Capitolo 51- Quanto vorrei il potere Anti Gravity in questo momento

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Nonostante lui paresse abbastanza affamato, tentennava parecchio all'idea di togliersi la maschera che gli copriva la bocca ed il naso

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Nonostante lui paresse abbastanza affamato, tentennava parecchio all'idea di togliersi la maschera che gli copriva la bocca ed il naso.

Non avevo idea, sinceramente, del motivo.

Avevo provato a chiedere la sera prima, ma non aveva dato alcun tipo di risposta e decisamente avevo interpretato il suo silenzio con un 'non ne voglio parlare'.

-Se vuoi... Mangio prima io ed esco, così se non vuoi proprio... Che ti veda... Al massimo vado in bagno a controllare i vestiti-

Lui annuì, non guardandomi affatto, tenendo gli occhi fissi sul cibo, immerso in chissà che pensiero.

E mentre lui pensava, io, ancora, non potevo non farmi domande su ciò che era sotto a quella maschera, sul perché non volesse minimamente rimuoverla.

La curiosità era davvero tanta e straripava da tutte le parti del mio cervello con migliardi di idee.

Che avesse tipo qualche cicatrice, un gonfiore, qualcosa che giudicava imbarazzante? O era altro?

Non potevo saperlo, non rimanendo zitta e in ogni caso sapevo che non avrebbe risposto nuovamente alla mia domanda.

A forza di immaginare, la mia mente stava partendo tra le ipotesi anche le cose più stupide e ridicole, al punto tale che per distrarmi dovetti divorare il mio cibo con rapidità inaudita, alzandomi dalla sedia, lanciando uno sguardo fuori dalla finestra: la strada era così silenziosa e così vuota da risultare innaturale, senza vento, senza il solito chiacchierare.

L'unica cosa che si percepiva era, ogni tanto, l'abbaiare di qualche cane.

Quello era ciò a cui dovevo pensare, mi dissi tra me e me, non dovevo mettermi a pensare alla maschera, mi dovevo limitare a rimuginare su ciò che c'era fuori... E nulla di più.

Non dovevo neppure ipotizzare che tipo di volto potesse esserci sotto.

Non dovevo... Eppure più mi ripetevo di non farlo e più il risultato era opposto a quello dei miei desideri, andando a fantasticare ancora di più e ad immaginarmi tanti tipi di naso e di bocca che saltavano su per poi scomparire, sostituite da una nuova idea di faccia.

"E sai perché? Perché sei masochista, ecco perché... Cosa pienamente ovvia e alquanto evidente in qualsiasi cosa faccia, ma okay"

Presi a dirigermi verso il bagno per controllare lo stato degli abiti, oltrepassando il corridoio, aprendo la porta e così entrando nella stanza, cercando subito la stoffa nera e trovandola al volo, ancora non completamente asciutta, ma solo per cenni di umidità.

Notai però che alcune macchie avevano ancora l'insistenza di restare sull'abito, nonostante le avessi strofinate come non mai.

Sospirai: non c'era nulla da fare, con quelle.

"Chissà da quanto sono lì... " Abbassai la testa "E... Chissà come si è sentito in tutti questi anni. Molto solo, probabilmente. Io non avrei retto se fosse capitato a me. Probabilmente o sarei impazzita del tutto o mi sarei già suicidata. Che lui abbia pensato una cosa simile, qualche volta? Oppure é sempre rimasto abbastanza lucido da continuare a lottare? Beh, in ogni caso, anche se lo avesse pensato, lui è ancora qui, quindi ha reagito"

Un moto di ammirazione mi prese dalla testa ai piedi, portandomi a sorridere leggermente e ad alzarmi, appoggiandomi al bordo del lavandino alle mie spalle per mettermi in piedi, guardando sempre quegli abiti.

"Dovrebbe avere finito di mangiare? Oppure no?"

E rimettendomi in posizione normale, semplicemente tornai a portare la mano al fianco... Sbattendo però contro qualcosa.

Un qualcosa che, praticamente terrorizzata, compresi quasi al volo cosa potesse essere.

Un qualcosa che avevo totalmente dimenticato di aver lasciato qui e che non avevo neppure notato vi fosse, entrando.

"Quanto vorrei il potere Anti Gravity in questo momento"

Trovandomi ad imprecare fortemente, cercai di prendere l'oggetto prima che potesse cadere a terra, prima che potesse schiacciarsi contro il pavimento.

Non ci riuscii , neppure desiderandolo ardentemente lo riacciuffai: semplicemente cadde, scontrandosi con il terreno.

"Il... Pulsante d'allarme... Come ho fatto a dimenticarmene?! Cazzo!"

Mi ritrovai a correre in direzione della cucina, ma appena oltrepassato tutto il corridoio per raggiungerla ed avvertire Lysander che dovevamo scappare in fretta da quest'appartamento, persone su persone presero a comparire attraverso i muri, uno dei quali aveva preso il corvino alle spalle, ricevendo un calcio di tacco che gli aveva centrato lo stomaco.

Provai a dire qualcosa, ma non ci riuscii, anche perché la mia voce venne subito sovrastata dal casino enorme che si formò dopo questo colpo.

Un altro degli uomini provò ad attaccarlo, con la mano che sparava fulmini da tutte le parti.

Lysander schivò a fatica un assalto, piegandosi verso il basso e andando ad evitare poi un calcio da parte di un secondo uomo.

Erano in troppi: erano decisamente in troppi e da solo non avrebbe avuto nessun risultato.

Mi misi in mezzo a mia volta, sapendo che potevo risultare magari un peso morto, ma che allo stesso tempo non sarei mai e poi mai riuscita a restare lì a guardare uno scontro completamente impari.

Il corvino mi osservò con occhi sgranati per solo un mezzo istante, prima di tornare con aria  nuovamente concentrata e, fulmineo, tirare fuori un coltello dallo stivale sinistro, abbassandosi nel momento in cui stava per ricevere un ennesimo colpo.

Io invece, semplicemente, gli paravo le spalle dai tre che lo puntavano come cani da caccia.

Per qualche strano motivo, a me non stavano attaccando.

Non vi provavano neppure, limitandosi a digrignare i denti e avanzare come bestie arrabbiate a destra e manca, cercando punti ciechi.

Non avevo la più pallida idea di cosa significasse, ma non potevo non sfruttare questa cosa a mio vantaggio.

Non ero armata, non ero forte o agile... Ma a quanto pareva i personaggi non potevano fare nulla, come se non fossero autorizzati a ferirmi.

Vidi con la coda dell'occhio che gli avversari che avevano attaccato, semplicemente se ne stavano al tappeto, eliminati... Ma che molti altri iniziavano ad arrivare, accompagnati perfino da dei cani.

"Bella merda." Pensai, agitata " E tutto questo é colpa mia e della mia sbadataggine"

Cercavo di coprirlo il più possibile, sperando vivamente che nessuno cambiasse idea sul fatto che non potevano attaccarmi e che decidessero che non ci sarebbero stati più limiti di alcun tipo, rendendomi automaticamente un bersaglio per arrivare a Lysander.

Quando, di colpo, notai che uomini su uomini, tanti da risultare un esercito, presero a occupare quasi ogni centimetro della stanza, al punto tale che se uno attaccava il corvino e veniva ucciso, subito dopo un altro prendeva il posto, come se fosse sempre stato lì... Beh... Per un certo senso, sapevo che era molto di più che in dei guai grossi.










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