Capitolo 141- Cose del genere

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Avrebbe dovuto essere una conversazione normalissima, una di quelle forse un po' pesanti per via della tensione generale, ma comunque normale nella gradualità delle statistiche umane

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Avrebbe dovuto essere una conversazione normalissima, una di quelle forse un po' pesanti per via della tensione generale, ma comunque normale nella gradualità delle statistiche umane.

Mi ero detto di voler trattare di tutto a fasi: dal fatto che probabilmente non avrei comprato casa, preferendo piuttosto girare e scoprire una volta conclusi i trattamenti psicologici, poi a quello in cui le dicevo - molto, molto cautamente - che lei mi piaceva - sentivo di doverglielo dire, mi sentivo scorretto a stare zitto sull'argomento, anche se in teoria avrei potuto zittire il mio essere attratto da lei a bastonate mentali - e infine, a seconda della risposta che mi avrebbe dato - che temevo alquanto - le avrei forse chiesto se volesse venire in viaggio con me a sua volta - era una richiesta assurda e lei aveva detto, nel videogioco, che non aveva molto interesse nel viaggiare, quindi più che ad una risposta positiva ero stato psicologicamente preparato ad un no... Sempre che ci fossi arrivato a tale dettaglio -.

Ma appunto, avrebbe dovuto.

Non era successo, affatto.

Ci avevo seriamente provato, stringendo i denti e decidendo di non farmi frenare da nulla, da neppure un accenno della mia solita negatività costante... Poi però, nonostante mi fossi fatto forza, nonostante le fasi, nonostante il discorso super strutturato per arrivare al tutto nella maniera meno irritante e confusa - non volevo che mal interpretasse o che proprio non riuscisse a comprendere - , beh, tutto era andato a distruggersi per l'arrivo del fratello di Nat, un dettaglio che mi aveva alzato alle stelle la voglia di tirarmi su in piedi e sbattere ripetutamente la testa da qualche parte per nervosismo - forse contro ad un muro. Anzi, quasi sicuro contro un muro. Altre cose sembravano troppo soffici ed incapaci di equivalere la seccatura nata dall'essere stato palesemente bloccato ad un passo della fine della confessione -.

Mi era sembrato insensato ricostruire il brodo daccapo, il girarci attorno, solo per essere interrotto magari una seconda volta da qualsiasi cosa che potesse capitare, arrivando magari a rimuovere in maniera definitiva la mia decisione ed il momento di coraggio basato sulla confessione e dunque portandomi ad asserire semplicemente che, insomma, dopo sedute e tutto, mi sarei dileguato... Quindi avevo praticamente passato i secondi in cui era sparita per riapparire - secondi che mi erano apparsi a dir poco infiniti - a chiedermi che diavolo fare e soprattutto come.

Vedendola rientrare nella stanza con una gabbia ed un pappagallo verde - il quale venne appoggiato ad un mobile con ben poco interesse, come ben poco interesse gli diedi io, in effetti- , un unico pensiero mi aveva afferrato il cervello, impedendomi di giungere ad altro.

"Oh... E al diavolo le parole!"

E prima che ancora me ne fossi reso conto io stesso, la avevo baciata.

Così, di punto in bianco, non avendo neppure la più pallida idea di come lei avrebbe reagito, lasciando che fosse l'istinto ad azionarsi e fare tutto il resto senza la minima limitazione - anche se in generale esso poteva farmi fare delle cazzate quanto poteva allo stesso tempo darmi una mano, un dettaglio preoccupante dunque fino a metà strada - .

Fu un contatto casto che non cercai di approfondire troppo, preferendo piuttosto premere le mie labbra sulle sue, chiudendo gli occhi nel mentre, sfiorando il dorso della sua mano e staccandomi poco dopo... Ma soprattutto ritrovandomi a fissare l'espressione scioccata di Natalie, vedendo il rossore dipingerle l'intera faccia, rendendola della colorazione di un pomodoro maturo.

E di conseguenza, a vederla così in imbarazzo e così adorabile allo stesso tempo, arrossii a mia volta, sentendomi frustrato ed in fiamme allo stesso momento, cosi tanto che neppure un combustibile avrebbe avuto lo stesso identico effetto, o anche solo uno minimamente paragonabile ad esso.

-Ecco... - iniziai, tossicchiando, cercando soprattutto di sembrare calmo, quando avevo una vera e propria tempesta nel cervello in questo istante, andando abbastanza in panico per via del silenzio della rossa, la quale appariva ancora spaesata - Mi dispiace se sono risultato troppo impulsivo o... Cose del genere, insomma. - deglutii a vuoto, notando come man mano Natalie uscì da quello stato, sempre e comunque con il rossore in volto - E se ti avessi dato fastidio, se non lo avessi apprezzato proprio, mi dispiace ancora di più perché, beh... - agitai lievemente una mano in aria, facendo poi cadere il mio stesso braccio lungo il mio fianco, riuscendo a riattivare la bocca per concludere la frase solo dopo un grande respiro - Mi sono innamorato di te-

Bene. Lo avevo detto. Potevo sentire gli applausi nel mio stesso cervello, di quelli da serie tv stupide o da ragazzini.

Avevo il petto che a tratti mi moriva per l'esagerata frequenza cardiaca, la faccia che a tratti si decomponeva sopra al saliscendi del sangue che mi si incentrava sulle gote e la testa che pareva capace di prendere il volo per quanto mi pareva troppo leggera, ma erano quasi dettagli rispetto all'ansia che mi mangiava lo stomaco.

Un ansia che però sparì alla stessa velocità con cui era comparsa, mischiata ad un nuovo, pieno di puro disagio, imbarazzo, al notare Nat fare qualche passo in avanti verso di me, stringendomi entrambe le mani poco prima di percorrermi le braccia con una gestura lenta - che mi strappó diversi brividi lungo la spina dorsale, facendomi sussultare e quasi rabbrividire - ed una volta giunta ai bordi del cappuccio, tirandomi verso di lei fino a far coincidere le nostre labbra per la seconda volta nel giro di neppure cinque minuti.

Come effusione fu più approfondito, più ricercato e più duraturo, tanto che involontariamente finii con l'immergere le dita tra i suoi capelli, sfiorandole il volto, le orecchie e la mascella, mentre le braccia di Nat si appoggiavano invece alle mie spalle, quasi dondolando ai lati di esse.

La situazione ai miei occhi appariva estremamente surreale, ma il calore della ragazza, la morbidezza delle sue labbra e il fluttuare del mio stomaco sfarfallante testimoniava totalmente il contrario, tanto da lasciarmi senza fiato e perfino incapace di toccare terra per quanto mi sembrava di essere leggero.

Ci staccammo per due fattori: il primo, la mancanza di ossigeno, il secondo, il rumore dei passi sulle scale, ben capaci di distruggere tutto il clima ed in generale qualsiasi cosa.

Prima che arrivassero il fratello di Nat e la sua ragazza, io e lei eravamo nuovamente seduti al tavolo, decisamente più vicini con le sedie, tanto da far scontrare i gomiti, i the diventati già più bevibili per via della temperatura degradata fino a risultare tiepida, ma nonostante  questo, nessuno di noi due lo stava neanche bevendo, lanciandoci varie occhiate.

Più che varie.

Più che varie

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Wella

Cosa sta succedendo omg
Riprendo con gli aggiornamenti regolari? Piove

Bhe

Temo che non durerà molto

Perché dopotutto

Siamo a - 3

AGHHHH

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now