Capitolo 113- Voglio lottare anche io

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Non ho idea di cosa sia successo

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Non ho idea di cosa sia successo.

La luce mi ha oltrepassato e poi... Niente?

Non mi ha ferito, no, cosa che invece all'inizio avevo pensato che avrebbe fatto.

Semplicemente mi è entrata nel petto e nulla di piú, almeno cosí mi sembra.

Non capisco, sul serio, proprio come non capisco gli sguardi dei miei avversari : sembrano sorpresi ed arrabbiati in contemporanea.

Maximilian digrigna i denti, il fratello maggiore invece agita la coda ed inclina il capo, leccandosi le labbra come una sorta di cenno di isteria.

Continuo a non capire, questo prima che tutto si muova in un colpo, facendomi letteralmente spalancare le palpebre dalla sorpresa.

In tutto il mio corpo vi é un vibrare, un tremolio che mi scuote dalla testa ai piedi.

All'inizio mi da fastidio, mi fa perfino un po' male, ma poi diventa qualcosa di non spiacevole, come se mi stessero massaggiando, togliendomi dalle spalle tutta la fatica... E, cosa che notai dalla mancanza del gocciolare lungo il mio collo, bloccando l'uscita del sangue.

Nelle mie mani sembrano comparire poi due fuochi fatui, i quali all'istante mi fanno capire cosa é successo di preciso.

Un sorriso lieve mi si stende sul volto, totalmente spontaneo .

"Quindi in un certo senso ci sei ancora, eh... Klaus"  penso, sentendo come un moto di soddisfazione nei confronti dello stregone: é fenomenale, sul serio.

Come può essere capace di aiutarmi perfino adesso? È incredibile!

Come abbia fatto Walter a renderlo così forte, non lo so.

Forse era così fin da subito e ha solo modificato la sua lealtà, potrebbe essere cosí, ma, diamine, se fosse stato davvero quello il caso, nella possibilità in cui fosse stato dalla parte del gioco, non avrei retto neppure una settimana!

-Lys... -

Mi viene istintivo girarmi al sentire quelle tre lettere pronunciate da una voce che riconoscerei ovunque.

Rimango letteralmente a bocca aperta al veder Natalie alzarsi in piedi, seppur a fatica all'inizio: la ragazza é circondata da un aurea bianca, accesa e luminosa al punto tale da farla sembrare una creatura celestiale o qualcosa del genere .

Mi costringo a tornare con lo sguardo ai due, seppur quasi ogni mio senso sia concentrato su di lei ed il sollievo mi stia scaldando il petto, ogni parte di esso.

Mi si avvicina a passo rapido e deciso, mettendosi al mio fianco ed appoggiandomi una mano al braccio, ingrandendo vistosamente i fuochi fatui che si muovono arrampicandosi lungo le mie falangi.

-È la fine dei giochi- dice, con tono convinto.

Io annuisco.

E quando i nemici tornano alla carica, i fuochi fatui schizzano dalle mie dita : glieli lancio addosso, neppure stessi giocando a baseball, poi ne formo altri, tanti altri, i quali si uniscono, formando una catena.

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