Capitolo 66- Città

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Dopo che Natalie ha chiuso a chiave Logan in uno stanzino, sia io che lei siamo rimasti sdraiati a terra a fissare il soffitto

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Dopo che Natalie ha chiuso a chiave Logan in uno stanzino, sia io che lei siamo rimasti sdraiati a terra a fissare il soffitto.

Io lo faccio per svuotare la mente dalle troppe cose che si seguono tra di loro.

Lei... Non so perché lo stia facendo, se devo essere sincero, forse vuole capire perché io lo stia facendo.

In ogni caso, non ha minimamente importanza.

Non ho mai avuto uno straccio di giornata così, nemmeno una mezz'ora: stare sdraiato, per una volta, senza fare niente, neppure per dormire, senza stare in allerta ogni secondo... La sensazione mi piace e vorrei che rimanesse tale per un bel po'.

Non avere la maschera mi da una sensazione di leggero nervosismo, probabilmente per mancanza di abitudine, ma allo stesso tempo non mi và di indossarla ancora.

Volto la testa verso la rossa, lanciandole un occhiata, non rapida come al solito, ma più approfondita.

I suoi occhi castani rossicci sembrano immersi nel vuoto, le labbra socchiuse.

Non l'avevo mai guardata attentamente prima di questo istante, forse perché troppo impegnato a non rischiare di perdere la pelle o in generale di non essere catturato e poi, in seguito, eliminato.

Deve sentirsi osservata, difatti si volta a ricambiare l'occhiata e strano ma vero non scappo minimamente dal suo sguardo.

-Cosa?- chiede, mettendosi lentamente sul fianco, con la testa appoggiata al dorso della mano.

-Niente- rispondo, continuando ad osservarla e a rimanere nella posizione senza muovere un muscolo.

Natalie aggrotta leggermente la fronte, ma annuisce appena, un rapido cenno di testa che mi porta ad osservare come i suoi ciuffi di capelli scivolino sulla linea del suo collo, tracciando percorsi incomprensibili.

Mi copro la faccia con il braccio e immagino mentalmente come sarebbero andate le cose nel caso in cui io non fossi finito nel gioco.

Avrei avuto una vita normale... Probabilmente la solita.

E molto probabilmente io e la rossa non ci saremmo mai e poi mai incontrati.

Già... In effetti, pensandoci, non ho idea di dove lei abiti.

Non so niente di lei, mentre lei sa già molto.

Torno ad abbassare il braccio e a guardarla ancora in completo silenzio, con lei che guarda me.

Sembra quasi stia diventando una gara di sguardi.

-Dimmi qualcosa che ti viene in mente- sussurro, strappandole un aria leggermente confusa.

-Qualcosa che mi viene in mente...- ripete pensierosa, mordicchiandosi il labbro con insistenza, facendo varie buffe smorfie.

Dopo qualche serie di secondi silenziosi, lei mi risponde.

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now