Capitolo 133- A fior di labbra

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Io, Lysander e Natalie avevamo parlato di un po' di tutto per una buona mezz'ora, passando da argomenti come ciò che era accaduto agli ultimi nel gioco a dettagli attuali

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Io, Lysander e Natalie avevamo parlato di un po' di tutto per una buona mezz'ora, passando da argomenti come ciò che era accaduto agli ultimi nel gioco a dettagli attuali.

Per la maggior parte del tempo ci eravamo però trovati ad aggiornarci a vicenda della serie di danni ricevuti, ma rendendolo quasi una sottospecie di gioco per evitare di darci troppo peso - un po' come cercando di sdrammatizzare, insomma - .

Certamente , dei tre, quello con più problemi era stato il corvino, infatti l'elenco di fratture, di ferite più e meno superficiali, di danni generali, durò parecchio, tanto da non stare affatto su due mani nel mentre che li segnava, ognuno tramite una falange.

E, cosa ovvia, poi si parlò anche di quello che avevamo intenzione di fare dopo questo evento... Rendendomi chiaro molte cose nel mentre che la rossa spiegava che Lysander sarebbe rimasto in casa sua fino a che non avesse trovato un posto suo in cui poter vivere, poiché non aveva più un appartamento ... Ed entrambi sembravano arrossire, nel mentre che facevo domande in generale sul suo stabilirsi.

A quella visuale, nata da ogni mia domanda, avevo disperatamente cercato di non sogghignare, limitandomi ad annuire alle risposte e coprirmi la bocca con una mano, fingendo di sorreggermi la testa con nonchalance.

Mi divertiva alquanto vedere le reazioni dei due: erano così palesi che ero più che sicuro che lo avrebbe capito chiunque dei loro sentimenti l'uno per l'altra, quindi non dubitavo che ci sarebbero arrivati tra di loro in poco - o almeno speravo. Da quanto ne avevo appreso, erano due teste calde, quindi speravo che la testardaggine non si mettesse in mezzo e rallentasse il tutto. In una seconda possibilità, ero sicuro che il problema avrebbe potuto essere altro. Anche se non mi era chiaro cosa di preciso. -

E cercando di non mostrarmi troppo incerto e parzialmente emozionato, dopo questo evento che misi facilmente da parte seppur non del tutto, toccò a me esporre ciò che era nei miei pensieri, prima parlando della mia idea di tornarmene finalmente a casa, facendo tutte le cose che mi erano state negate nei quattro anni - andare al cinema. Sì, andare al cinema era una della lista. Mi mancava quella sensazione. Ma ovviamente non vi era solo quello... Vi era fin troppo, in realtà e la maggior parte di esse si basava su Nicholas - e poi domandando loro se fossero disponibili per quella possibile cena tra noi su cui avevo fantasticato, ricevendo conferme che mi rallegrarono a dir poco.

No, forse, più che rallegrato il termine giusto era esaltato, poiché ci avevo sperato davvero tanto... E a quanto pareva andava bene.

Per questa allegria, mi sarei potuto definire come uno scolaretto timido ai primi giorni di scuola... E non aveva senso, come allo stesso tempo ne aveva: di semplici amici era da tempo che non ne avevo, perfino prima di quei quattro anni, questo per via del lavoro che mi aveva sempre tolto tempo.

Con il fatto che Nicholas avesse a sua volta la stessa professione, tra di noi non vi erano mai stati troppi problemi  - ci vedevamo ogni giorno e tornavamo agli stessi orari -, ma il desiderio di trovare anche solo un amico con cui chiacchierare di cavolate o magari di altro, proprio come avevamo fatto noi tre in questo pomeriggio, vi era sempre stato.

Ovviamente, però, prima di qualsiasi cosa, di qualsiasi richiesta mentale o meno, di qualsiasi piccolo egoismo condiviso che avessi tra i pensieri, il fatto che dovevo superare era principalmente uno: la chemioterapia.

L'operazione non mi dava troppi fastidi nella sua idea, certo, mi dava un poco di nervosismo, mischiato all'amaro in bocca del mio voler vedere Nicho prima, di dargli almeno un bacio prima del tutto...

Di certo non mi sarei aspettato che, dopo un altra mezz'ora di conversazione con i due nella stanza, quest'ultimo bussasse alla porta, spuntando da dietro di essa in maniera tale che inizialmente credetti in una allucinazione o una cosa simile, ma poi vedendolo lì per davvero, sorridente - anche se con un che di nervoso...? Sì, lo sembrava, anche se non capivo il motivo - che mi si avvicinava, passo dopo passo, ed ero sicuro che la gioia sarebbe potuta uscire fuori dal mio stesso corpo per quanta ne avevo in quel momento, scalpitante ed agitata come una bestia.

Non gli saltai letteralmente addosso soltanto perché non ne ero capace, così legato al letto, ma lo avrei fatto volentieri se ne avessi avuto la possibilità... Perciò mi feci bastare un bacio a fior di labbra.

Sì, il suo nervosismo mi turbava, poiché in generale quando era con me non lo avevo mai visto troppo teso, se non quando mi aveva chiesto la disponibilità per il nostro primo appuntamento, quindi sapevo che voleva chiedermi qualcosa.

Ma cosa, esattamente, non lo sapevo... E semplicemente avrei aspettato che mi porgesse qualsiasi richiesta avesse in testa nel momento in cui giudicava quello che più gli sembrava opportuno.

Le conversazioni, in generale, procedettero normalmente come prima - più o meno come prima. Adesso non riuscivo a trovare un motivo per cui avrei dovuto mollare la mano di Nicholas, seduto a minima distanza dal mio letto - fino ad un certo punto, in cui sia Natalie che Lysander per motivi non chiarissimi ed altrettanto strani - ma che per qualche motivo mi sembravano andare in contro alla tensione del mio ragazzo... La dovevano aver percepita anche loro- , lasciarono la stanza con atteggiamenti sospetti, salutando sia me che Nicho.

Una volta dopo che i due lasciarono la stanza, il clima di nervosismo in Nicholas parve perfino aumentare, tanto che lo vedevo togliere e rimettere gli occhiali a ripetizione, un lieve tic, a cui semplicemente strinsi la sua mano libera, come per fargli capire che, qualsiasi cosa fosse, poteva dirmela con tutta la tranquillità del mondo.

Alla gestura, lui smise di agitarsi e si alzò dalla sedia, andando a lasciarmi un secondo bacio, stavolta sulla mano.

La cosa fu di suo capace di mettere tensione a me, poiché non avevo idea di cosa potesse significare.

Per un attimo, nella mia testa iniziarono a viaggiare tante, troppe ipotesi, tra cui magari la richiesta di una pausa dalla relazione o cose del genere, tali che avrei potuto farmi afferrare dal panico da un momento all'altro.

Ma poi Nicholas si mise in ginocchio e tirò fuori un anello dalla tasca.

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