Capitolo 102 - Deve Morire

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-Io ti ammazzo!- urlo, stringendo i denti, lasciando cadere a terra il fucile, ormai privo dei proiettili necessari, sprecati nel tentativo di colpirlo senza risultati - anche perché il maledetto é diventato una vera e propria saetta e li ha schivati

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-Io ti ammazzo!- urlo, stringendo i denti, lasciando cadere a terra il fucile, ormai privo dei proiettili necessari, sprecati nel tentativo di colpirlo senza risultati - anche perché il maledetto é diventato una vera e propria saetta e li ha schivati. Tutti -

Lui ghigna, poi semplicemente va a leccarsi il labbro superiore, con uno sguardo cosí pericoloso che, molto probabilmente, mi farebbe salire brividi se soltanto la sensazione di essere sotto un mirino non fosse già abituale - tanto che proprio no, non mi da troppi dilemmi - ed infine ruota la sua falce con un ritmo disattento ed impreciso, costringendomi poi a saltare all'indietro quando sferra un attacco.

Afferro il mio coltello e lo guardo solo per qualche secondo, sapendo esattamente quanto sia grande il mio svantaggio a sceglierla come arma iniziale, ma sentendo il bisogno di tagliare la gola allo stronzo, il piano é ben chiaro nella mia mente.

Spero solo che funzioni.

-Lo sai- dice lui, emettendo una voce roca e grossa, accompagnata da delle fusa, neppure fosse un gatto, fissandomi con tutti i suoi occhi oro -Perdere la calma non aiuta - agita le tre code, mentre fa scrocchiare le ossa sulla sua schiena, tendendosi in avanti con quel che di troppo felino che lo distingue.

Il suo tono sa cosí di scherno che la mia voglia di strozzarlo aumenta e basta, mentre mi costringo a respirare e non a soffocarmi da solo più di quanto l'acqua nei miei polmoni sappia fare già da sola.

"Voglio farlo fuori. Voglio farlo fuori. Deve morire."

Questi sono gli unici pensieri che mi si accavallano nella testa al guardarlo e all'ascoltarlo, nel mentre che l'odio mi si agita nel sangue come se il fluido vitale fosse interamente composto da tale emozione.

"Per Klaus" penso poi, digrignando i denti "E per me."

Prendo la rincorsa, genuflettendomi nel momento in cui la falce mi sfiora la testa, riuscendo a tagliarmi fortunatamente soltanto un ciuffo di capelli e non l'intero capo.

Scatto in avanti, lasciando che il coltello continui ad essere al pieno dell'attenzione del demone e che egli non si focalizzi su altro.

La lama del mio coltello, nel mentre che attacco, gli fa a malapena un taglietto sul braccio, questo perché, nonostante tutto, nonostante il fatto che non possa toccarmi in vero e proprio, una sua coda va a farmi un improvviso sgambetto durante l'azione .

Riesco a stento a mantenere l'equilibrio, facendo un ennesimo passo indietro, tutto nel mentre che la parte del corpo di Logan si disintegra, seppur lo faccia dopo che lui se la taglia da sola, strappandomi un sussulto.

"Perché lo ha fatto? Per fermare il proprio distruggersi, forse? Un po' come con gli zombie?... O magari perché é semplicemente un masochista, cazzo. Basta. Basta farsi domande. Non perdere il cervello per pensare cose del genere. Devo solo farlo fuori. Ed in fretta. Natalie potrebbe essere arrivata"

Torno ad attaccare, facendo scontrare la mia arma con la parte interna della sua falce, costringendomi a reggere alla sua forza innaturale, una forza che mi fa sentire come se a momenti fosse capace di spezzarmi le ossa di entrambe le braccia.

Tutti i suoi occhi sono concentrati su di me, tutti però disposti in un punto diverso.

Devo riuscire a focalizzarli in un unico luogo.

Per la riuscita completa, é necessario.

Il fatto che non possa toccarmi é un bene, il crocifisso deve rimanere addosso a me e... So per certo cosa devo fare.

Gli tiro un calcio, costringendolo ad inclinarsi per evitarlo e a diminuire la forza sulla sua arma.

Una volta dopo aver tirato giú una gamba, tiro su l'altra, andando a colpire la parte in metallo della falce, facendola schizzare fuori dalla sua presa, tirando però fuori in contemporanea l'arma di riserva che ho spostato in precedenza dal fianco alla schiena, nascosta dai vestiti e dal cappuccio - ma sopratutto dal fatto che non ho mai e poi mai dato di schiena al mio avversario -

Con un terzo, un quarto ed un quinto calcio che quasi colpiscono la faccia di Logan per due volte di fila, fermato dalla seconda e dalla terza coda che si disintegrano, la sciabola viaggia in direzione della sua spalla, con l'intenzione di tagliarlo da parte a parte, vedendo come tutti i suoi occhi siano concentrati sulle mie gambe, desiderosi di schivare il prossimo colpo, sentendo già la brezza della vittoria, così vicina.

Ma prima che riesca a dargli il colpo di grazia, il mio respiro si reinterrompe di nuovo, morendomi in gola, strappandomi ben piú di uno spasmo.

Cerco di ignorare il dettaglio e di affettarlo comunque, ma fallisco miseramente, siccome le mie gambe non sono piú la principale fonte di distrazione del mio avversario, il quale subito si riprende, vedendo la spada con una delle pupille ed approfittando della mia debolezza momentanea per allontanarsi con tre salti di fila, soffiando di nuovo come la bestia qual' è , recuperando la falce.

"N-no! Ci ero vicino! Cazzo, cazzo, cazzo!"

Vomito un getto d'acqua che schizza al di fuori delle mie labbra senza che io possa controllarlo in alcun modo, ansimando e cercando ossigeno.

La gola e le narici mi stanno bruciando, bruciando come se mi andassero a fuoco.

Sento la risata di Logan, la percepisco con tutta la sua ironia, mentre il demone, sapendo alla perfezione di come il tavolo si sia voltato a suo favore, si getta all'attacco, ad un attacco che non so come farò a reggere, non nello stato in cui sono, non... Con l'acqua che ancora mi esce dalla bocca ed il respiro che manca a tal punto che potrei totalmente diventare viola, boccheggiando e deglutendo nei  brevi momenti in cui il liquido non sbrodola dalle mie labbra.

La falce, in pochi attimi, si trova davanti a me, con il puro intento di tagliarmi in due come un macellaio fa con le carni di un qualsiasi animale, imponente, scivolando giú in mia direzione ad una rapidità inaudita, tale che sento il fischiare dell'aria al suo muoversi, quasi capace di urlare, sostituendo le grida che vorrei essere capace di sputare fuori.

"Non ora! No!"

Un istante, due, poi il sangue schizza a terra ed il dolore mi annebbia il cervello.

L'autrice ha trovato particolarmente sbagliata l'idea di postare un meme al di sotto di questo capitolo.
E l'autrice aspetta di essere linciata dalla finestra per la propria sadicità.

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now