingoiare la sensazione di angoscia che mi stava afferrando ed incentrare la mia attenzione altrove, di portare la mia mente in un diverso posto.

Riuscivo a focalizzare la figura di una diversa stanza, un tavolo al centro, lungo, pieno di piatti con varie pietanze a base di pesce, altrettante di carne, vini... E vi ero io, Nicholas, mia madre, la sua e suo padre, Natalie e Lysander a festeggiare.

La rossa aveva il braccio sulla spalla del corvino, il quale le sorrideva appena, dicendo qualcosa che non potevo udire, ma che la fece ridere .

Io invece ero a stappare una bottiglia di Chardonnay, versandone un poco nei nostri bicchieri in generale, per poi offrire il 'cin-cin'.

Nicholas era al mio fianco, con un sorrisetto sulle labbra che adoravo da impazzire.

Dea invece chiacchierava con Beatrix e Peter, scherzando con la madre di Nicholas con un che di estremamente comico, tale che tutti e tre scoppiarono a loro volta in una risata fragorosa.

Aprii gli occhi.

Era perfetto.

Avremmo dovuto fare una cosa del genere, se ci era possibile, per festeggiare di essere fuori.

Avremmo dovuto raccontarci cose, conoscerci meglio, uscire tanto per passare il tempo, darci una mano a vicenda anche solo per cose stupide.

Diventare amici, non solo conoscenti che si erano incrociati per cause maggiori.

Forse fantasticavo troppo in grande, forse no, però mi sarebbe davvero piaciuto.

-Signor Collins? -

Alzai la testa di netto al notare la figura che era entrata nella camera solo con il busto, sicchè aveva solo aperto leggermente la porta, non del tutto.

-Sì? - risposi in tutta fretta, riscuotendomi in definitivo e tossicchiando un poco, alquanto a disagio, sentendo il mio stesso battito cardiaco come rimbombare nella mia cassa toracica, sentendo a pieno il desiderio di avere buone notizie.

-Ho i risultati dei test- asserì, entrando nella stanza a passo lento e quasi valutato.

L'espressione del dottore era incomprensibile, quindi non riuscivo a dedurre cosa stesse pensando.

Ma subito dopo, comparve anche Dea dietro di lui, entrata nella camera in fretta e furia, talmente tanto che avevo avuto paura che perdesse l'equilibrio e... Mia madre sorrideva nel mentre che mi si avvicinava, stringendomi la mano.

Era con le lacrime agli occhi, ma sì, sorrideva.

-Il tumore è stato studiato. A quanto sembra, è benigno. Potremo dunque passare al restringimento tramite la chemioterapia. Ne permette l'attuazione? Verrà fatta tra tre giorni, siccome vogliamo dare maggior tempo al punto in cui ti abbiamo chiuso l'emorragia di migliorare il più possibile. Ovviamente verrai tenuto d'occhio ogni giorno, per sicurezza, così che tutto vada liscio.-

Fu come se un peso mi fosse stato rimosso dallo stomaco e dal petto in contemporanea, mentre riuscivo perfino a riprendere a respirare decentemente, senza più trattenere il respiro.

Non sapevo se ridere, piangere o fare entrambe.

Avevo avuto costantemente l'idea di essere proprio su quel burrone, quel burrone che tanto temevo, quello che mi si focalizza a nella mente ogni singola volta che il terrore di sparire si accendeva.

Avevo avuto una paura enorme di scivolare una volta per tutte in esso, di caderci e di non essere più capace di risalire, di venir dimenticato dalle persone che amavo... Ma a quanto pareva, sarei stato capace di superare anche questo ostacolo.

La chemioterapia sembrava solo un piccolo, piccolissimo dettaglio, un minimo prezzo da pagare per vivere con coloro che facevano parte di ogni mia essenza.

Ero così sollevato, così calmo, così voglioso di annunciarlo a tutti coloro che conoscevo, non tanto per le loro congratulazioni, ma per poterli ringraziare io, anche se loro non avevano fatto nulla di specifico per rendere diverso il mio tumore.

Lo avrei fatto perché, se fossi stato una persona diversa, se fossi stato come quella gente mai voluta, neppure da una persona, probabilmente avrei voluto che il tumore fosse stato l'opposto di quello che era e... Non sarei stato quello che ero ora.

E io sfido di nuovoIl detto che se pubblichi la domenicaHai sfiga

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E io sfido di nuovo
Il detto che se pubblichi la domenica
Hai sfiga

Lo sfido
Perché
In teoria questo capitolo avrei dovuto pubblicarlo ieri
Ma
Oops?
Sorry lol

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now