Capitolo 109-Stato vegetale

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Dopo neppure cinque minuti in cui Max mi trasporta, oltrepassando vicoli su vicoli, il mio corpo inizia a farsi strano

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Dopo neppure cinque minuti in cui Max mi trasporta, oltrepassando vicoli su vicoli, il mio corpo inizia a farsi strano.

Se prima non riuscivo a muoverlo, ma comunque ero capace di percepire il tatto e comunque a parlare, ormai non riesco neppure a fare quello.

In parte il dettaglio mi spaventa, forse perché non lo trovo normale, forse perché mi sento sempre di più come un manichino invece che un essere umano.

Non capisco cosa stia succedendo di preciso, anche se sospetto parecchio del fatto che qualcuno stia cercando di spegnermi i sensi, uno dopo l'altro.

So che è sicuramente colpa del castano, questo è praticamente ovvio, insomma.

Dopo che mi ha afferrata sono partiti i segni, non prima, anche perché me ne stavo andando senza problemi in precedenza.

E quindi adesso mi sento paralizzata, incapace di muovere le labbra, con le braccia e la testa che ciondolano, simili a pesi morti che rischiano di piombare al suolo, spinti dalla gravità.

Come se non bastasse, ad un certo punto, non riesco neppure a muovere le palpebre, tanto meno ad osservare qualcosa che non sia il grigio suolo davanti ai miei occhi.

Tutto in me vorrebbe poter urlare, vorrebbe esprimere la frustrazione dei continui non riuscire, dalla costante sensazione di vergogna, dall'indimenticabile percezione della sua gioia davanti al mio essere sbigottita e delusa, causati dal comparire di Max stesso.

Ha giocato con me, con tutte le persone che lo avevano incontrato prima di me.

Ci ha tradite.

Tutte.

E una parte, quella che urla, vuole potergli mollare uno schiaffo, vuole farlo soffrire come lui ha già fatto troppe volte a troppe persone.

Ma in questo stato vegetale in cui momentaneamente mi ritrovo, no, decisamente non posso farlo... E la richiesta può solo alzarsi di volume nella mia testa.

-Ci siamo quasi- dice ad un tratto Maximilian con un tono che sa così tanto di scherno che semplicemente mi ripudio per non essere capace di porgergli una rispostaccia.

Mi ritrovo dunque sorretta, arrabbiata, frustrata e paralizzata ad aspettare che quel 'ci siamo quasi' diventi un 'eccoci qui', sperando che di tutti i miei sensi non se ne vada via un altro prima di esso.

Udito e vista devono rimanere.

Devono rimanere assolutamente.

Già mi sento inutile ora, senza il controllo di nessuna parte di me, se poi mi svanisce la possibilità di vedere, sinceramente... Diciamocelo, diventerei uno scarto, un peso capace solo di rallentare.

Mi ferisce pensarlo.

E proprio perché mi ferisce, cerco di coprirlo, coprirlo con tutto ciò che di negativo sto sentendo nei confronti di Max, così, forse, non verrò dilaniata dalla visuale negativa delle cose, talmente facile da afferrare e così difficile da cestinare.

La mia testardaggine non la accetta, non mi permette di perdere troppo tempo su questo, non quando qualcuno, in bilico, ha bisogno di più stabilità di quanto lo necessiti io.

Con tale pensiero, percepisco un costante e battagliero clangore metallico che si avvicina, un insieme di suoni molto forti, continui, ben distinti nel mio udito e che subito mi fanno capire che siamo arrivati sul serio.

-Oh. Fratello. Ti metti così facilmente nei guai, adesso? Non eri tu il migliore dei due a cacciare? -  commenta Maximilian con un che di sarcastico, a mezza voce.

Di risposta vi è solo il silenzio, questo per qualche secondo, poi insorge un sussulto.

Accade qualcosa di strano in seguito: il terreno sembra allontanarsi dalla mia visuale, scorre rapido, privo di un senso, questo fino a che visualizzo abiti neri e degli stivali ben riconoscibili.

Se prima la mia testa gridava di frustrazione, basta quella visuale a farla urlare ancora più forte , ma stavolta di una gioia incontenibile.

Vorrei poter parlare, un desiderio che mi sfarfalla per la gola, per la mente e sulle labbra.

Vorrei poter dire il nome di Lysander, farne lo spelling, dicendo in seguito che gli avevo promesso che sarei venuta da lui per tirarlo fuori e che così ho fatto, tralasciando il piccolo dettaglio che... Oh, beh, in questo momento non sarei capace di muovere un muscolo per tirarlo fuori seriamente .

Vorrei dirgli quanto io sia felice che lui sia vivo, perché il timore di vederlo sdraiato al suolo, morto, mi ha divorato l'intestino ed il cervello per tutto il viaggio.

Ma le mie labbra non si muovono, neppure un accenno, neppure quando mi ritrovo ad aver davanti il volto del corvino.

Neppure al vedere quel terribile sfregio sul suo volto che sanguina copioso, tale da farmi stringere lo stomaco dalla preoccupazione.

È così bianco da sembrare un lenzuolo, anche di piú di quanto lo era in precedenza, come se fosse sulla soglia del decesso.

I suoi occhi neri, di pura ossidiana, mi fissano con un insieme di emozioni così devastanti che vorrei poterlo abbracciare, dirgli che sto bene, che sono viva e respiro, che dovrebbe preoccuparsi per sé stesso e non per me.

Vedo una luce particolare infiammarsi in quello sguardo, abbastanza da farmi capire che ha capito che non sono morta, ma che comunque non si risparmierà neppure un secondo dall'uccidere qualcun altro.

Mi stringe a sé, poi, dopo un tempo che non riesco ad identificare, sento la sua voce per la prima volta dopo il nostro esserci incontrati di nuovo.

- Cosa cazzo le hai fatto? - lo ringhia, lo dice con il tono più roco e a basso timbro che gli abbia mai sentito, pienamente dipinto da un ira cieca che mi strappa un brivido, mentre tutto il mio cervello sembra in tilt e di colpo inizio ad avere paura.

Non di lui. Perché dovrei aver paura di lui?.

No. Ho paura per lui.

Sono terrorizzata dall'idea che lui combatta di nuovo, che sfidi Max e che lui lo tocchi, paralizzandolo proprio come ha fatto con me.

Perché non può ignorarlo? Perché non può semplicemente fuggire?

Io sto bene! Non deve pensare a me, non adesso!

Ma non posso dirglielo, non con i gesti, non a parole, perché non sono capace né di muovermi né di esprimermi.

Per quanto voglia vendetta nei confronti di Maximilian Grimm, ciò che desidero ancora di più é di portare a termine quello per cui io stessa sono qui in questo momento.

Per quanto voglia veder soffrire il castano, riportare Lysander vivo a casa é l'unica cosa che mi interessa per davvero.

Nonostante io stia aggiornando ogni giorno senza troppi problemi, oggi temevo di non farcela, proprio come ieri lol

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Nonostante io stia aggiornando ogni giorno senza troppi problemi, oggi temevo di non farcela, proprio come ieri lol.
Ho problemi di ansia?
Forse lolol.
Come ho paura che di colpo mi si cancelli tutto Ventiquattr'ore... Se capitasse, state pur certi che mi butterei dalla finestra.

Devo iniziare a ricopiare ed incollare i capitoli in un file. Così ce li avrò comunque uh.

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now