Capitolo 23- Scaricarti? Neanche per idea

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Non riuscivo a pensare a nulla, nulla se non a lui, era come se il suo arrivo mi avesse mandato completamente in tilt il cervello

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Non riuscivo a pensare a nulla, nulla se non a lui, era come se il suo arrivo mi avesse mandato completamente in tilt il cervello.

Era vivo. Era davvero vivo.

A momenti avrei potuto perfino piangere di gioia per le emozioni che mi stavano scombussolando lo stomaco ed il petto.

Certo, magari... La sua non-disponibilità era momentanea. Magari sarebbe stato rimesso nella lista appena avessi finito questa route.

Mi portai le mani al volto, sentendo il calore che lo impregnava all'idea.

-...lie-

Ero già sicura di cosa fare in quella situazione.

Confessarmi portando a termine la missione: dirglielo prima della scadenza delle ventiquattro ore disponibili.

Mi strinsi la maglia con una mano per l'euforia, con il continuo sbattere del muscolo al centro del mio petto che accelerava a dir poco in maniera impossibile.

Volevo rivederlo! Volevo rivederlo di nuovo! Non era un desiderio, era una missione.

"Max! Che bello... Max...!"

-...Talie-

Anche solo pensare il suo nome mi faceva sentire felice come non mai, con lo stomaco che riprendeva a sfarfallare e il sangue a percorrermi le guance, come impazzito.

Che poi il fatto che ero riuscita a dire il suo soprannome era davvero fantastico... E a dirla tutta... Non vedevo l'ora di farlo di nuovo.

Quante cose avrei potuto cambiare? Avrei potuto andare subito al sodo? No, forse farlo lo avrebbe messo a disagio, insomma, per lui quelle cose non erano mai accadute.

Avrei dovuto seguire la giornata... Poi... Poi confessarmi all'uscire, di sera, prima di salvare, prima della conclusione del tempo prestabilito.

Sì, ero più che decisa a farlo, non dovevo arrendermi.

-Natalie-

Sussultai di colpo, girando la testa e vedendo Nicholas, la cui espressione era nettamente incomprensibile.

Boccheggiai per qualche istante, vedendolo sospirare lievemente e scuotere la testa.

Un vago senso di colpa mi perforò lo stomaco: ma quanto facevo schifo? Lo avevo ignorato completamente.

Dopo tutto quello che aveva fatto per me oggi, era bastato un istante per metterlo di lato.

-Scusa- asserii, a disagio -Mi ero un po' persa-

Non lo avevo fatto apposta... Era che... Max mi metteva completamente a soqquadro e... Quando si trattava di lui, la mia testa partiva in quarta anche contro il mio volere.

Lui non rispose inizialmente, si limitò ad afferrare gli occhiali e lasciarli brevemente a terra, a portata di mano.

-Ti piace Maximilian, vero?-

Un altro sussulto, forse per la domanda così a bruciapelo, forse  per il tono lievemente incrinato che mi fece salire un ansia che mi bloccò lo stomaco.

Mi ritrovai ad abbassare lo sguardo, terribilmente imbarazzata da come era stata gettata la conversazione, da con quale facilità era stata tirata fuori.

Avrei voluto dire qualcosa, ma sentivo che provare a negarlo sarebbe stato incredibilmente stupido.

Eppure... Eppure io mi sentivo in colpa.

In colpa perché era con Nicholas che stavo parlando, in colpa perché era la sua route e pensare ad un altro era da stronza.

In colpa perché... In parte mi piaceva anche lui, seppur meno di Max.

Mi piaceva come amico, però, non ancora al livello di volerlo baciare.

O forse sì?

Mi sentivo una merda umana, non riuscivo a fare chiarezza nella mia testa scombussolata.

Mi sedetti, non troppo lontana da lui, appoggiando la testa alle ginocchia.

Questo gioco... Questo gioco era davvero strano... Avrei potuto dire che mi coinvolgeva in maniera folle, forse per il fatto che sembrava così reale...

-Ho capito- lo vidi fare un accenno di sorriso -Perché non vai a parlargli?-

-Eh?...- mi trovai a battere più volte le palpebre, turbata da come era tornata a piegarsi la conversione.

-Vai. Dopotutto se non provi, non potrai mai sapere se a tua volta gli piaci-

-M...ma io-

Mi ritrovai a fissarlo con occhi sgranati, cercando di collegare la spina, nonostante questa non si attaccasse, forse per il troppo shock.

-Cosa ti trattiene?-

Bella domanda.

Una parte di me voleva solo ascoltare il consiglio, uscire da quella stanza di corsa, cercando disperatamente Max.

L'altra invece mi insultava per questo tipo di pensiero, l'altra aveva paura, forse, anche se non riuscivo a decifrare di cosa potessi aver paura.

Inghiottii la saliva, per poi prendere ossigeno e cercare, in un modo o nell'altro, di dare una risposta sensata a tutto quello che stava accadendo nel mio cervello.

L'idea di uscire di lì mi faceva paura, okay.

Ma perché?

Forse perché temevo di far stare male Nicholas? Sì, questo era sicuro, ma non era tutto.

Forse perché temevo di rivivere la scena di Max e della pistola? Anche questo sì, ma sempre non del tutto.

Forse... Forse perché temevo che accadesse a Nicholas la stessa cosa che era accaduta a Max, seppur non in maniera completa, a quanto pareva, dettaglio dimostrato dal fatto che fosse vivo e vegeto, anche se vivo e vegeto non era un aggettivo da affibbiare ad un personaggio di un gioco.

Ecco, questa ipotesi in parte mi feriva: era la route di Nicholas, non potevo comportarmi così.

Non dovevo, non aveva senso.

-Non vado.- asserii, convinta, dopo aver preso una boccata di ossigeno -Perché dovrei? Tu mi hai invitata ad uscire con te, oggi, sarebbe maleducato da parte mia cercare qualcun altro. E non lo farò. Scaricarti? Neanche per idea-

Di colpo, l'espressione di Nicholas mutò.

Si tinse di sorpresa, di netta confusione e a dir poco di una luce a me estranea, ma piacevole, anche troppo piacevole.

Gli sorrisi a questo mutare, tornando ad avvicinarmi a lui, appoggiandomi laddove ero stata anche prima.

-Vuoi riprendere a leggere?-

Lo vidi battere le palpebre più volte, per poi sciogliere quella tensione in un sorriso, tornando ad afferrare gli occhiali e a posarseli sul ponte del naso con nonchalance -Volentieri-

Mi venne da ridere appena, ma mi trattenni, aspettando che aprisse il libro e che iniziasse così a leggere nuovamente, lasciandomi danzare tra quelle descrizioni.

E in men che non si dica, ero nuovamente sul cammello, con le spezie alle mie spalle, il sole cocente che bruciava sulla mia testa e Nicholas che cavalcava a sua volta affianco a me.

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now