Capitolo 73- Sono solo realista

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L'acqua saliva, saliva a dismisura in quel piccolo bunker scuro e inizialmente -in apparenza, a quanto pareva- sicuro, bagnando tutto ciò che incontrava, infiltrandosi nella stoffa dei vestiti e gelando così carne e sangue

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L'acqua saliva, saliva a dismisura in quel piccolo bunker scuro e inizialmente -in apparenza, a quanto pareva- sicuro, bagnando tutto ciò che incontrava, infiltrandosi nella stoffa dei vestiti e gelando così carne e sangue.

Lysander continuava a battere il pugno contro l'entrata della stanza, mollando perfino calci, ma senza riuscire a sfondarla minimamente, tanto che più che altro pareva soltanto si sarebbe sfasciato i pugni e le caviglie.

-Ma di che cazzo é fatta questa stramaledetta porta?!- esplose, portandosi le mani fasciate alla fronte e guardando il terreno ormai coperto d'acqua, andando poi a tirarsi i capelli, come se questi fossero una sorta di antistress -Niente, me l'hanno fatta del tutto, ormai, non ne uscirò vivo. Fine. Applausi a loro.-

-Calmati- provai a dire, seppur decisamente poco convinta io stessa delle mie parole, inghiottendo a vuoto per poi pensare per qualche secondo - Dobbiamo trovare una soluzione che non comprenda il distruggersi gli arti inutilmente-

-Come se fosse possibile- sbottò il corvino, sarcastico, mollando un ennesimo calcio alla porta in ferro, la quale provocò solo un tonfo generale ed un verso di dolore da parte di lui che subito sbuffò, come per mascherarlo.

-Sí che é possibile- ribattei, contrariata, guardando la marea di tubi che sembravano voler creare una rete sia sopra, sia sotto di noi.

-No, Nat. Abbiamo già cercato quello stupido pezzo di metallo che é esploso tra tutti i tubi. Sono troppi e non si capisce quale sia, anche perché probabilmente quello che perde è già sommerso dall'acqua . E dubito che Klaus e Nicholas torneranno indietro presto.-

-Perché sei così negativo?- feci, stizzita -Possiamo uscire da qui, dobbiamo solo cercare di capire come. Non gettare la spugna!-

-Non ho gettato niente, cazzo! Sono solo realista. E dovresti esserlo anche tu.- il suo sguardo rassegnato mi strappò una lieve smorfia, o forse, più che lieve, evidente.

Molto evidente.

Perché aveva già deciso di mollare? Perché non provava a lottare, piuttosto? Fino a poco prima sembrava volenteroso e determinato.

Era così facile fargli cambiare idea?

- Se tu fossi realista, non ti saresti dato già per vinto- insistetti, avvicinandomi a lui e facendo risuonare i miei passi con l'acqua, facendone entrare un po' nelle scarpe, ma ignorando totalmente il dettaglio, sentendo una rabbia strana, mista a piena convinzione che mi portò a stringere i pugni e a serrare i denti.

- Se tu lo fossi, non mi diresti questo- scosse la testa -Anche perché se esco da questo bunker, cosa alquanto improbabile, la prossima situazione sarà peggio e la prossima sarà peggio ancora. Come fai ad essere così cieca? É tutta una salita, il pericolo é in salita. Arrenditi, Nat. Non sperare più di così o ne rimarrai bruciata-

- Io magari ne rimarrò bruciata, ma tu ti stai parando la testa ancora prima di cadere-

- Forse perché ho già realizzato che è impossibile non cadere. E che in ogni caso finirei con il crollare prima o poi.-

Ventiquattr'oreWhere stories live. Discover now