Capitolo 138- Non mi dia del lei

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-Accomodati-

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-Accomodati-

Annuii appena, mettendomi seduto sul divano di quella stanza, lasciando che le stampelle dondolassero appena, appoggiate al bordo del bracciolo, sentendomi - per tutto il processo dell'azione - osservato di sottecchi da quello che per me era uno sconosciuto, ma che a quanto pareva sarebbe stato il mio psicologo.

Era un uomo abbastanza muscoloso, dai capelli un poco ingrigiti e gli occhi nocciola, vestito con abiti così formali ed in perfetto ordine che mi venne da chiedermi se fosse un possibile maniaco del controllo, ma soprattutto se riuscisse a respirare in quella camicia così stretta.

Io ne dubitavo.

- È un piacere conoscerti, Lysander Allan. Mi è stato detto di ciò che hai passato - una pausa, sfuggii al suo sguardo per la fastidiosa sensazione di star venendo già letto seppur non avessi neanche provato ad aprire bocca - Io sono Peter Stewart, ma se vuoi puoi chiamarmi soltanto Peter-

Mossi la testa un altra volta per mostrare il mio assenso, riuscendo a lanciargli un occhiata dopo aver fissato il pavimento per quasi due minuti buoni.

Non avevo mai, ma proprio mai, amato l'idea di essere sotto uno strizzacervelli.

Ci ero già andato una volta, da bambino, dopo la morte di mia madre... E mi aveva dato fastidio, perché ai tempi, seppur nella maniera più delicata possibile, essere stuzzicato nel conversare su una cosa del genere da qualcuno che mi ascoltava solo perché pagato, bhe, sembrava quasi prendermi in giro.

Già faticavo a parlare dei miei problemi con chi voleva saperli per davvero, se poi dovevo narrarli a qualcuno che mi avrebbe studiato come un caso da laboratorio, ero ancora più infastidito e poco propenso a ciò.

Però, a quanto pareva, in questo caso non potevo sfuggire dall'avere uno psicologo, lo testimoniava il fatto che non dovevo neanche pagarmelo e che era automaticamente la polizia stessa a farlo... E io non volevo sentirmi in colpa per il fatto che, appunto, loro pagavano, ma io non ci mettevo piede - sarebbe stato assolutamente da ingrati ed uno spreco di soldi... Anche se spreco di soldi lo era e basta in generale, per me. Dubitavo di riuscire a parlare davvero liberamente e soprattutto dubitavo che, nel caso in cui ci riuscissi, comprendesse -

-Se preferisci che ti dia del lei, basta che me lo dici- aggiunse, distruggendo la rete dei miei pensieri - E se vuoi parlare di ciò che ti è successo, puoi farlo, ma non sei obbligato. Puoi parlare di qualsiasi cosa ti passi per la mente... O di qualsiasi cosa che ti è successo nella settimana. Anche di persone che conosci -

-Okay- borbottai, mordicchiandomi le labbra -Non mi dia del lei-

Fu il suo turno ad annuire - D'accordo. - disse, accavallando le gambe, cosa che mi portò ad osservare la sua poltrona e poi di nuovo il pavimento.

Ero estremamente a disagio, ma sapevo benissimo che stare in silenzio non serviva a un tubo in questo tipo di situazione... Se non a perdere tempo.

Quindi, tanto valeva gettare la bomba.

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now