Capitolo 84- Passare al piano B

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Non riesco neanche a fiatare nell'istante in cui la prima delle uova schiude, facendone uscire quello che sembra un liquido violaceo, il quale si disperde per tutta la piscina

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Non riesco neanche a fiatare nell'istante in cui la prima delle uova schiude, facendone uscire quello che sembra un liquido violaceo, il quale si disperde per tutta la piscina.

Stringo forte l'FN F2000, facendo guizzare lo sguardo ovunque.

Sono indeciso se mettermi a sparare all'istante o aspettare di avere il nemico davanti agli occhi.

Sempre che lo sia, un nemico.

Ma, insomma, dovrebbe, siccome siamo in un videogioco che mi detesta...

Però in generale non so che cazzo sia!

Chi mi dice che non siano esseri che si dividono in due appena gli sparo?

Chi mi dice che non siano immuni alle pallottole?

Chi mi dice che Logan non abbia covato nella piscina e abbia fatto nascere dei piccoli incubus pronti ad appiccicarmisi addosso e fare tante schifezze simili?

L'idea dovrebbe essere disgustosa... E lo è... ma per qualche motivo, potrei mettermi anche a ridere.

Non per la parte in cui mi si appiccicano addosso, no, ne farei decisamente a meno.

Mi fa ridere perché immaginarmi Logan con pancione e tutto, durante un parto, mi sa di comico, ma sono dettagli.

Devo essere veramente uscito di testa, insomma, per immaginarmelo davvero.

Dovrei stare serio, quindi cazzate simili possono anche andare a quel paese.

Seguo ogni movimento dell'acqua nel più totale dei silenzi, mentre la tensione, prima annullata dai miei pensieri alquanto idioti, inizia a farsi sentire alquanto, diventando tale da non permettermi un solo attimo di vero respiro.

Mi manca l'ossigeno, a malapena riesco a prenderne con la bocca, con il naso sembra impossibile.

Forse il fattore è dovuto alla bolla a tempo, non ne ho idea.

Assottiglio le palpebre, cercando anche solo il più piccolo segno che qualcosa stia nuotando e che aspetti soltanto il momento giusto.

Vi è un silenzio tremendo, così pesante che mi sento come se mi stessi rimpicciolendo sempre di più, schiacciato da esso fino all'estremo.

Inghiottisco a vuoto, lo sguardo che va a destra e manca ogni qualvolta che mi sento di aver guardato troppo da una parte e che dunque sia il turno dell'altra, tenendo il dito pronto a premere contro il grilletto del mio fucile.

Dei passi cominciano ad avvicinarsi alle mie spalle: lancio uno sguardo dietro di me solo per controllare chi sia, per essere sicuro che siano Klaus e Nicholas.

E lo sono, grazie al cielo, ma appena sposto lo sguardo da loro per portarlo di nuovo alla piscina, sento qualcosa appiccicarsi alla mia gamba e tirarmi verso l'acqua.

All'istante scalcio per evitarlo, riempiendo quella cosa di colpi con l'arma, fino a che non mi molla definitivamente con quel verso strano che mi aveva attirato lì.

Un pezzo del nemico: un alga nerastra -che mi ricorda per forma un dito- mi è rimasto attaccato alla gamba e semplicemente lo rimuovo, staccandolo con disgusto e gettandolo di lato, non permettendogli neppure di sfiorarla di nuovo, la piscina, come per sospetto che appena gettato in acqua si potesse riattaccare al proprietario.

Klaus e Nicholas mi si sono affiancati all'istante, ma non hanno aperto bocca, questo perché l'albino ha fatto segno di tacere sia a me, sia al viola appena dopo che mi sono liberato.

Rimaniamo ad osservare l'acqua nera con così tanta tensione da ansimare, a momenti.

I secondi scorrono così lenti da far apparire come se il tempo si fosse cristallizzato e fosse destinato a rimanere tale per un bel pezzo.

Un rumore, non dissimile ad un ronzio, cattura la mia attenzione.

Non dovrei spostare lo sguardo dall'acqua, me ne rendo conto, ma allo stesso tempo semplicemente non può spuntare un rumore così, completamente a caso.

A meno che non sia per distrarmi, quel ronzio è qualcosa di sospetto.

Faccio un lento passo all'indietro, spostandomi leggermente dal bordo piscina, cercando attorno a me cosa possa essere.

E mi ritrovo a spalancare le palpebre quando il mio sguardo raggiunge la destinazione, mentre un verso distorto mi esce dalle labbra, accompagnato dall'espressione di shock di Klaus e Nicholas stessi ... E dall'uscire di scatto di molti altri esseri dall'acqua.

Dal semplice "dito" che ho gettato a terra è nato un intero corpo, uguale a quelli che continuano a scivolare fuori dall'acqua della piscina, ormai nera come il petrolio.

Sono deformi, composti da quelle che continuano a sembrarmi alghe e camminano a quattro zampe.

Non sembrano avere occhi, né bocca: in generale non hanno una faccia umana, laddove dovrebbe esservi la testa.

Io, Nicholas e Klaus prendiamo istantaneamente a sparare in direzione dei nemici.

Pallottola dopo pallottola, in generale tutte vanno a segno: bucano i corpi degli esseri, li sfracellano al suolo, totalmente distrutti.

Ma con lo stesso ronzio avuto in precedenza, questi sembrano ricomporsi, prendendo forma dai pezzettini, diventando anche di più di prima.

Proviamo perfino a sparare mentre si ricompongono, ma farlo non cambia le cose: i mostri alga si ricostruiscono ancora. E ancora. E ancora.

Si sdoppiano, triplicano, quadruplicano... Diventano talmente tanti da infondermi una paura immonda, la quale semplicemente mi percorre per l'intera spina dorsale.

Lo avevo immaginato, ma assistervi è decisamente peggio di quanto avrei immaginato.

Io, lo stregone e Nicholas ci ritroviamo ad indietreggiare.

-Cazzo- borbotto a bassa voce, prendendo ad accelerare nel mio andare al contrario, cercando di aumentare la distanza tra me e quegli schifosi.

Più lontani sono e meglio è, seriamente.

Non ho idea di che diamine di capacità abbiano, mettendo di lato quelle rigeneranti, ma non so perché, qualcosa mi dice che c'entra con l'arrampicarmisi addosso.

-Klaus. Che facciamo adesso?- chiede Nicholas con sempre voce bassa, sparando nuovamente ad un altro di loro che è balzato in aria, pronto a gettarsi su di noi.

Guardo Klaus e Klaus ricambia quello sguardo: sembra starci pensando su.

-Nel frattempo... Direi che scappare sia la scelta migliore- azzardo io - Ci pensiamo nel tragitto ed evitiamo che quei cosi  si riproducano ancora di più-

-Sono d'accordo- risponde Nicholas, annuendo, mentre Klaus fa un cenno di assenso, abbastanza da farmi concludere che, sì, ora posso mettermi a correre quanto mi pare.

Quindi abbandoniamo il piano A,  con la bellissima e piacevole idea di trucidare Logan nella maniera più dolorosa possibile e dunque di passare al piano B.

Fuga con le gambe in spalla.

Fuga con le gambe in spalla

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Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now