Capitolo 142- Perfino solo con una cravatta

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Mi accoccolai contro il petto di Nicholas, gli occhi socchiusi, il volto appoggiato all'incavo del suo collo, gustandomi il suo calore ed il suo odore, riuscendo a rilassarmi ogni istante un po' di più

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Mi accoccolai contro il petto di Nicholas, gli occhi socchiusi, il volto appoggiato all'incavo del suo collo, gustandomi il suo calore ed il suo odore, riuscendo a rilassarmi ogni istante un po' di più .

Ero palesemente esausto dalla giornata appena passata - continui controlli, esercizi per capire se i miei valori generali funzionavano al meglio, ore passate a testare la mia memoria mentre azzardavo dei passi per la lunghezza della stanza, i quali riuscivano a sfiancarmi dopo neppure due o tre avanti ed indietro ... - e parevo aver soltanto bisogno di chiudere gli occhi e lasciarmi andare ad una bella dormita - mi pesavano le palpebre da impazzire - , ma allo stesso tempo non volevo, non avevo molta voglia di lasciarmi andare alla buia incoscienza, preferendo gustarmi i cerchi affettuosi e leggeri che Nicho mi tracciava con le mani sulla schiena.

Se fossi stato un gatto, molto probabilmente, mi sarei messo a fare rumorosamente le fusa per la gestura, anche perché sentire le sue dita calde sulla mia pelle diretta, al di sotto della maglietta da ospedale, era qualcosa che mi avrebbe sicuramente strappato dei versi di piacere, che i tocchi fossero delicati o non delicati .

Gli diedi un bacio sulla mascella, strofinando nuovamente il viso contro il suo collo, potendolo poi sentire sorridere dal tono della sua voce.

-Ancora una settimana e mezza e poi casa - un bacio sul mio, di collo, mentre le sue mani vagavano ancora sulla mia pelle, soprattutto in direzione delle mie scapole, aumentando alle stelle la mia piena goduria.

-Mmmh- mugugnai, inumidendomi in seguito le labbra con un frettoloso movimento di lingua, mordicchiandole subito dopo, gli occhi che si chiudevano totalmente -Undici giorni precisi-

-Sì- una lunga pausa - della sua voce, non del continuo muoversi delle sue braccia - in cui per un attimo credetti che si sarebbe concluso il discorso, ma che invece fu seguita dal continuare di esso, ovviamente dopo un altro bacio, stavolta sulla parte centrale alta della mia schiena, proprio lungo la spina dorsale.

-E poi l'attesa per il venticinque di Marzo- sussurrò con un ovvio sorrisetto

- Sono sicuro che riusciremo a farla volare- ridacchiai un poco

-Un po' tra le preparazioni-

-E tra le scelte dei vestiti - aggiunsi, già immaginando gli smoking con un che di sognante - Tu quello nero e io il bianco o il contrario?-

- Vedremo poi. Anche perché mi andrebbe bene qualsiasi tipo di vestiario quando si parla di te-

- Anche vestiario da cheerleader? - una pausa - E... Perfino solo una cravatta?- feci con malizia

-Soprattutto solo con una cravatta- esibì un ovvio sorrisetto, tale da strapparmi una risata - E sì, anche da ragazzo pon pon- al discorso seguì una pausa, pausa in cui Nicholas si perse tra i pensieri -Il primo giorno di ritorno dall'ospedale ti porto ad un appuntamento- intervenne, portandomi ad annuire, contento.

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now