Capitolo 140- Ricevuto

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-Credo che partirò- fece improvvisamente Lysander, stringendo tra le mani una tazza di the caldo, lo sguardo puntato sul tavolo

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-Credo che partirò- fece improvvisamente Lysander, stringendo tra le mani una tazza di the caldo, lo sguardo puntato sul tavolo.

A questa frase, quasi persi il cucchiaio dalle mie stesse mani, ritrovandomi a spalancare gli occhi di netto, battendo le palpebre due volte e probabilmente osservandolo con l'espressione più idiota che avessi mai avuto in tutta la mia vita.

Il mio cuore parve perlopiù aver fatto un pesante tonfo, come se si fosse schiantato a terra, lasciandomi lì a boccheggiare per lo shock: decisamente non me la sarei aspettata, anzi, mi aveva proprio trovata totalmente impreparata, così tanto che in pratica avevo smesso di respirare davanti ad un simile annuncio.

"Eh?"

Il mio cervello non riusciva a connettere, attraversato da confusione soltanto, abbastanza da mettermi vagamente in crisi.

-Quando avrò finito le sedute dello psicologo, intendo - asserì lui, passandosi le mani tra i capelli, per poi arruffarseli -Una volta che sarò di nuovo sano di mente, probabilmente utilizzerò i soldi che mi hanno dato per partire- una lunga pausa - Te lo avevo detto che volevo vedere il mondo, giusto...? -

-Sì- la mia voce uscì smorzata, molto smorzata, così tanto che deglutii a stento, sapendo che se avessi provato a parlare di nuovo senza ravvivarla, probabilmente sarebbe stata anche più pietosa -Lo avevi fatto. Me lo ricordo -

Vidi il corvino agitare il proprio cucchiaino dentro alla tazza, sempre non alzando lo sguardo da essa, le labbra serrate e qualcosa nell'espressione che pareva suggerire il suo voler dire qualcosa, ma il suo autobloccarsi dal provarci.

Avrei voluto sapere cosa pensava, ma non lo chiesi.

Lysander prese un grosso respiro e ricominciò a parlare, gli occhi neri che andavano a chiudersi appena.

-Oggi, quando ero alla seduta, mi sono state mostrate delle immagini. Quelle praticamente composte da macchie nere, su sfondo bianco... Per la maggioranza mi sono sembrate cose totalmente orribili, che si collegavano al videogioco, ma le ultime due che mi ha fatto vedere sembravano... Diverse. E mi hanno portato a pensare al viaggiare, di nuovo-

Appoggiai le mani al tavolo, lasciandole scorrere sulla superficie legnosa, per poi cacciarle al di sotto di esso e lasciare che finissero sulle mie cosce, stringendo un poco la stoffa dei pantaloni, quasi nervosamente.

Non avevo idea di cosa dire, anzi. Non avevo neppure idea se avesse senso provare ad aprire bocca, in questo momento.

-Ed il fatto è... Che desidero immensamente girare, scoprire e vedere le meraviglie che il mondo ha da offrire, di tutto quello per cui vi sono state guerre su guerre durante gli anni, di notare le costruzioni e studiarle, fotografarle.
Ma oltre al fatto che devo attendere per essere nuovamente definibile come normale, c'è qualcosa che mi frena.
So perfettamente cosa è e non mi disturba in sé, anzi... -

Un altro attimo di silenzio, per qualche motivo la tensione trasmessa sia da lui che da me si poteva tagliare con il coltello.

-Anzi, non potrebbe mai disturbarmi. Non lo rimpiango, come fatto. E penso che a questo punto meriteresti di esserne a conoscenza, perché tale fatto si incontra interamente su di te, quindi credo... Di dovertene parlare.
Non sono mai stato troppo bravo con le parole, anzi, risulto per la maggior parte delle volte un disastro ed è per questo che... in genere preferisco farlo fare alle mie azioni, ma in questo caso non posso, credo-

Aggrottai la fronte, andando a stringere le mie stesse mani tra di loro così tanto che mi parve quasi fossero capaci di strapparsi la carne tra di loro.

La parte della frase  'Tale fatto si incontra interamente su di te' continuava a ruotarmi nella testa, tanto che quasi mi aggrediva, portandomi ad alimentare il tutto con possibili opzioni che nascevano dalla mia fantasia fervida, sia da un lato positiva che dall'altro negativa, tutto nel mentre che pareva che il mio battito cardiaco avesse preso a fare una gara delle olimpiadi.

-Il fatto è - Lysander mollò definitivamente il cucchiaio nella tazza facendolo come tintinnare - Che ciò che mi frena ripetutamente dall'idea di essere sul serio felice nel mio avere l'idea del poter finalmente viaggiare sono i mie... -

-Bat siamo a casa! Vieni a darci una mano per portare dentro la roba, immediatamente ! - urlò di colpo Alex, facendo saltare in aria sia me che il corvino stesso con la sua voce, facendo in cambio morire la frase che era stata sulle labbra di Lys e strappando via da me almeno dieci anni solo per l'ovvio infarto.

Imprecai mentalmente, insultandolo tra me e me a ripetizione, voltandomi un secondo verso Lysander, il quale aveva ricominciato a sorseggiare il the con un aria alquanto irritata.

-Torno subito- dissi, accennando un sorriso agitato, notandolo annuire in fretta.

Mi misi quasi a correre per raggiungere l'entrata, laddove vi erano Summer e mio fratello che sorreggevano quelli che, a quanto pareva, erano gli acquisti: un nuovo materasso, probabilmente da cambiare con quello vecchio di Alex - il mio era messo abbastanza bene - ed una gabbietta con dentro un pappagallino verde.

Lanciai - ad entrambi - una mezza occhiataccia, ma nessuno dei due parve farci caso, anzi, la ragazza mi mollò direttamente tra le mani la gabbia con il pennuto.

-Tu tieni Stacey- fece Summer, aprendo il volto in un sorriso radioso- Noi portiamo il letto... Non è carinissima? -

-Carina lo è- ammisi, borbottandolo - Ma com'è questo improvviso desiderio di un animale?-

-Dovrei chiederlo a te. Sei tu ad aver portato un animale in casa per prima- commentò mio fratello, ricevendo una seconda occhiata velenosa nel giro di neppure un minuto ed un ovvio dito medio.

-In realtà lo abbiamo preso solo perché è tenera! E ce la hanno data quasi gratuitamente, perché la venditrice stava chiudendo baracca- asserì lei, tutta contenta - Puoi portarla in sala? Sono sicura che piacerà anche al tuo adora... -

-Ricevuto, ricevuto- la interruppi di netto, coprendole praticamente la bocca prima che potesse anche solo provare a completare la frase, rendendo il discorso fin troppo imbarazzante per poter anche solo essere continuato, andando poi a schizzare verso la stessa stanza da cui ero uscita pochi attimi prima, ritrovando il non totalmente citato, ma sottinteso, corvino.

-Eccomi... - appoggiai la gabbia ad un angolo del mobile, accennando un sorriso e riportando dunque il volto verso di lui - Cosa volevi... -

Non feci a tempo a concludere la frase.

Non ci riuscii affatto.

No, decisamente, soprattutto perché le sue labbra erano sulle mie, zittendo qualsiasi parola che sarebbe potuta uscire.

Kskskskssksk

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Kskskskssksk

Yes?

Perché lui è più da azioni che da parole

*Wink*

:D

-4


Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now